XX.

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IRAMA

Siamo tutti seduti sul divanetto ad aspettare le nuove assegnazioni. Ieri ho vinto di nuovo la puntata e questa cosa mi ha sorpreso molto. Non credevo di farcela, dato il mio stato d'animo. Però Maria mi ha tranquillizzato dicendomi che loro rimangono in costante contatto con l'ospedale e che per qualsiasi cosa mi avviserà lei in prima persona.

Irama, per la prossima puntata del Serale devi preparare, oltre ai tuoi inediti, 'Ti ho voluto bene veramente'.

"Conosci questa canzone?"

"Si Emma, ho anche qualcosa in mente."

Esco fuori in giardino, portando con me una penna e i pensieri diventano reali.

Scrivere è l'unica cosa che posso fare quando sono in questo stato. Scrivere mi aiuta a calmarmi, scrivere mi fa aprire la mia corazza. 

Devo far capire quella ragazza quanto tengo a lei. Neanche vederla in quelle condizioni mi ha lasciato farlo, devo farle capire quanto è importante per me e quanto impazzirei senza il suo tocco. I suoi occhi, ogni volta che si fissano sui miei, mi danno una forza unica. Riescono a scaldare tutto il mio corpo di ghiaccio. 

Spero solo che stia bene e che riesca a guardami questo sabato. 

Sono qui a scrivere, con una sigaretta accesa tra le mie labbra, quando sento aprirsi la porta del giardino alle mie spalle e vedo entrare Einar.

"FRATELLO!"

"Hei, mi hanno detto che qualcuno qua ha bisogno di me!"

Quanto sono felice di averlo qui al mio fianco e non posso che saltargli addosso.

"Come stai, fratello?" Mi chiede guardandomi dritto negli occhi

"Un po' meglio Bro, ieri sono andato da Elisabetta in ospedale. Sta davvero male ma almeno sono riuscita a vederla, anche se lei si è riaddormentata subito. Ma tu? Come hai fatto a venire qui?"

"I tuoi compagni di squadra hanno fatto la richiesta a Maria, sanno tutti che non sai stare senza di me?" Scoppiamo a ridere tutti e due all'unisono.

"Non dire così che già fuori credono che noi due stiamo insieme"

"Lo so.." E scoppiamo a ridere di nuovo.

"Maria sta facendo davvero tanto per me, non me lo sarei mai aspettato. è una delle persone migliori che io abbia mai conosciuto. Si prende cura di me come se fossi suo figlio. Spero davvero che a voi altri non dia fastidio."

"Stai scherzando vero? Ovvio che no. è una situazione troppo brutta per non essere dalla tua parte. Siamo tutti dalla tua parte, non ti preoccupare."

"Grazie Bro. Ne avevo bisogno."

Rimaniamo a parlare ancora una mezz'ora di noi, delle esibizioni e di quanto ci vogliamo bene, ma poi una voce ci annuncia che Ein deve tornare nella sua casetta.

Ed io rimango di nuovo solo, solo con il mio silenzio e con il vuoto che mi portavo dentro. Mancava poco e sarei uscito fuori di testa, mi conosco bene. Non riesco a sopportare i pensieri nella mia testa, sono troppi e non voglio ricadere nel buio di un anno fa. 

Tempo fa mi ha salvato lei. Ma ora non può più.

ELISABETTA

Mi sveglio e sento subito una stretta forte al petto. 

No, non è il dolore fisico a farmi del male. Sono i ricordi a farmi uscire di testa. Sono sola e questo non può che farmi tornare indietro di qualche mese quando lo scopo della mia vita era passare una semplice vacanza ad Ibiza all'insegna del divertimento con le mie migliori amiche. 

Ho sognato quelle spiagge bianche di Ibiza e le mani tatuate di Filippo che accarezzavano i miei fianchi, quella sera. Si, ho sognato proprio quella di sera. La sera in cui mi sono lasciata andare oltre ogni mio proposito di star lontana dai ragazzi, da quel ragazzo dagli occhi ghiaccio. Al solo ricordo, il mio corpo si ricopre di brividi. 

Ricordo perfettamente i graffi sulla sua schiena provocati dalle mie unghie, ricordo le sue labbra sul mio collo ed il suo respiro quando posavo la testa sul suo petto.

"Buongiorno Principessa!"

Senza nemmeno spostare il mio sguardo dalla finestra, rispondo a Lorenzo con tutta l'acidità che ho in corpo.

"Non chiamarmi così."

"Va bene va bene, ti sei svegliata storta?"

"Lasciami in pace. Non ho voglia di vedere nessuno oggi, esci da qui."

Ma lui, come ogni santa volta, non mi ascolta e si siede ai piedi del mio letto.

"Eli, è successo qualcosa?"

"NO."

"Eli, parlami.."

"Lorenzo, ti ho detto che non voglio vedere nessuno! Sei per caso diventato sordo? Ah già, tanto io se parlo nessuno mi ascolta. Nessuno fa quello che gli chiedo, quindi è inutile anche discutere. Ora lasciami sola."

"Eli, mi dispiace per aver avvisato Filippo. Lo so che ho infranto la promessa, ma non potevo stare qui a guardare i tuoi attacchi di panico mentre gridavi il suo nome. Qualcosa dovevo fare ed in quel momento mi è sembrata la cosa più giusta da fare. Mi scuso ancora con te, ma non me ne pento. Soprattutto dopo aver visto come ti sei sciolta quando l'hai visto.."

"Questo non ti riguarda. Sono solo affari miei da chi voglio farmi vedere in questo stato e Filippo non era da considerare. Ti è passato per la mente questo? Ti è passato per l'anticamera del cervello che questo può fargli del male? Hai pensato a come si è potuto sentire lui dovendo tornare in un ospedale? No. 

Io non voglio essere la causa del suo chiudersi in un buco nero, di nuovo. Quindi io me la caverò da sola, senza di lui. Non voglio più che lui entri in questo cazzo di ospedale. Sono stata chiara?"

"Devi smettere di pensare prima agli altri e poi a te, soprattutto in queste condizioni. Mi dispiace, ma non permetterò che questo accada, non ti lascerò sprofondare in un dolore ancora più grande..."

"HO DETTO CHE NON SONO AFFARI TUOI. ORA ESCI E NON TORNARE!"

Urlo con tutta la forza che ho dentro quelle maledette parole, guardandolo giusto negli occhi. Non sarei tornata indietro sui miei passi. Non avrei permesso a nessuno, tantomeno che a me stessa, di rovinare il futuro di Filippo. Non avrei mai permesso a quel dolore di entrare di nuovo nel suo corpo. Lui ha tutto il diritto di essere felice, ed io lo avrei aiutato in questo. A costo di eliminarlo dalla mia vita del cazzo. 

Per sempre. || IRAMADove le storie prendono vita. Scoprilo ora