Cap. #8

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-Non fate caso a come entriamo.- Ci comunica Sergio mentre lui e Fernando si mettono in testa due cappellini del Chelsea.
-Ehi! È come quello che ti sei comprata oggi. Potevi fartelo regalare.- Giulia, vorrei ucciderla. Ma come le salta in mente di dire una cosa simile!
-Siete andate allo store oggi?- Mi chiede Fernando, avvicinandosi a me.
-Si. È bello!- Ma cosa dico? Maledetta me!
-Potevi dirmelo che volevi un cappellino! Senza contare che costa anche parecchio per essere uno stupido cappello.-
-Non mi permetterei mai di chiederti una cosa simile. Non ne ho alcun diritto.-
-Invece si.- Il suo sguardo è fermo. -Chiedimi quello che vuoi senza problemi.-
-Ok. Però hai ragione, hanno dei prezzi fuori dal comune! Manco in Italia sono così cari!-
Lui ride. Poi mi tocca la mano e mi indica davanti a me, Sergio e Giulia seguono la cameriera tra i tavoli, mano nella mano. Sorrido, provo un misto d'invidia e felicità incondizionata per lei.
-Posso farti una domanda?- Chiedo mentre raggiungiamo gli altri al tavolo. Per nostra fortuna è uno degli ultimi nella sala al piano di sotto, non so se è fatto di proposito oppure no.
-Certo. Chiedi.-
-Perchè i cappellini?-
-Ahahah. Perchè almeno riusciamo a passare inosservati. Non è così strano qui girare anche di sera con un cappellino con la visiera. Lo tiriamo un po' giù e per una sera siamo ragazzi normali. Lo facciamo anche con gli altri. Solo che quando usciamo tutti insieme, poi ci riconoscono sempre.- Mi guarda sorridendo. Forse è meglio che non chiedo altro sulle sue serate. Gli sorrido scuotendo la testa.
-Ora tocca a me, per che squadra tifi?-
-Vediamo se indovini.- Rispondo mentre prendo il menù. Inizio a sentirmi a mio agio, il nodo che avevo prima si è sciolto finalmente e riesco a godermi la sua presenza, la sua vicinanza. Sento ancora il profumo dei suoi vestiti, il calore del suo abbraccio. Maledico ancora Giulia per averci interrotto.
Lei e Sergio discutono su cosa mangiare. Se un hamburger, un piatto di fajitas, dei nachos. -Sicuramente no la pasta. -Sento che gli dice. Poi torno a Fernando che mi sta guardando.
-Allora?- Gli chiedo. -Non ti interessa?-
-Si ma come faccio a indovinare. Dammi qualche indizio.
-Fammi delle domande!- Scoppio a ridere fa una faccia buffissima.
-Non ridere!- Mi infila un dito nelle costole per giocare.
-Ahia!-
-Ma non soffri il solletico?- Chiede deluso.
-No!- Gli faccio una linguaccia.

