Cap. #20

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~~••~~
-Cosa vuoi fare?- Le chiedo mentre usciamo dallo stadio. I ragazzi sono ancora dentro e noi siamo a piedi. -Io ho la macchina a casa mia, siamo a piedi. Vuoi festeggiare la vittoria?-
-No. Voglio stare con te.-
-A che ora hai il volo domani?-
Fla sbuffa, triste. -Presto, alle 8 devo essere in aeroporto per il check in.-
-Non c'è problema.- Le do una carezza sul viso, è così bella. -Facciamo così. Vai in hotel, fai la valigia. Io intanto vado a casa, prendo la macchina ti vengo a prendere e poi stiamo assieme.-
-Ma Giulia? Non posso lasciarla... domani abbiamo il volo insieme ti ricordo.-
-A questo problema c'è una soluzione. Sergio!- urlo al mio compagno di stanza. Lui si gira, tenendo sempre la sua preziosa Giulia stretta a sé.
-Ohi!- Ci vengono incontro.
-Ascolta, voi che fate?- Loro si guardano in silenzio. -Va beh, io vado a casa mia, a prendere la macchina e poi recupero Fla all'hotel. Domani mattina per le 6 vi passiamo a prendere e andiamo in aeroporto. Ok?-
-Si direi che è perfetto. Dove ci vediamo?-
-Eh, dipende dove siete!-
-Giu, ci sentiamo ok? Per le 5,30 mi fai sapere dove siete.- Interviene Fla.
-Ci sto.-
I nostri due amici ci lasciano soli.
-Fer?-
-Dimmi.-
-Ti accompagno a prendere la macchina?-
-Perché?- Lo ammetto certe volte sono tonto.
-Beh, così possiamo stare di più insieme.- Si imbarazza mentre lo dice, abbassa lo sguardo.
Le tiro su il viso, la adoro quando fa così. La bacio. -Andiamo.-
Le nostre mani sono sempre unite, non so come farò senza di lei. Ormai mi sono abituato ad averla accanto, a vederla ridere, abbassare lo sguardo, arrossire. Abbiamo passato due notti insieme, due notti splendide. Abbiamo fatto l'amore come non ho mai sperimentato prima, pensando prima a lei poi a me. Non mi importava di me, ero già soddisfatto così. Volevo però che lei se lo ricordasse per tutta la vita. Che godesse per merito mio.
Mi sono già abituato a sentire le sue labbra sulle mie, ad assaporarla, stringendola a me respirare il suo dolce profumo.
-Ti sei divertita alla partita?- Le chiedo una volta in casa, dallo stadio non abbiamo più parlato, solo baci, contatti tra noi, un silenzio che vale più di mille parole.
-Molto. Sai tante persone ci hanno fotografate! Eravamo ridicole.- Poi si guarda, ancora vestita da tifosa. -Ehm..sono ridicola.-
-No sei bellissima.- Mi avvicino a lei, le chiavi della macchina in mano. -Mi mancherai lo sai? Verrò in Italia appena posso, ma prima devo partecipare al rientro in Spagna con la squadra.-
-Lo so. Non ti preoccupare.-
-Farai la brava?- Mi sorride, quel sorriso così dolce che mi fa palpitare il cuore. Che mi fa desiderare di possederla, di farla mia seduta stante.
-In che senso?-
-Avrai molti ammiratori adesso, sei famosa.-
-Non mi interessa.-
-Di essere famosa o dei fan?-
-Entrambe. Voglio solo te. È sempre stato così. Sono sempre stata innamorata di te. Solo ora che ti ho qui davanti mi rendo conto di quanto fossi invaghita di te.-
Come puoi resistire a una ragazza che ti dice così? Non puoi. Lascio cadere le chiavi per terra, fregandomene del parquet; inizio a baciarla con passione crescente. Non so come riusciamo a raggiungere il divano. -Non sei stanco?-
-Di te non potrei mai esserlo.- Facciamo l'amore così, lei con ancora indosso la maglia di Abate, io con la maglia della squadra. È bellissimo, intenso, sincero.
