Eccolo, era arrivato apposta per lei.
Avanzò con passo sicuro verso la porta a vetri scorrevoli, dando una spallata ad un'anziana che stava entrando. Si voltò solo per un attimo verso la fredda superficie del vetro, che gli rimandò indietro la figura di un uomo alto e robusto, dalla capigliatura nera e le movenze decise. Durò solo per un attimo, non fece in tempo a vedere quel volto, vide solo due grandi occhi che lo fissavano, due occhi vivi, dello stesso colore delle foglie secche in autunno.
Passò avanti a tutte le persone in fila, che si lamentarono rumorosamente, inveendo contro di lui. Per farsi largo buttò giù con uno spintone un espositore di cerotti e medicazioni, la vecchia padrona venne verso di lui strillando come una pazza, lui dall'alto della sua stazza mastodontica la sovrastava come una montagna nei confronti di una formica, la spinse via senza la benché minima fatica, si avviò verso il bancone e raggiunse il retro.
A terra c'era una piccola e tenera creatura, rovesciata su di un fianco. I lunghissimi capelli rossi le ricadevano sulle spalle tremanti, tutt'intorno scatole, scatolette e una scala di metallo. Un gruppo di persone la circondavano e ridevano.
Lei a stento tratteneva le lacrime, mentre dei gemiti di dolore le sfuggivano dalle labbra socchiuse. All'altezza delle spalle, dalla meravigliosa massa di boccoli fulvi spuntavano due ali di farfalla di superba bellezza, i colori iridescenti mandavano riflessi in tutta la stanza al più piccolo movimento.
Una delle ali era spezzata.
Un uomo calvo, la persona che rideva di più, le si avvicinò e le tirò un calcio sull'ala che penzolava senza vita.
Lei mandò un grido acuto per il dolore.
A quella vista si rese conto che non avrebbe sopportato un altro secondo di più.
Si voltò verso il tizio pelato, lo afferrò per un braccio e, prima che questi potesse reagire, strinse con tutta la forza che aveva.
Il tremendo suono delle ossa che si spezzavano riempì la stanza, tutti indietreggiarono inorriditi mentre il tizio si accasciava sul pavimento tenendo il braccio stretto al petto.
Poi volse lo sguardo verso la creatura più incantevole che mai avesse ricevuto vita su quel mondo, la prese in braccio facendo attenzione a non urtare l'ala spezzata e con un balzo scavalcò il bancone lucido rosa confetto, gettando a terra due computer colpiti con una gamba durante il salto.
Camminò dritto di fronte a sé senza mostrare alcun indugio, dirigendosi verso l'uscita.
«Sei venuto per salvarmi?» disse lei in un sussurro, fissandolo con occhi stanchi e allo stesso tempo colmi di speranza.
«Sì. Ti porto via da questo posto orribile»
Una volta fuori la poggiò con delicatezza sul sedile di una possente moto rossa e si sistemò davanti a lei.
L'attimo dopo sfrecciavano così veloci che l'unica cosa che poteva udire era il fischio del vento freddo nelle orecchie e l'unico calore che poteva sentire era quello del corpo di lei stretto alla sua schiena.
Tutti gli altri mezzi sembravano correre nella direzione opposta alla loro, ma questo non aveva alcuna importanza.
Loro erano più veloci.
E poi erano insieme.
Appena raggiunta l'aperta campagna sentì dentro quella sicurezza che forse capita solo una volta nella vita.
Ma spesso nemmeno una.
La sicurezza che ogni cosa sarebbe andata per il verso giusto.
Nulla avrebbe potuto fermare la sua moto, nulla avrebbe potuto separarli.
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U-Ragno Chronicles
RomanceQuanto può essere difficile la vita di un povero ragno esaurito alle prese con una moglie in costante crisi depressiva? Molto più di ciò che si possa immaginare. Ma per fortuna un giorno fa la sua comparsa la bellissima Rita, in grado di fargli dime...