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"Meglio, grazie Jin".
Spense la luce e ci demmo la buona notte.
Io ripensai alla serata, prima che i Bangtan corsero a salvarmi.

Non mi sono mai spaventata tanto.
Molto probabilmente non avrei dormito molto.
Pensavo che non sarei riuscita a difendermi, forse mi ha aiutato il fatto che fossero leggermente ubriachi.

Presi il mio telefono abbassando la luminosità dello schermo per non disturbare Jin, cercando di scacciare quelle visioni orribili dalla testa e aprii un sito che non visitavo da mesi sulla scuola d'arte di Firenze, la migliore al mondo.
Avevo ricevuto 2 messaggi da un professore in merito ai miei disegni che pubblicavo da ragazzina su paesaggi e ritratti, si complimentava per la mia bravura, chiedendomi se volevo iniziare un corso per la pittura rinascimentale.
Mi scusai per aver risposto tardi e chiesi quando questo corso sarebbe costato e quando si sarebbe svolto.
Ricevetti immediatamente una risposta stupendomi dell'orario così tardo.
La risposta diceva che sarebbe iniziato a maggio, quindi tra 10 mesi circa e che il prezzo ammontava intorno ai 2.000 euro.
Accidenti costava molto, ma considerando che avrei lavorato con dei professionisti, che mi avrebbero insegnato nuove tecniche e altre per migliorare quelle che conoscevo già di mio e che avrei realizzato quadri a dir poco favolosi vendendoli con estrema facilità.

Da parte mia risposi che dovevo pensarci, non potevo lasciare tutto per ritornare qualche mese in Italia.
Ripensandoci non ho quasi nulla che mi trattiene qua.

Erano le 4.00 passate quando rimisi il telefono sul comodino.
Jin stava dormendo come un'angoletto ma la sua espressione era ancora chiaramente preoccupata. Preoccupata per me.
Feci un leggero sorriso mentre gli spostavo dei capelli dagli occhi.
Erano così belli, ed erano talmente neri che avrei potuto specchiarmici.
Pian piano chiusi gli occhi avendo ancora la mia mano appoggiata su di lui.

Mi risvegliai di soprassalto tormentata da quegli incubi che mi mostravano solo quei due ragazzi intenti a divertissi facendomi del male.
Cercai di richiudere gli occhi ma quei ricordi continiavano a persistere così decisi di andare alla finestra.

Ci misi un bel po per arrivarci senza cadere e lamentarmi.
Mi inginocchiai aprendola poggiando le braccia sul davanzale e la testa sopra di esse.

Guardai le stelle e la luna svanire pian piano, venendo sostituite dal sole e dalle sfumature di colori del cielo che non potevano essere paragonate alla bellezza di un cielo stellato o qualsiasi altra parte del giorno, perché in qualsiasi ora di quest'ultimo il cielo è fantastico, anche in qualsiasi occasione, se d'inverno, primavera, estate, autunno o se fosse stato soleggiato o avrebbe piovuto.
L'alba mi ricordava momenti di felicità, mi tranquillizzava.
Dalla casa del ragazzo che cominciava a piacermi potevo vedere al meglio la luce del sole che iniziava a salire,
a precorrere tutta la vallata attraversando le montagne, casette di contadini fino ad arrivare a me, al mio viso ed oltre, scaldandomi.
Chiusi gli occhi godendomi il tepore dei primi raggi del giorno, oggi sarebbe stata una bella giornata, me lo sentivo.

________________________________Jin

Mi svegliai sentendo dell'aria fredda sulla punta delle dita dei miei piedi.
Mi ritrassi quando vidi Gween inginocchiata, appoggiata sul davanzale della finestra di camera mia.

Mi alzai e andai a prenderla dando uno sguardo veloce all'alba semplicemente splendida, mi rilassava e quelle poche volte che riuscivo a vederla mi fermavo e facevo una foto, infatti il mio telefono ne era pieno, questa volta mi limitai a darle un'occhiata.
La appoggiai sul letto cercando di non svegliarla e sopratutto farle male, in seguito il mio sguardo ricadde sulla cerniera della mia felpa che stava indossando abbassata formando quella che si definisce "scollatura", sentendomi in imbarazzo la rialzai e andai in cucina per preparare la colazione.

Oggi avevo deciso di preparare qualcosa di buono, come aveva fatto lei con me quando ero stato suo ospite.
Avrei ricambiato con un piatto altrettanto speciale come il suo,
quello preferito dai miei genitori.

Entrai in camera a passo felpato per dare da mangiare ai miei due animaletti, Oden e Eomuk, due petauri dello zucchero, gli avevo chiamati così perché Oden deriva dal nome del mio piatto preferito giapponese ed Eomuk è la parola coreana per definire quel piatto.

Sono piccoli e carini, sto cercando di adderstrarli per farli stare con me mettendomi dello yogurth sulle dita in modo che loro si possano fidare di me.
Aprii la loro gabbietta nel modo più silenzioso possibile e gli versai il loro cibo preferito nelle ciotoline.

La richiusi e mi alzai da perterra.
Vidi Gween che mi stava guardando sorridendo.

"Ciao !"disse con una voce debole e rauca che mi fece sciogliere, subito mi avvicinai a lei vedendo che voleva alzarsi.
La aiutai e gli feci un grosso sorriso da battere quello dello stregatto pensando che tra qualche secondo avrebbe visto la colazione prelibata che le avevo preparato.
Le sarebbe piaciuta sicuramente visto che avevamo gli stessi gusti.

Lei vide i miei petauri ed esultò dicendo che erano graziosi e piccoli.
Sentivo il mio cuore battere più veloce solo nel sapere che le piacevano le mie stesse cose al mio stesso punto.
Li presi e gli porsi Oden, lei lo prese con delicatezza e iniziò a massaggiargli sua la testolina sofficie e grigia.

Qualche minuto dopo li ripresi e li rimisi nella loro casetta dove loro stavano comodi e tranquilli come dei papi sul loro cuscinetto altrattanto sofficie e morbido.
La accompagnai in salotto facendola sedere sul divano e andai in cucina per prendere i nostri due piatti.

I suoi occhi luccicarono di avidità vedendo le creap con mirtilli che le avevo preparato.
Non potei fare a meno di sorridere e mi sedetti accanto a lei.

"Sono buonissime !" esclamò avendo dato tre forchettate consecutive alla colazione infilandosele in bocca.
Risi al suo impacciato tentativo di infilzare un miritillo.
"Mi fa piacere che ti piaccia."
"Aspetta ti sei sporcata qui." gli dissi prendendo un tovagliolo.
"Dove ?"
"proprio qui". Appoggiai il fazzoletto accartocciato sul tavolino dopo averle pulito una goccia di marmellata di pesche dalla bocca.
Arrosì abbassando lo sguardo, eravamo affamati tutti e due non avendo cenato e lei non si era preoccupata di fare bella figura davanti a me mangiando come una principessa.
Lo apprezzai molto, come quando mi fece i suoi complimenti.

Mi ero incantato dinuovo vedendo le sue labbra.









✾Love Ends° (kim Seokjin)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora