Ti scatterò una foto.

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È sempre stato scocciante andare a fare la spesa per mia madre, ma se in cambio c'è qualcosa, ci andavo molto volentieri.
"Limone o Pesca?" -pensavo tra me e me fino a quando non andai addosso a qualcuno.
Cercai di ricompormi e la sua voce mi sembrava chiara, sorrisi.
-Federica come stai? È qualche mesetto che non ti vedo- mi disse.
La sua carnagione era la stessa, gli occhi di una brava donna, una brava mamma che tanto mi ha voluto bene.
Ricordo quando tutte le volte che uscivamo da scuola andavo a casa sua, Raffaella ci riempiva di dolci e ricordo anche che ci abbuffavamo tantissimo.
-Raffaella ciao, va tutto bene, solo stanca per l'università- risposi.
-Ti va di venire a casa mia per un caffè?-
Tentennai un po', ma accettai.

Arrivammo poco dopo, tremavo un po' sulla soglia della porta, non ci mettevo piede da quasi due anni.
Si respirava il solito profumo di vaniglia, il clima era del tutto sereno, al contrario di quando c'eravamo io e lui in casa.

-Allora come sta andando?- mi chiese.
-Tutto bene, dopo le vacanze natalizie ho dato la prima tesi, è andata molto bene- dissi.
-Fede devo dirti una cosa-
-certo dimmi- risposi curiosa.

Mentre stava iniziando a parlare le squillò il cellulare e io le feci cenno che stavo andando in bagno.

Mi soffermai su quella porta, mi ricordo quella scritta buffa che fece su di essa, non ebbi coraggio di entrare, forse per rabbia, o semplicemente per evitare di ricordare, così ingoiai quel nodo formatosi in gola e scesi di nuovo giù.

-Allora Raffa cosa dovevi dirmi?-
-No Fede tranquilla, nulla di importante, era per una torta-
-Sei sicura? Sembrava importante-
-No no tranquilla davvero- mi disse.
-Adesso devo andare, devo incontrare gli altri, mi ha fatto piacere vederti- le dissi.

Lei mi abbracciò, forse come non lo aveva mai fatto prima, la sentivo più vicina.
Uscii da casa sua e sospirai.

-Ti aspettiamo al Bar Fede- mi scrisse Andreas e mi affrettai nel raggiungerli.

Misi le cuffie e camminai un bel po' prima di arrivare, purtroppo non avevo ancora intenzione di prendere la patente, ero indaffarata con l'università.

Mentre entrai dalla porta del retro, notai Andreas parlare con gli altri, appena notò la mia figura, smise subito.
Lo hanno sempre fatto, hanno sempre evitato di parlarmi di lui, o di farlo in mia presenza, allora a volte andavano fuori con la scusa della sigaretta, o quando arrivava una sua chiamata, coprivano subito il cellulare.
L'hanno fatto per me, per lui, per tutto quello che ho passato.

-Fede finalmente- disse Mike.
Salutami con un bacio Shady e Vittoria.
Mi sedetti accanto ad Andreas, e nessuno parlava, sembrava come se stessero aspettando qualcosa.
-Come mai questo mortorio oggi?- chiesi ridendo.
-Dobbiamo dirti una cosa- si fece serio Andreas.
-Con la faccia che hai sembra che sia morto qualcuno- dissi nuovamente ironica.
-Fede ascolta- richiamò la mia attenzione Shady.
-Lui torna domani- aggiunse.
Sapevo già di chi stessero parlando, il mio cuore perse più di un battito.
-Oh beh non mi interessa, adesso possiamo organizzarci per stasera?- risposi.
-Fede ma..-
-Andreas ho detto che non mi interessa, chiaro?!- un po' mi alterai.

Avevo imparato ad odiarlo, lo odiavo perchè lo amavo troppo e non potevo averlo.
Però l'ho odiato, non volevo sentirne di lui, non volevo sapere della sua vita e cosa gli stesse succedendo, per me era uno sconosciuto, uno sconosciuto della quale ero stata innamorata, e che forse lo ero ancora.

Quella fu l'ultima volta che lo sentii, dopo quella lettera, non ho più avuto notizie di lui, partii a Londra, qualche giorno dopo la sua partenza, tornai in Italia un mese dopo, Mattia non l'avevo mai amato, non potevo imparare ad amarlo. Gli parlai e lui fu così comprensibile da lasciarmi piangere sulla sua spalla, per l'enorme cazzata che commisi il mese prima.

Cercai Riccardo, lo cercai ovunque, non mi rispondeva al cellulare, cambiò numero ricordo, litigai con i miei amici, loro lo sentivano ancora ed io, io piangevo ogni giorno, una volta Shady e Vittoria sono rimaste sveglie tutta la notte per non lasciarmi sola.

Poi decisi di prendere un aereo dritto per Miami, ricordo che i miei amici tentarono di fermarmi in ogni modo, ma non ci fu verso, io dovevo andare da lui.

Fu un attimo, un piccolo attimo e mi crollò il mondo addosso.
Il suo appartamento fu facile da trovare e mentre cercavo di non perdermi per le strade di Miami, lo vidi, aveva i capelli un po' più corti, ma il suo solito ciuffo gli ricadeva sugli occhi blu oceano.
Appena lo vidi mi avvicinai subito, gli sorrisi, lui fu sorpreso di vedermi lì, leggevo nei suoi occhi che non se lo aspettava affatto.

-Federica che ci fai qui? Pensavo fossi a Londra- mi disse.
-Sono tornata dopo un mese Riccardo-
-Sono sei mesi che non ti vedo, non ti sento, perchè hai deciso di non darmi il tuo nuovo numero?- gli chiesi ma una voce stridula catturò la nostra attenzione.

-Amore eccoti, non ti trovavo più- gli disse una ragazza alta, bruna, era italiana.
-No ero qui, ho incontrato una mia amica di Roma-
Si diedero un bacio a stampo davanti ai miei occhi.
-Federica lei è Sara, è la mia ragazza-
Lì mi tornava tutto, le sue non risposte, i miei amici che tentavano di fermarmi, e la sua freddezza.
Vidi passare davanti ai miei occhi, tutte le volte che ho pianto, pianto da star male, le volte in cui da Londra volevo prendere un aereo e raggiungerlo e la volta in cui abbiamo fatto l'amore, la mia prima volta.

-Molto piacere Sara- mi sorrise e io strinsi la sua mano, ricacciai le lacrime, che minacciavano di uscire.
Riccardo mi guardava, non percepivo niente dal suo sguardo, avevo una stretta orribile allo stomaco.
-Io vado, è stato un piacere Sara, e ciao Riccardo buona fortuna- mi scese una lacrima che catturai subito.

Ecco quella fu l'ultima volta che lo vidi.
Sono passati due anni, ho studiato molto, ho anche trovato qualche lavoretto, ma nulla di più.
Mi dedico come sempre ai miei amici, agli amici migliori che abbia potuto desiderare, mi sono stati vicino, quando tornai dall'America non mi lasciavano un minuto sola, Andreas e Mike erano come dei fratelli, e Shady e Vittoria sono sempre state mie sorelle.
Anche mia madre mi è stata molto vicina, e a lei ho chiesto scusa per averle dato addosso quando mi impedì di andare da lui a Miami, e lo fece per me, lo fecero tutti per me, ma io ascoltai me stessa, ero innamorata, del mio migliore amico.
E lo odiavo, odiavo me stessa perché nonostante tutto l'avrei sempre amato.

Ed ecco il primo capitolo!
Un po' lungo ma racchiude la storia di due anni.
Come vi sembra?
Domani torna Riccardo!!!

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