"I remember the day you told me you were living,
i remember the make up running down your face,
like the dreams you left behind, you didn't need them,
and every single wish we ever made.
I wish that i could wake up with amnesia,
and forget about this stupid little things,
like the way it felt to fall asleep next to you,
and the memories i never can escape.
'Cause I'm not fine at all."
Il freddo pungente le penetrava nella pelle e le provocava dei leggeri brividi in tutto il corpo. Infilò le mani nelle tasche della giacca di pelle nera e si sedette alla loro panchina. Quest'ultima si trovava nel bel mezzo del parco, fra due alberi, e da quella postazione si poteva ammirare l'innocenza dell'essere ancora bambini, troppo piccoli per conoscere l'essenza della vita, per sapere quale sentimento oscuro si celava dentro di essa.
In lontananza intravide un'ammasso di capelli verdi, e le venne spontaneo sorridere. Il ragazzo la raggiunse e le rivolse uno dei suoi sorrisi migliori, sbilenco, vero. Lui amava ammirare la sua bellezza, amava catapultarsi in altri mondi incantandosi ai suoi occhi, amava lei. E lo distruggeva il fatto che non l'avrebbe mai avuta.
Senza esitare un attimo la strinse tra le sue braccia e ispirò a fondo il suo odore di vaniglia. Sarebbe rimasto in quella posizione per sempre.
"Ei, Cliff." lo salutò lei dopo essersi sciolta da quell'abbraccio.
"Prim, hai gli occhi tremendamente rossi, hai pianto?" le chiese spostandole un ciuffo ribelle dietro l'orecchio.
"Non riesco a sopportare più tutto questo. Sono stanca, Mike, come mai prima d'ora. Lo odio così tanto, talmento tanto da amarlo e questo mi distrugge, capisci?"
Capiva.
Sentì una fitta al cuore, perché vederla in quelle condizioni lo faceva sentire uno schifo, perché se lei avesse scelto lui l'avrebbe fatta sorridere, le avrebbe fatto dimenticare la parola 'dolore' . L'avrebbe amata.
"Prim, devi dimenticarlo. E giuro sul bene che ti voglio che ti aiuterò, io ci sono, e ci sarò sempre."
Lei poggiò la testa sulla spalla di Michael e iniziò a singhiozzare silenziosamente mentre lui le accarezzava i capelli e le sussurava:
"Tranquilla, andrà tutto bene. Ce la farai, te lo prometto."
"Ei, Mikey?" lo richiamò lei.
"Si?"
"Ti voglio bene, lo sai?"
Per un attimo calò il silenzio.
"Si, lo so."
***
"Salve, Signora Clifford." salutò con un cenno della mano la madre di Michael. Lui l'aveva ospitata e lei aveva accettato perché non aveva alcuna intenzione di vedere la sua famiglia, e in particolare sua sorella, soprattutto dopo che l'aveva ferita senza ritegno.
"Ei mamma, Prim resta a cena da noi, è un problema?" le chiese Mike.
"No, è un piacere averla con noi." rispose sfoggiando un tenero sorriso.
Salirono le scale e andarono in camera del ragazzo. Le piaceva quella casa, dava un senso d'accoglienza che nella sua non trovava.
Si distese sul letto insieme a Michael e si soffermò sulla fotografia sul comodino accanto a lei. Ritraeva Mike da piccolino, con i braccioli, che, in riva al mare, teneva saldamente la mano di suo padre. Entrambi sorridevano. Erano..felici. Il ragazzo seguì lo sguardo di Prim, e i ricordi fiorirono come margherite a primavera.

STAI LEGGENDO
Saved. || Luke Hemmings
Fanfiction"Quel nome, aveva sperato di non saperlo mai più. L'aveva tenuto lontano per giorni, mesi. Aveva pochi istanti per impedire che ritornasse, a ferirgli l'anima e i ricordi."