-Non avevo mai sperimentato il mio divano.- Le accarezzo la testa, ogni tanto le do qualche bacio leggero. Sono sfinito, ma soddisfatto e rilassato in una maniera incredibile. È stupendo farlo con lei.
-Non ci credo. Lo dirai a tutte.-
-Tu non sei tutte. E comunque non è vero. È la prima volta. Anche che lo faccio con dei vestiti addosso.-
-Scusa.-
-Di cosa?- Mi blocco un attimo.
-Per non averti spogliato.-
Scoppio a ridere. -Allora scusa anche te.-
-Perchè dovresti chiedermi scusa? È stato bellissimo.- Fla si gira e mi bacia dolcemente. Una delle poche, se non l'unica che mi dice che è stato bellissimo. La amo. -Cosa dici andiamo a prendere la mia roba?-
Guardo l'ora, sono già le 3. -Sarà meglio.- A malincuore mi alzo, la guardo rimettersi i pantaloncini. -Sei bellissima.- La prendo sui fianchi e la bacio. Ed ecco di nuovo l'imbarazzo che cresce in lei, sorrido. -Mi mancherà il tuo imbarazzo, lo sai?-
-A me mancherai te. Quando pensi di venire?-
-Presto. Te lo prometto. Appena finite le cose reali prendo il primo volo per venire da te.-
-Ti aspetterò.-
-Lo spero.- Con un ultimo bacio mi stacco da lei e mi metto i pantaloni della tuta. -Vuoi una felpa?-
-No, userò questa.- Si mette la bandiera come mantello. -Come sto?-
-Sembri una batman italiana.-
-Lo prendo come un complimento.-
Ridendo usciamo ed andiamo in hotel. Non ho mai provato una serenità così intensa, ho appena perso la coppa del mondo eppure non mi interessa, non finchè ho lei vicino. Ogni tanto la guardo, gioca con la radio, fino a quando non trova una canzone che le piace, allora inizia a cantarla. -Mamma mia se sei stonata!- Mi da un leggero pugno sulla spalla. Che bello, finalmente si è sciolta anche con me. Finalmente è lei stessa, riesco a godermi lei in tutte le sue sfumature, in tutto il suo essere. Se penso alla cena all'Hard Rock che era tesa, rigida ma lo era solo con me. Quante cose sono cambiate in una settimana.

~~••~~
-Spero che non siano in camera nostra quei due.- Spero che Giulia abbia capito che devo andare a prendere le mie cose!
Per nostra fortuna non sono in camera, anzi, non è rimasto più nulla oltre alle mie cose. Prendo il mio bagaglio e inizio a riempirlo. Poi penso a quello che mi ha detto la mia migliore amica. "Voglio che abbia qualcosa di mio." Capisco quello che ha provato. Mi levo la maglietta di Abate, tanto ora ho l'originale usata e sudata per giunta.
-Ehi che fai?- Il suo sguardo si accende, malizioso.
-Non ti illudere bello mio.- Intanto però Fernando si alza, mi abbraccia sui fianchi, mi bacia il collo.
-Ho perso l'occasione di levartela prima. E ora tu ti spogli così davanti a me. Mi provochi.-
-Torres!- gli urlo mentre mi bacia il collo. Lui ride, lo sento sulla pelle.- Un attimo, tregua, tregua! Ti prego!-
Lui, sempre avvinghiato a me, mi guarda.
-Tieni. Voglio che tu abbia questa.-
-Ma è la tua maglia.-
-Appunto, voglio che la abbia tu. Così ti ricorderai di me.-
-Non potrei mai dimenticarmi di te.-
-Va beh, non si sa mai. Sei ambito. Magari arriva qualche bella modella e ti rapisce il cuore.- Lo dico scherzando, ma sono paure vere, timori reali.
