Attraversavo l'immenso corridoio dell'ufficio, ripensando a cos'era successo pochi giorni prima. Ripensai a Parker, a Loretta e a Simon. Soprattutto a Simon.
Come era riuscito a scoprire che ero in quel locale?
Dopo l'incontro di oggi, Harry avrebbe sicuramente ripreso il tour, non ci saremo più rivisti e questo mi faceva sentire triste. Non capii il perché, ma una nuvola di tristezza stava fluttuando sopra la mia testa, e sapevo che sarebbe rimasta lì per un bel po'.
«Ehi, Emily potresti raggiungermi?» sentì urlare il Signor. Adams dal suo ufficio. Subito lo raggiunsi e attraversai la porta.
Lui continuò. «Ascolta, il completo del Signor. Styles si trova in sala conferenze. Abbiamo già attrezzato una specie di camerino dove potrà cambiarsi senza problemi.» poi sospirò. «Dobbiamo solo aspettare che arrivi.»Spalancai gli occhi. «Come? Non è ancora arrivato?»
Scosse la testa. «Emily, e se avesse cambiato agenzia? O se avesse cambiato idea e in qualche modo non comprerà più quel completo?» sospirò di nuovo. «Prima, la mia reputazione arriverà all'inferno. Poi, chissà cosa faranno i miei capi sapendo che un cliente così importante ci ha mollati...»
E chissà cosa avrebbero fatto a me.
No, Harry non l'avrebbe mai fatto. O almeno, sarebbe venuto qui per comunicare che il nostro lavoro non era di suo gradimento e che avrebbe cambiato agenzia.«Non si preoccupi, arriverà. Forse ha incontrato traffico.» cercai di rassicurare il mio capo in qualche modo. Sapevo che non avrebbe funzionato, ma dovevo fare un tentativo.
«Come fai ad esserne così sicura?»
«Chiamalo, istinto femminile.» sorrisi, poi mi diressi verso la porta. «Ci vediamo dopo.» e uscii definitivamente dall'ufficio.
Mentre raggiungevo la stanza delle conferenze, cercai Loretta con lo sguardo. Non l'avevo vista per tre giorni e speravo tanto che si fosse ripresa dalla sbronza.
Scrutai tutti i miei colleghi, finché vidi una chioma scura che si muoveva avanti e indietro per le scrivanie. Era Loretta. Mi avvicinai, ma dopo mi resi conto che stava parlando al telefono. Sembrava stesse bene; era più raggiante del solito, con un sorriso che le arrivava da un orecchio all'altro e i suoi occhi avevano un aspetto strano. Lei non mi vide e non volevo disturbarla, così raggiunsi la sala conferenze.Entrata, mi resi conto che il Signor. Adams aveva attrezzato al meglio l'ufficio. Aveva costruito un piccolo camerino con delle tende color beage. Non era niente male.
Appeso accanto al camerino, c'era il completo, stirato e profumato. Era avvolto in una pellicola di plastica, per evitare che si sgualcisse o prendesse polvere.
Mi avvicinai e aprii la zip. Raggiunsi la camicia bianca con la mano e la sfiorai con le dita; il tessuto era morbido e leggero, le sarte avevano fatto un ottimo lavoro.
Iniziai ad immaginare come sarebbe stato il completo addosso ad Harry.
Sapevo che sarebbe stato perfetto, e sapevo anche che il mio lato da ex fan stava prendendo il sopravvento. Così richiusi la zip, mi limitai a incrociare le braccia e ad aspettare. Aspettare che la sua voce si facesse strada fino ad arrivare alle mie orecchie. Quella sarebbe stato il nostro ultimo incontro e ne stavo facendo una tragedia.
Forse lo avrei rivisto prima o poi, o forse no.Poi, sentii qualcuno bussare, anche se la porta era aperta. «È permesso?»
Harry.Tirai un sospiro di solievo e mi voltai verso di lui. «Certo, si accomodi.»
Lo vidi entrare, ma questa volta al suo seguito c'era solo Simon. Sicuramente il suo manager stava parlando con il Signor. Adams.
Quel giorno Harry sembrava diverso, forse per via della camicia, dei jeans attillati e dei capelli perfettamente ordinati.
«Il completo è lì.» lo informali, indicandolo. «Può cambiarsi nel camerino.» gli sorrisi.«Agli ordini.» rispose, prima di prende il completo ed entrare nel camerino.
Girai la testa verso Simon e lui mi sorrise, io ricambiai, poi mi voltai nuovamente verso Harry.
Quest'ultimo uscì dal camerino. Sembrava soddisfatto.
Agganciò il bottone posto al centro della giacca ed io mi avvicinai.
«Come se lo sente?»
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Secret
Fanfiction/ I segreti ti divorano. / - Tratto da un capitolo della storia: Osservò la foto che aveva in mano, poi me. Mi guardò negli occhi, come se nel mio sguardo potesse trovare le risposte alle domande che sicurente in quel momento gli stavano martellando...