| Spazio. The Milano. |
I Guardiani volavano indisturbati nel cielo stranamente libero da eventuali meteoriti; Peter Quill cantava ad alta voce la canzone, trasmessa dalle casse presenti nella loro nuova navicella spaziale. Sotto di lui Drax dormiva con la bocca aperta, mentre un po' di bava gli usciva dall'angolo di essa; Gamora cantava con meno enfasi rispetto a Quill, però sembrava piacerle il ritmo della musica che li stava accompagnando dove Mantis aveva sentito chiamare aiuto qualche ora prima, lei stava seduta dietro Peter mentre osservava una stella passare accanto a loro.
«Allora, perché dobbiamo intervenire?» chiese Rocket dopo aver sbadigliato.
«È una richiesta d'aiuto, Rocket, qualcuno potrebbe morire»
Gamora abbassò la musica al sentire la sua domanda, sapeva che ad essa sarebbe seguita una lunga e larga discussione sul perché esattamente stessero intervenendo ad una chiamata d'aiuto proveniente da un altro angolo dell'Universo.
«Ho capito, ma perché dobbiamo intervenire noi?» Rocket si grattò la guancia.
«Perché siamo gentiluomini, e chiunque sia magari ci darà un po' di grana per l'impegno» sorrise Quill mentre segnalava dei soldi con una mano, mentre con l'altra teneva i comandi della nave.
«Ma non è questo il punto» gridò Gamora, aspettandosi già una cosa del genere venendo da Peter.
«Ma non è questo il punto» ripeté lui indicandola, seduta sotto Rocket e accanto a Drax, che si era appena ridestato dal suo pisolino di circa dieci minuti.
«Insomma, se non sgancia il giusto...»
«Prendiamo la sua nave» si intromise Drax con la sua solita voce roca-passiva.
«Esatto!» gridò Rocket con entusiasmo.
«B-b-bingo!»
Mantis si sporse inquieta sul suo sedile, mentre si avvicinava attentamente con il volto al sedile di Peter, che aveva appena finito di gridare all'affermazione di Drax riguardo alla nave, facendo alzare gli occhi al cielo a Gamora.
«Stiamo arrivando» sussurrò aprendo i suoi grandi occhioni neri.
«Va bene, Guardiani,» annunciò Quill fissando attentamente lo sguardo davanti a se «potrebbe essere pericoloso, perciò sfoggiamo la nostra faccia da cattivi»
La tranquillità che si era creata nella navicella fu interrotta dal gioco che Groot teneva fra le mani legnose e sottili, premendo assiduamente sullo schermo di vetro; la musica era ormai stata spenta definitivamente dalla figlia di Thanos data la confusione che si era creata pochi secondi prima a causa di Rocket.
«Groot, metti via quel coso» Peter si girò verso l'albero. «Avanti, non te lo ripeto più»
Quando sentì ancora il gioco suonare all'interno dell'abitacolo, Peter si girò di nuovo verso il ragazzino e lo guardò per un istante. «Groot» lo richiamò.
«Io sono Groot» gli fece il verso la persona in questione, continuando indisturbato a giocare.
All'interno della nave vennero rilasciati gridi di protesta e rimproveri, come succedeva sempre da qualche anno a questa parte quando Groot si azzardava a rispondere a qualcuno dei Guardiani che lo riprendeva su qualcosa.
STAI LEGGENDO
Infinity War → Avengers
Fanfiction❝Ci fu un idea di mettere insieme un gruppo di persone straordinarie, per vedere se potevano diventare qualcosa di più. Così, quando sarebbe servito, avrebbero combattuto battaglie per noi insostenibili.❞ Tratto dal film: "Avengers: Infinity War" ©...