~~••~~
È splendida, ha dei modi di fare così semplici, così genuini che sembra uscita da un film.
La guardo ridere mentre mi sfida a indovinare la sua squadra del cuore. Ha un sorriso contagioso. Ho voglia di baciarla. La cameriera ci interrompe proprio mentre stavo per perdere il controllo. Meglio.
-Io vorrei una birra e delle fajitas di pollo.- Fla è la prima a ordinare e mi stupisco di sentire che ordina la birra e non una diet coke come tutte le ragazze con cui sono uscito ultimamente. Guadagna sempre più punti.
-Io, invece, vorrei un BBQ Bacon Cheeseburger e una birra. - Anche Giulia non scherza.
-Oh finalmente due ragazze con appetito!- Commenta Sergio prima di ordinare a sua volta.
-Torniamo a noi. Allora... È italiana?-
-Beh mi sembra ovvio!- Risponde come se la mia fosse una domanda scema. Forse un po'.
-Beh, sai molte mi dicono: "la mia squadra è dove giochi te." Che cazzate. Italia dunque. Dimmi una bandiera.-
-Beh se te lo dico tanto vale che ti dico la squadra!- Sembra quasi indignata. Quindi dev'essere una squadra importante a livello europeo.
-Ha vinto delle coppe?- Non ricevo manco risposta. Mi guarda storto e prende una lunga sorsata di birra. Quando poggia il bicchiere mi guarda di nuovo, il mio braccio si muovo involontariamente, la mia mano le sfiora il lato sinistro della bocca e le levo la schiuma. Le mi guarda, diventando viola.
-Baffi.- Le dico per allentare la tensione.
-Gra...grazie.-
-Allora....dal tuo sguardo direi che la tua squadra ha vinto.-
-Parecchio!- Aggiunge senza farmi finire.
-Juventus?-
-Oh mio dio! No! Paolo Maldini?-
-Milan!- Le dico sorridendo. -Avevi ragione, con un nome era troppo facile!-
-Già! Quando arriva da mangiare? Ho fame!- Protesta, bevendo ancora un po' di birra.
-Sai, credo tu sia una delle prime ragazze che viene a cena con me e non sta attenta a quello che mangia, beve o a come è vestita.-
-È...sbagliato?- È titubante quando parla.
-Nono! Anzi, è una cosa che mi piace. Vuol dire che sei a tuo agio.-
-Se..Più o meno.- Lo dice a bassa voce, ma la sento. Mi avvicino a lei. La sento irrigidirsi.
-Non devi essere tesa. Non ti faccio nulla giuro. Mi fa piacere che grazie a loro ci siamo rivisti.-
-Anche a me.-
-E poi, non è una cosa sbagliata, mi piace tu sia così. Che non te la credi, che sei con me come sei con i tuoi amici che conosci da sempre.-
-Che ne sai tu?-
Ha ragione, io cosa ne posso sapere? Ma lo sento, ne sono sicuro che lei è così. Che è se stessa. -È una mia impressione.-
-Esatta.- Aggiunge. - Scusa se ieri sera non ti ho risposto. Mi sono addormentata.-
-Non sei la sola. Anche Sergio si è addormentato con il cellulare in mano. Voleva scrivere a Giulia. Ma mi dici una cosa?-
Annuisce.
-Ma che ci avete fatto?-
-In che senso?-
-Beh, ieri eravamo due estranei, più o meno, e stasera è la seconda sera che ceniamo insieme. Non ci era mai successo.-
-Potrei dire lo stesso. Arriva la pappa!- Parla in italiano, ma non è difficile capire che si sta riferendo alla cena. -Ma è possibile che io sia sempre l'ultima?- Si lamenta con Giulia, intanto che le ruba le patatine dal piatto.
-Prendevi un panino come noi e non aspettavi! Eh lascia stare le mie patatine!-
-Vuoi un morso?- Fla si gira e mi guarda.
-Davvero?-
Mi guardo in giro facendo finta di cercare qualcuno. -No guarda parlavo con quello al tavolo accanto.-
Altra linguaccia; stasera potrei battere ogni record.
-No grazie.- Mi dice con aria superiore, alzando il mento e chiudendo gli occhi.
-Dai tieni! Dacci un morso.- Le metto il piatto davanti. Mi guarda di sbieco. -Sicuro? Posso?-
-Ma certo! Se però me lo chiedi un'altra volta la risposta è no.-
Ancora un po' incerta, prende il panino e ci da un morso.
Io e Sergio scoppiamo a ridere.
-Che c'è?- Chiedono in coro le due ragazze.
-Oddio ma voi da che pianeta venite?- Sergio è piegato in due dal ridere. Loro si guardano, entrambe con il panino in mano.
-Perchè?-
-Te lo ripeto. Non siamo mai usciti con ragazze come voi! Di solito mangiano con coltello e forchetta! E noi ci sentiamo a disagio, voi invece avete preso il vostro panino, tu il mio -sottolineo- e lo avete morso senza problemi.-
-F-A-N-T-A-S-T-I-C-H-E!

~~••~~
Scoppiamo a ridere. Poggio il panino di Fer e gli ripasso il piatto.
-Non mi sembrava di aver fatto una cosa tanto strana!- Sorseggio un altro po' di birra. È quasi finita e non ho ancora mangiato. Uffa! -Ehm...voi bevete ancora?-
-Tu si?- Sergio. -Scusa! Ci porti altre 4 medie?-
Finalmente arrivano le mie fajitas.
-Uhhh!! Belle!- Sergio si ruba una forchettata di insalata.
-Ehi!- Per tutta risposta ride.
Poi mi sento toccare il braccio. -Mi devi un pezzo delle tue fajitas per il morso del mio panino.-
-E questo dove sta scritto?-
-Da nessuna parte, ma lo dico io!-
Finiamo di cenare ridendo, parlando. Fernando mi poggia una mano sulla coscia mentre mi ruba un sorso di birra. -Piano campione! Ma voi non avreste le cene da ritiro?- Non ci avevo riflettuto, ma loro in teoria dovrebbero essere in ritiro.
I due atleti spagnoli si guardano senza rispondere. Poi Fer guarda l'ora. -Cazzo! È ora di andare! Il mister ci farà il culo domani!-
Paghiamo il conto.
-Ehi fermatevi voi due! Vi dobbiamo dare la nostra parte!-
-Femo a romana!- Dice Giulia con un pessimo accento romano.
-Non esiste che vi facciamo pagare! Ieri sera avete cucinato e offerto voi era il nostro turno.- Fernando mi passa un braccio intorno alle spalle. Brividi. Siamo ancora dentro il locale e lui mi abbraccia.
-E poi io dovevo un caffè a Giulia.-
-Me lo devi ancora! Non ho preso il caffè!- dice lei tenendolo per mano. L'invidia che provavo prima ora non c'è, solo immensa gioia e mille emozioni si animano in me.
-Ti va di sederti davanti?-
-Certo!- Rispondo d'impulso.
-Bene.- Mi stringe ancora un po' a se. E' bellissimo.
Questi due giorni a Londra sono i più belli della mia vita. E credo che il meglio debba ancora venire, ma se non verrà non mi importa. Vivo al momento e quello che sto vivendo è semplicemente stupendo.

Love on the web - Nihal || Fernando TorresDove le storie prendono vita. Scoprilo ora