Ripetimelo Ancora

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Giorno 6.

Sono ancora qui.

Il dormitorio è il posto più sicuro al momento e il più lontano da incontri esterni.

Il solo pensiero di un contatto umano, mi fa tremare il corpo e il fiato comincia a mancarmi come se fossi ancora sotto la ferocia di quella stretta disumana che si accanisce sulla mia gola depredandomi del respiro.

Anche il mio letto diventa troppo scomodo per sostenere i miei tormenti.

Resto ferma ad osservare il soffitto. Il pavimento sembra essere fermo e solido a differenza della mia mente vacillante.

Sposto le mani sul lembo del mio collo. Le tracce della violenza lacerano le mie carni, ricordandomi perennemente di quanto io sia impura.

Il professor Silente mi ha rassicurata affermando che sono state prese le migliori precauzioni e seri provvedimenti per il comportamento efferato che ha rivolto nei miei confronti.

A quanto pare, è stato accusato di tentata violenza ed è stato anche esposta, la sua alleanza verso Voldemort.

Voldemort. Colui che non deve essere nominato. Ma fa meno paura nominarlo in mente, no?

Nonostante ciò, non ho avuto la possibilità di confrontarmi con Severus, o forse non ne ho avuto il coraggio. Era molto turbato dopo il nostro ultimo incontro, forse anche più di me.

La mia assenza frequente durante le lezioni ha suscitato stupore e preoccupazione nel corpo docente.
La professoressa Mcgrannit mi ha mandata a chiamare un paio di volte, ma senza alcun successo.

La mia chiusura verso l'esterno, ha allontanato anche le persone più fidate, una chiusura che tenta di imitare quella mentale della quale, purtroppo, non ne sono ancora in possesso.

Tre tocchi.

La porta risuona nel silenzio intangibile della stanza.

"Edith sono Penny, posso entrare?" domanda una voce familiare

Nessuna risposta. Continuo ad esaminare quel cupo soffitto che riflette il mio stato d'animo attuale.

Penny indugia qualche secondo prima di schiudere delicatamente l'imposta.

Sosta sull'uscio in attesa di un mio cenno per permetterle di entrare.
Ma non arriva.

"Edith.. Cosa stai facendo sul pavimento?" il suo tono nasconde un velo di preoccupazione

Silenzio. È la risposta più semplice da darle.

"Edith.." si avvicina maggiormente fino a sfiorare con le ginocchia le mie braccia adagiate sul pavimento

Sospira.
Le sembra di comunicare con un vegetale.

Questa condizione mi fa male ma non ho la forza di cambiarla.

"Che ne dici se..andassimo a prendere una boccata d'aria? Ti farebbe bene.. " intreccia le dita sul ventre attendendo una mia reazione

Mi volto dall'altra parte fornendole la visuale delle mie spalle.

Percepisco la sua delusione e immagino il suo volto incurvarsi in un'espressione crucciata.

"..posso comprendere come tu stia..ma sono tua amica e non riesco a sopportare di vederti così. Tu non sei questa, Edith. Devi essere più forte di tutto questo."

Un risolino isterico fa inarcare le mie spalle.

Sono così stanca di sentirmi dire di essere forte, di ascoltare la gente sostenere di conoscere il mio dolore.
Nessuno lo conosce. Nessuno.

Il Richiamo {IN SOSPESO} Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora