Sputo sangue mentre cerco di alzarmi, sento solo lui che mi tira su e mi butta dentro lo stanzino. Mi alzo in piedi e lo sento insultarmi, mi gira la testa ma cerco di rimanere ferma, mi copro gli occhi con una mano per alleviare il senso di vertigini e, quando quello sparisce, batto le mani forte sulla porta, sento gia il senso di panico attanagliarmi lo stomaco, odio gli spazi chiusi, non riesco a respirare
Gli urlo di aprirmi, voglio respirare, afferro la scopa dello stanzino e la batto sulla porta, mi lancio contro la porta ma il mio esile corpo da undicenne non fa molto
Sputo il sangue, colpa del pugno alla mascella di quell'uomo, lo sento ancora prendermi a pugni e buttarmi per terra, rabbrividisco e batto le mani sulla porta di legno, ti prego, ti prego, non respiro, non riesco a respirare, prendo dei grossi respiri mentre il senso di panico mi circonda ancora di più, sento l'occhio pulsarmi dal dolore e alcuni denti farmi male quando serro la mascella ma niente è peggio del panico che mi inghiotte
Sento i polmoni ricevere meno aria e comincio a respirare velocemente, voglio piangere ma non posso, sono forte e non piangerò mai per quel bastardo
Uso le mie ultime forze per alzarmi e battere contro la porta "Fammi uscire, non respiro" urlo ansimante "Papa!" Urlo un ultima volta prima di crollare a terra e chiudere gli occhi, succede sempre così. Lui mi picchia e io lotto, uso tutte le mie forze e quando mi rinchiude nello stanzino ho un attacco di panico e alla fine crollo a terra
Questa volta non riesco a dormire, svengo per qualche secondo e quando mi sveglio vedo un oggetto di metallo per terra, nascosto
Lo afferro con le mani sporche di sangue e lo guardo, è un cacciavite a stella, utile per smontare le viti della porta e scappare
Ci ho provato, a scappare, tante e tante volte ma lui mi ha sempre ritrovato e ucciso di botte per averci provato ma io tentavo sempre, tanto mi massacra comunque
Pulisco l'oggetto e mi alzo in punta di piedi per allentare la vite, ma in quel momento qualcuno gira la chiave nella toppa, mi nascondo nell'angolo buio stringendo a me il cacciavite
La porta si apre in un cigolio terrificante e i suoi occhi verdi mi fissano inquietanti, nascondo il cacciavite dietro di me e lo fisso disgustata
"Qualcosa da dire puttana?" Chiede guardandomi e io stringo i pugni, vorrei avventarmi su di lui e ficcargli questo cacciavite nel craneo ma scuoto la testa sottomessa e lui ghigna divertito "Bene, puoi andare nella tua stanza tesoro di papà, tua madre ti verrà a trovare tra un ora, cerca di sembrare decente"
Annuisco nascondendo il cacciavite sotto la felpa e scappando nella mia camera
Appena chiudo la porta stringo le dita felice sulla mia arma e la nascondo sotto il materasso
***
"Cosa hai fatto?" Mi chiede Kate guardandomi seria, non riesco mai a capire cosa prova, è sempre così dura e non riesco a capirla
"Lo sai cosa ho fatto" dico chiudendo la porta e toccandomi il punto ferito sulla guancia "Portami via mamma, ti prego, portami via" sussurro tremando
"Non posso, se ti porto via, subirai cose peggiori di questo, voglio proteggerti" mi dice accarezzandomi i capelli
"Mi proteggi mamma? Ho undici anni, non voglio passare la mia vita venendo maltrattata da lui, voglio che tu mi porti con te, portami con te" le sussurro permettendo ad una lacrima di scendere solitaria
"Non posso, mi dispiace" restiamo in religioso silenzio per dieci minuti poi lei capisce e si alza andandosene
Odio lei, odio mio padre, odio tutti, cosa avrò mai fatto di male per meritarmi questo?
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Dolore //Thiam//
FanfictionStoria ambientata dopo la 6B La vita era una sola e per questo i ricordi erano la cosa piu importante, la cosa che ti permetteva di vivere I ricordi sono la vita, sono quello che ti fanno essere te stesso. Ma Theo non lo sapeva più, il nero piu buio...