Quanta Vita Serve

Che Vuoi Che Sia

Una settimana dopo..

Pov's Riccardo
-Dai scema scendi sono giù-
-No no adesso mi aspetti perché ieri hai fatto tardi- ride.
-E va bene uffa- dico per poi chiudere la chiamata.

E ovviamente ho aspettato per più di dieci minuti solo per una sua ripicca.

-Buonasera Marcuzzo- mi da un bacio sulla guancia.
-Ah ah ah buonasera- dico sarcastico.
-Guarda che se il negozio ha chiuso è tutta colpa tua se non vado al matrimonio del mio migliore amico- rido.
-Ma se manca un mese stupido- dice
-Che c'entra io sono un uomo pieno di impegni-
Lei ride per poi darmi un colpo sul braccio.

Entriamo nel negozio e inizio a guardarmi un po' giro, fino a quando Fede non mi tira il braccio trascinandomi vicino gli abiti.

-Devi provare questo secondo me-
-Mh dici?-
-Guarda che tu puoi fidarti di me- diciamo che con quella sua frase si crea un po' di imbarazzo.
-vado subito- dico prendendo l'abito.

Pov's Federica
-Ma quanto ci metti?-
-Peggio di una donna- esclamo
La commessa mi guarda e scoppia ridere.
-Il suo ragazza la fa aspettare così tanto?- chiede.
-Oh ehm no non è il mio ragazzo, è un amico- mormoro guardando in basso e lei mi fa l'occhiolino.

-Eccomi- richiama una voce alle mie spalle.
Mi volto e lo vedo in tutta la sua bellezza.
Oh mio dio.
Sorrido.
-È perfetto, ti sta benissimo- dico.
-Chi io o l'abito?- ride.
-Stupido-.

Mi avvicino per aggiustargli il colletto e lui mi cinge la vita, il mio respiro si fa irregolare.
Cerco di andare, ma lui mi trattiene fissandomi le labbra.

-Riccardo andiamo-
Mi guarda e annuisce.

Paga il suo abito e torniamo in macchina.
Nessuno dei due dice quasi una parola, il primo è lui..
-Ti va se andiamo al sushi?-
-Certo-

Ritorniamo a ridere e a scherzare e lui non fa altro che prendermi in giro per il mio modo di usare le bacchette e di fare le pappette col cibo.
-Certo cose non cambieranno mai e poi mai- mormora fissandomi.
-Già, è proprio vero-.

Pov's Riccardo
-Devo pagare io- borbotto
-No tu paghi il tuo ed io pago il mio-
-Vado un attimo in bagno- dico.

Trucchetto imparato.
Vado a pagare e torno da lei.
-Già sei tornato?-
-Già ti mancavo?- rido.
-ah ah ah no-
-Dai andiamo- le do un bacio sulla testa.
-Dobbiamo pagare- dice.
-Già fatto babe- rido.
-Ma così non è giusto Ric-
La trascino portandola fino alla macchina perché voleva pagare a tutti i costi.

-Ti porto in un bel posto- le dico.

Pov's Federica
Arriviamo in un parco dove ci sono tante lucette colorate, e Riccardo mi fa appoggiare al suo petto.
È strano, fino a un mese fa non volevo vederlo, lo odiavo per tutto quello che mi ha fatto, eppure lo dovevo ai miei amici e forse anche a me, e anche per colpa mia se adesso sto così bene con lui, forse non dovrei, o forse sì, so solo che non vorrei essere da nessun'altra parte se non qui con lui.

Mi squilla il cellulare, Shady.
Mi sistemo spostandomi da Riki.
-Dimmi Sha- metto il vivavoce.
-Sono Mike, ma voi due non è detto che dovete stare sempre attaccati adesso che avete chiarito-
-Guarda che ti sento coglione- ride Riccardo.
-A domani- dice Andreas dall'altra parte e poi riattacchiamo.

Riccardo mi tira a sè e mi lascia tanti baci sulla guancia e sorrido.
Sento le farfalle nello stomaco.
Mi accarezza la schiena e poi mi da un bacio sul collo, un po' mi irrigidisco.
-Torniamo a casa- sussurro.
Lui mi stringe la mano, come se non volesse però poi fa come gli dico.

Spegne l'auto arrivati sotto casa e non mi dice nulla, così mi apro lo sportello e vado via arrabbiata.

-Aspetta- sento prendermi il polso.
-che vuoi?- esclamo.
Mi tira a sè e mi stringe forte ma io non lo abbraccio.

-Non fare così, conosco il tuo cuore- sussurra e mi stacco girandomi di spalle.

Mi gira di nuovo e questa volta le sue labbra sono sulle mie, mi lascia un bacio a stampo.
-Riccardo non farlo ti prego- sussurro quasi sull'orlo di un pianto.
-Scusami, sono un coglione, perdonami Fede, non so cosa mi è  preso- si tocca il ciuffo.

-Buonanotte- dico lasciandolo lì così.

Non posso permettermi di innamorarmi ancora di lui, non posso davvero.
Sarebbe come rimettere il dito nella piaga, di una cosa che non è passata.