Un Nuovo Inizio

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"Alzati ammasso di lardo!"

Un calcio raggiunge il mio stomaco costringendomi a svegliarmi; porto le mie piccole mani sul ventre tentando di contenere il dolore mentre i miei occhi scattano verso la causa principale del mio risveglio così brusco.

Un uomo di media statura, barbuto e tozzo si avvicina al mio corpo ormai riverso sul pavimento, posso avvertire il suo sguardo bruciare e penetrarmi nella carne come se stesse decidendo cosa farne di me.

Lo sento.

Percepisco il suo alito caldo e fetido a poca distanza dal mio volto, noto le sue labbra muoversi ma nessun suono giunge al mio udito, solo i battiti accelerati del mio cuore pervengono alle mie orecchie come un rumore assordante; pochi attimi più tardi, la mia mente comincia a comprendere il messaggio apparentemente indecifrabile.

Adottata? Io? No, non è possibile. Nessuno verrebbe per me, e se fosse solo un modo per punirmi? Dopotutto non sarebbe la prima volta.

Il signor King ha sempre odiato i bambini ma con me era più crudele, mi temeva come se potessi essere una minaccia alla sua incolumità e allo stesso tempo mi disprezzava e non faceva nulla per nasconderlo; provava anche una certa soddisfazione nell'infliggere dolore come se fossimo delle bestie da macello il cui destino è già stato scelto.

Vengo distolta dai miei pensieri quando mi accorgo dell'uscita poco galante del signor King che si era lasciato alle spalle una ormai vecchia porta testimone di tutte le atrocità e soprusi commessi in questo edificio.

Resto per qualche minuto a contemplare il soffitto nella speranza che il signor King non ritorni e solo dopo essermi accertata di questo, mi rialzo goffamente.

La stanza era diventata ormai troppo grande per me, tutti i miei compagni avevano trovato una famiglia, una famiglia che li volesse davvero, ne invidiavo la felicità nei loro occhi quando si affrettavano a raggiungere i loro nuovi genitori.

Io non ho mai provato questa gioia.

Restare da sola non mi è mai dispiaciuto ma dopo un po', la solitudine cominciava a far riaffiorare dei ricordi e delle paure il cui tentativo di reprimere è sempre stato invano; l'unica compagnia rimasta era un vecchio rubinetto che perdeva, le gocce che ricadevano nel lavabo hanno sempre accompagnato le mie lunghe notti insonni.

Scossi la testa, non potevo perdere altro tempo, è un'occasione imperdibile, nel caso in cui fosse vera.

Mi diressi verso il bagno, lo specchio era lì, il mio acerrimo nemico stava cercando di darmi nuovamente un motivo per odiare me stessa ma questa volta non diedi peso all'immagine riflessa e mi feci una doccia calda.

Le cicatrici erano evidenti ma avrei trovato un modo per coprirle.

Ritornata in stanza, raccolsi da un baule la mia divisa e mi affrettai a scendere giù per le scale; davanti alla porta d'entrata notai due figure diverse rispetto la solita del signor King.

Rilevare qualcuno che si differenziasse da quell'esemplare di porco mastodontico era sicuramente un miglioramento.

La mia mente focalizzó l'immagine e i miei occhi analizzarono i due nuovi elementi oggetto della mia curiosità.

Erano abbastanza giovani, ben vestiti ed emanavano un odore di pulito: la donna profumava di frutti di bosco mentre l'uomo di candido muschio bianco; ad un certo punto mi sembrò di aver quasi visto un alone bianco circondare i loro corpi ma probabilmente me lo sarò solo immaginato.

Le due figure sembrano non accorgersi di me fino allo scricchiolio della scala in legno, entrambi distolgono lo sguardo dal Signor King con il quale stavano intrattenendo una conversazione per rivolgerlo a me e.. Mi sorridono. Lo fanno sul serio!

Ditemi che non sto sognando, é un sorriso genuino, non ho mai visto nulla di simile.

Il cenno del capo di King mi fa risvegliare e solo adesso mi accorgo di aver trattenuto il respiro per tutto questo tempo.

Mi avvicino con fare impacciato ancora scossa dall'evento precedente e mi inchino brevemente.

"Questi, Edith, sono i signori Wright"

Esordisce improvvisamente in modo riluttante l'uomo che popola i miei incubi appoggiando la sua mano unta sulla mia spalla.

"É un piacere conoscervi, signori"

Il signor Wright tende le mani verso di me e prende la mia tra le sue ma con uno scatto, la ritiro subito.

Non sono mai stata autorizzata ad avere un qualsiasi contatto fisico con i superiori, King diceva che era un atto puramente confidenziale e noi non siamo confidenti, siamo solo non voluti in attesa che qualcuno decida di compiere un atto caritatevole portandoci via da questo posto.

I miei occhi cominciano a riempirsi di lacrime al ricordo di tali parole ma non posso piangere, non posso e non devo.

I signori Wright si scambiano un'occhiata furtiva e sui loro volti compare un'espressione sconcertata, e dopo un tempo che parve essere un'eternità la moglie si rivolge a me:

"Come stai Edith?"

"Bene signora" rispondo con un filo di voce tremante

"Sei pronta a tornare a casa con noi?"

Strabuzzo gli occhi alla sua frase. Allora é vero, non stavano mentendo.
Scuoto la testa per riprendermi dallo stato di shock

"Mi...porterete davvero con voi?"

"Ma certo cara, saremo una famiglia adesso e potremo finalmente ricominciare insieme"

Un sorriso sincero comparve sul suo volto ed anche sul mio.
Forse sono destinata anche io alla felicità.





ANGOLO AUTRICE:
Ciao ragazzi!
Questa è la mia prima fanfiction in assoluto. La mia intenzione era di creare una storia completamente diversa da quelle solite.
Questa storia ha dell'intricato, un'esperienza psicologica, delle scelte che comporteranno al cambiamento di alcuni eventi, delle decisioni da prendere, insomma, se anche a voi piacciono le situazioni complicate allora siete finiti nel posto giusto.
Spero che vi piaccia😭 Cercherò di pubblicare quotidianamente, salvo imprevisti.

Stay tuned

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