Incanto

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Un odore di tabacco aleggia nell'aria.

Riapro gli occhi, ancora frastornata e dolorante a causa della posizione scomoda della notte precedente.

Il camino è ormai spento, lasciando una scia di fumi vaganti per la stanza.

Una strana coperta avvolge il mio corpo.

Non ricordavo di aver utilizzato una coperta la scorsa notte.

Tasto la stoffa in raso e la scosto delicatamente da me.

Dove sarà Severus?

Mi guardo attorno alla ricerca di una fonte che possa fornirmi una risposta ma senza alcuna traccia.

Mi stiracchio facendo scricchiolare le ossa e decido di alzarmi.

Prima che possa avanzare, mi accorgo di una piccola mano penzolante a qualche distanza da me.

Mi volto lentamente per comprendere meglio la natura di quell'arto.

Respira profondamente.

Sembra stia dormendo.

Severus è in posizione supina, persiste la stessa compostezza ed eleganza di sempre, anche dormiente, è una creatura davvero affascinante da esaminare.

Mi inginocchio al suo lato cercando di non emettere il minimo rumore per evitare un risveglio brusco da parte sua e incrocio le braccia sul sedile imbottito.

Contemplo quella figura davanti a me.
I suoi capelli color corvino incorniciano il suo volto trasponendosi ai suoi occhi mentre la sua bocca schiusa emette flebili ronfi, segno di un sonno ancora profondo.

Inalo il delicato profumo di pergamena che pervade l'aria di una calda giornata mattutina.

Distolgo un attimo l'attenzione dalla creatura dinanzi a me

"Che ore saranno?" bisbiglio.

Il sole è ormai sorto nel cielo ma Hogwarts sembra non volersi svegliare.

Afferro le mie scarpe di giusto appunto e mi dirigo cautamente verso l'uscita.

"Dannato pavimento"

Ogni passo è una tortura per le mie povere orecchie e per il sonno ristoratore dell'uomo a qualche passo da me. Lo scricchiolio del pavimento sembra non voler cessare e prego affinché possa giungere all'uscita senza ridestarlo bruscamente.

Esco furtivamente dalla stanza.

Tutto tace.

I corridoi di Hogwarts sono immersi nel silenzio e la fretta pervade le mie ossa spingendomi ad incedere.

"Non saranno poco più delle 8" mi dico bisbigliando.

Mi dirigo verso il cortile centrale.

Approfitto della quiete per bearmi del panorama che mi circonda.

Gli uccellini cinguettano e i folti rami degli alberi secolari, sono cosparsi dalla intima rugiada mattutina che luccica a contatto col sole dai raggi splendenti.

Inspiro l'aria fresca che pervade i miei polmoni.

"È magnifico.."

"Sì, lo è."

Mi volto scossa da una voce indefinita e impugno velocemente la bacchetta per difendermi da eventuali attacchi ma ciò che ritrovo, va ben oltre la mia supposizione.

I miei occhi si incrociano con quelli dell'uomo, artefice del mio destino ormai decisivo.

Lo osservo impietrita.

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