Il Lago Nero

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Tento di aprire gli occhi con fatica, devo aver dormito per molto tempo.

Mi alzo dal letto marmoreo e mi trascino fino alla finestra per osservare meglio il paesaggio naturale lontano dalle mura del castello.

Stordita ed immobile, scruto il cielo carico di nubi che si eleva sulle alte querce secolari stagliate in tutta la Foresta Proibita, un luogo buio e ostile, via d'accesso ai pericoli.

"La partita di oggi sarà più difficile del previsto a quanto pare" dico a me stessa

Non mi è mai importato del Quidditch, lo trovo uno sport scorretto e violento e i contendenti di oggi, non rendono di certo la situazione più semplice.

Indosso frettolosamente le scarpe e con un gesto incalzante, saluto Madama Chips occupata a riposizionare l'osso fratturato di uno sventurato Tassorosso.

Percorro il porticato con la felicità e la spensieratezza del canto di un usignolo pronta a dirigermi verso il campo da Quidditch.

L'atrio brulica di studenti dagli indumenti dai colori sfavillanti che, con orgoglio, incitano alla vittoria la propria casa di appartenenza.

Una mano minuta sulla mia spalla fa arrestare il mio cammino.

"Harry! Mi hai fatto prendere un colpo!" affermo allarmata

"Ciao Edith, scusami non volevo spaventarti.." si porta una mano al braccio stringendolo in maniera possessiva

"...ho saputo da poco del tuo ricovero in infermeria e stavo passando a trovarti ma a quanto pare non ce n'è più bisogno" sorride affettuosamente

"Beh sì, a quanto pare.." rispondo ironicamente

"..dove vai così conciato? Alla fiera del paese?" gli dico notando un abbigliamento inusuale

"Oh beh, in realtà oggi giocherò a Quidditch, sono il nuovo cercatore" afferma orgoglioso

Strabuzzo gli occhi in segno di sorpresa mentre la mia bocca non accenna a richiudersi

"Davvero? Beh in realtà avremmo dovuto aspettarcelo, in fondo, tu sei il 'ragazzo che è sopravvissuto'  e farti morire durante la tua prima partita di Quidditch era d'obbligo"
una pacca sulla mia spalla genera una risata comune ma l'allegria non è destinata a protrarsi a lungo.

"Bene, bene. Potter e Wright, che bel quadretto di famiglia troviamo qui." assevera con la sua solita punta di sarcasmo

L'uomo dagli occhi imperturbabili squadra le nostre piccole figure fin dalla cima del suo naso affilato, con un'espressione apparentemente sorpresa.

" La facevo più intelligente Wright, pensavo che lei aspirasse ad altro piuttosto che ad una mente bacata come quella del signor Potter..."
accentua maggiormente la sua dolce perfidia sul cognome innominabile

L'ossidiana incontra lo smeraldo ed entrambi si fondono in un unico sguardo intimidatorio.

La tensione è palpabile nell'aria. La viscida serpe scruta il piccolo leoncino con la stessa foga di un predatore con la sua preda.

"Direi che sono in grado di riconoscere da sola le amicizie adatte, professore.."

La mia frase incalza l'uomo dai capelli unti e lo porta a rivolgere il suo sguardo minatorio verso il mio infiammato color nocciola.

"Buona giornata, signore." dico rivolgendogli un mezzo sorriso forzato.

La mia mano sfiora il braccio di Harry e senza preavviso, lo afferro trascinandolo via dalla trappola letale suscitando disapprovazioni e lamenti da parte del sopravvissuto.

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