«Ti ha regalato quelle rose?» gridò Loretta alle mie spalle. «Stai parlando delle rose che avevi sul comodino? Io credevo che fossero lì per dare un po' più di colore alla stanza.»
Erano passati più o meno due settimane dall'incidente e mi sentivo molto meglio. Il dolore al braccio era completamente sparito, ma il dottore mi aveva detto di fare molta attenzione alle costole. Sapevo che non sarebbero guarite subito, ma non riuscivo a stare seduta sul divano di casa senza fare niente. Così, quel giorno avevo finalmente deciso di tornare a lavoro.
Ne ero entusiasta.
L'unico errore che avevo commesso quella mattina, era stato raccontare a Loretta delle rose bianche che mi aveva regalato Harry mentre ero in ospedale.«Sì, sto parlando proprio di quelle rose bianche.» confermai. «In realtà, credevo che le avessi portate tu.»
Dalla bocca di Loretta venì fuori una piccola risata. «Io? Ma smettila. Se ti avessi portato qualcosa, sai cosa sarebbe stato? Del cibo.»
Salimmo gli ultimi gradini e svoltammo a destra, mentre Loretta continuava a parlare. «Comunque, sai almeno che significato hanno le rose bianche?» mi domandò ed io scossi la testa. Che significato avrebbero potuto avere delle rose bianche? «Emily, che diavolo, quando qualcuno ti regala qualcosa dovresti avere almeno la decenza di andare a cercare il suo significato.» digitò qualcosa su cellulare e incominciò a leggere. «Le rose bianche sono segno dell'innocenza dell'amore puro e spirituale. Mentre la rosa rossa è il simbolo per antonomasia dell'amore passionale, la rosa bianca è anch'essa legata a sentimenti amorosi, ma molto più platonici, aulici e sentiti. Il colore, infatti, rimanda al candore di un amore indissolubile, all'affetto, alla stima reciproca.» poi mi guardò. «Quindi, Emily, quell'uomo si è preso una bella cotta per te.»
Harry? Una cotta per me? Non mi conosceva neanche.«Ok, tutto questo è ridicolo.» di scatto smisi di camminare e Loretta quasi mi venne contro. «Amore indissolubile, affetto, stima reciproca, amore puro, spirituale... davvero credi al significato di quelle rose?» le domandai.
Mi mostrò il telefono. «Wikipedia non mente mai, ricordalo.»
Incrociai le braccia. «Sicura di stare bene? Hai la febbre per caso?» è portai una mano sulla sua fronte. «Wikipedia ti ha attratto così tanto che credi ad ogni cosa che c'è scritta su quello schermo?»
«Smettila di prendermi in giro.» alzò la voce e con uno scatto allontanò la mia mano dalla sua fronte. «Sto solo facendo delle ipotesi.» poi mi guardò e sorrise maliziosamente. «Però sareste bellis...»
Le tappai la bocca con la mano. «Smettila.»
Lei alzò le mani. «Chiedo pietà.»
«Signorina Morel.» sentì urlare dalla bocca dal mio capo. Non mi aveva mai chiamata in quel modo. Di solito mi chiamava per nome.
Allontanai la mano dalle labbra di Loretta e guardai il Signor. Adams. «Sì?»
«Potrebbe raggiungermi nella sala conferenze?»
Annuii. «Arrivo subito.» gli sorrisi e lui entrò subito nella stanza, chiudendo successivamente la porta.
Iniziai a camminare per raggiungerlo ma Loretta mi afferrò per il polso. «Credi sia qualcosa di grave?» mi domandò.
Sembrava seria.
Non avevo la minima idea di cosa stesse succedendo. Forse i piani alti mi avevano affidato un altro lavoro e il Signor. Adams voleva fare bella figura.«Non lo so.» risposi. «Ma non lo scoprirò mai se non mi lasci il polso.»
Allentò la presa e mi lasciò andare. «Se hai bisogno di qualcosa, grida e accorrerò in tuo soccorso. Ti ricordo che ho praticato per otto anni arti marziali, potrei rompere una gamba a chiunque si trovi lì dentro con il nostro capo.»
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Secret
Fanfiction/ I segreti ti divorano. / - Tratto da un capitolo della storia: Osservò la foto che aveva in mano, poi me. Mi guardò negli occhi, come se nel mio sguardo potesse trovare le risposte alle domande che sicurente in quel momento gli stavano martellando...