-Nessuna mi ha mai rapito il cuore realmente, l'ho capito solo da quando ti conosco. Non ho mai amato prima di te.-
-Ridillo.-
-Cosa?-
-Quello che hai detto.-
-Non ho mai amato prima di te?- Lo bacio. In poco tempo ci ritroviamo ad amarci di nuovo, stretti una all'altro, le mani intrecciate che si stringevano nei momenti di puro piacere. Fernando si accascia su di me. -Tu mi vuoi morto.-
-No, assolutamente no.- Mi suona il cellulare, d'istinto guardo l'ora: sono già le 5,20. La tristezza dev'essere ben visibile sul mio volto, perché Fernando mi prende il volto tra le mani, mi fissa e mi bacia. -Ti amo.-
Non me lo aveva mai detto così esplicitamente, così apertamente. Mi sento il cuore accelerare, correre veloce, picchiarmi contro la cassa toracica fino a farmi male.
-Non mi dici nulla?- Mi guarda sorridendo.
-Ti amo!!!- Un altro bacio, dolce, molto dolce.
-Dai andiamo o rischi di perdere il volo. Anche se l'idea non mi dispiace.-
-Tu a che ora parti?-
-Nel primo pomeriggio.-
-Sei stanco?-
-No, assolutamente no. Dammi la valigia.-
-Ma va, la porto io. Figurati.-
-Ho detto: dammi la valigia!- Me la strappa letteralmente dalle mani.
-Guarda che ha le rotelle, non faccio fatica.-
-Non mi interessa.- Mi passa un braccio sopra le spalle e così ci avviamo verso la hall.
-Faccio il check out e arrivo.- Vado dalla portiere notturno, restituisco le chiavi e me ne vado. Non senza essere osservata a lungo. Tiro fuori il mio cappellino del Chelsea e lo metto.
-Che fai con quello?-
-Odio che tutti mi fissino.-
-È normale, sei bellissima.-
-No, non è normale. Lo fanno perché sono con te. Ma io non voglio essere il loro argomento del giorno.-
-Mi dispiace per te, ma lo sarai. Anche perché ti ho baciata in mondo visione.-
-Quello è un altro discorso. E poi in quel momento non mi interessava. C'eravamo solo noi.-
-Vero.-
Nel parcheggio troviamo Sergio e Giulia già lì ad attenderci.
-Potete evitare di farlo sulla mia macchina?- Fer fa scattare l'apertura dell'auto con il telecomando. Loro due ridendo si staccano, dalla vettura ma stanno appiccicati lo stesso.
Carichiamo i bagagli e andiamo. Il tragitto è lungo, ma parliamo parecchio, della partita sopratutto.
-Grazie della maglia.-
-Che maglia?- Fernando mi guarda non capendo.
-Quella di allenamento.-
-È un prestito avevamo detto no? Prima o poi me la devi ridare.-
-Ah, te lava quella di Ignazio per favore. È sucida.-
-Non ci penso proprio.- Lo guardo un po' schifata, era un giorno intero che l'avevo addosso. -Ha il tuo profumo, non ci penso a lavarla almeno finché non ti rivedo.-
-Avete finito di fare gli smielati li davanti?- Sergio spunta con la testa tra i nostri sedili.
-Parli?- gli rispondo. Mi scompliglia tutti i capelli. -Ma dai! Sembro una pazza!-
-Tu sei pazza!- Giulia sa poco di spagnolo, ma loca lo capisce benissimo.
Parcheggiamo, i ragazzi ci aiutano con le valigie nonostante i nostri tentativi di dissuaderli. Il nostro check-in è già aperto, lo facciamo ma aspettiamo ad andare nel gate almeno fino all'ultimo minuto.
-Fai la brava.- Fer mi abbraccia forte, mi stringe a sé.
-Tu piuttosto.- Lancio un'occhiata eloquente intorno a noi, molte persone, ragazze soprattutto sono lì che li fotografano, qualcuna si è avvicinata per una foto e loro gentili come sempre si sono prestati per poi tornare da noi.
-Non mi importa di nessun'altra. Ti amo.-
-Anch'io mio campione.-
Saluto Sergio abbracciandolo. -Tienimelo d'occhio.- gli sussurro.
-Lo faccio se tu tieni d'occhio lei.-
-Non ce ne sarà bisogno ma lo farò.-
-Ci vediamo presto.-
-Lo spero. Ciao!-
Con gli occhi lucidi, lascio Fer a Londra per tornare a casa.

Love on the web - Nihal || Fernando TorresDove le storie prendono vita. Scoprilo ora