Sectumsempra

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I giorni trascorrono come grezze foglie autunnali sottolineando il vivido ricordo di quel bacio sfumato.

É primo pomeriggio ma l’aula di Aritmanzia appare eccezionalmente cupa, illuminata solo dal fuoco che scoppietta sommessamente nel caminetto e dalla tenue luce che proviene dalle ampie vetrate.

La professoressa Vector continua a blaterare imperterrita, introducendo gli argomenti che quest'anno, saranno oggetto del nostro studio.

"Come molti di voi sapranno, l'Aritmanzia è l'arte di comprendere, decifrare e divinare il destino umano attraverso i numeri, o meglio, la loro corretta interpretazione anche se, è la maggiore componente soggettiva ad influenzarne il risultato finale.."

Numeri. Calcoli. La matematica babbana non è mai stata una delle mie materie predilette e allo stesso tempo, le mie abilità non si spingevano oltre una semplice addizione.

Appoggio la testa sul palmo della mano, stravaccandomi in una posizione di estremo disinteresse.

Ruoto la penna d'oca tra le mie dita in un gioco acrobatico di equilibrio.

La penna cade provocando un piccolo tonfo sul banco che non passa di certo inosservato alla Vector, intenta a calcolare il destino di qualche sfortunato evento.

Forse avrà calcolato anche la fine di questa esibizione aerea.

"Signorina Wright, se ritiene opportuno dare sfoggio delle sue abilità acrobatiche, lo faccia fuori da questa aula; altrimenti, potrebbe offrirsi volontaria come oggetto dei nostri calcoli riguardo la probabilità di una sua futura attenzione e partecipazione a questa lezione." afferma intrecciando la mani di fronte a sé e rivolgendomi un'occhiata di disapprovazione.

Deglutisco posizionando il piccolo armeggio da intrattenimento sul banco.

" Mi perdoni, professoressa. "

Soddisfatta della mia faccia impietosita, la donna dai lunghi capelli neri si volta di scatto per raggiungere repentinamente la lavagna dalle scritte incomprensibili, mentre la sua toga rossa in contrasto col suo pallore nobiliare, traccia il tragitto percorso abbandonandosi ad un fruscio finale.

"Chi vorrebbe assistermi nella dimostrazione del metodo di Agrippa precedentemente accennato?"

Il silenzio cala nell'aula diffondendo un'aura di terrore che soccombe su tutti i poveri studenti.

Alcuni ricercano oggetti, dalla dubbia provenienza ed esistenza al di sotto del proprio banco; altri optano per fissare il libro in attesa che quest'ultimo possa salvarli da una destino predefinito, ed altri ancora, sfuggono allo sguardo severo e scrutatore della professoressa Vector, che si espande per l'intera aula.

Torno ad osservare il mio banco trovandolo, improvvisamente, più interessante del previsto continuando sbattere in maniera incessante, le unghie su di esso.

L'ansia mi attanaglia lo stomaco, posso sentirla opprimere il respiro e scaricarsi sulla mia gamba sorpresa da una contrazione nervosa.

Maledizione, fa che non sia io, fa che non sia io. ripeto nella mia mente.

La sua bislunga andatura si muove sinuosamente come una serpe che accerchia la sua preda.

"Allora? " sillaba facendo attenzione a ridurre il suo tono ad un sibilo profondo e minaccioso

Adagio, le sue mani strusciano sulla cattedra in un movimento lento e calcolato che incrementa il tormento dei condannati.

"Bene, se proprio insistete.. Sceglierò io."

Il Richiamo {IN SOSPESO} Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora