Legami

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"Dove siamo?"

"È la stazione di King's Cross tesoro, era scritto nella lettera che il treno per Hogwarts sarebbe partito da qui."

La lettera.

Quel pezzo di carta diventerà la mia ascesa verso la disperazione, ogni cosa mi riporta ad essa.

Non ho paura degli altri, non ho paura di affrontare la realtà.

Ho paura di me stessa.

Il mio unico tormento.

Mio padre apre la portiera della macchina e la visione del sedile anteriore si pospone a quella del luminoso atrio semicircolare che mi si presenta davanti.

Il cigolio di scarpe della gente attorno ci guida durante il nostro percorso verso l'inarrestabile ricerca del curioso binario 9 e tre quarti, citato all'interno della lettera d'accoglienza, però, senza alcun risultato.

Chissà come deve essere per i miei genitori avere una strega in famiglia.

"Attendete qui, vado a chiedere al capostazione"

Io e mia madre restiamo a osservare la solita routine quotidiana che la gente conduce in maniera spasmodica e ordinaria.

La pazienza non è mai stata il mio forte.

Mi accosto ad una colonna tra il binario 9 e 10 e sospiro.

Questa non ci voleva, perderò il treno.

Appoggio delicatamente la mia schiena alla banchina fredda e solida dove una vibrazione improvvisa mi raggiunge.

Mi allontano allarmata.

Rivolgo uno sguardo indagatore verso il pilastro ed, esitante, allungo un braccio fino a tastare con la mia mano il consueto supporto di mattoni.

La mia mano non incappa sulla parete bensì sembra svanire dall'altra parte.

Un attimo, c'è un'altra parte?

Ritiro velocemente la mano e rivolgo sguardi furtivi a quella singolare banchina.

"Penso di aver trovato la via per il binario"

Affermo richiamando l'attenzione di mia madre, che, dopo un cenno di intesa, afferra la mia mano e, armate di coraggio, attraversiamo il passaggio segreto.

È tutto così folle e così.. Magico.

"Edith, da questa parte"

Aggrappo il manico del carrello e lo spingo seguendo i passi spediti di mia madre, mio padre compare poco dopo di fronte a noi.

"Papà ma come.."

"Non abbiamo abbastanza tempo per le spiegazioni, forse dovresti impiegarlo abbracciandoci"

Mi sorride tristemente.

Lui sa che è per il mio bene.

I miei occhi cominciano a velarsi di lacrime mentre noto che mia madre mi ha preceduta manifestando, senza ritegno, la sua peggiore debolezza.

Si asciuga le lacrime e mi stringe a sé.

"Ti voglio bene, ricordalo sempre"

Inspira rumorosamente il naso e cerca di assumere la solita espressione impassibile ma le sue emozioni fanno trapelare il suo vero umore.

Sorrido al suo tentativo di impostazione facciale.

Il fischio del treno interrompe il nostro momento di intimità.

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