⁹ 【nidavellir】

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| Spazio. Navicella Secondaria di The Milano. |


La navicella andava senza problemi alla fucina di Nidavellir.

In realtà l'unico problema che stavano avendo era Groot che non riusciva a smettere di lamentarsi del fatto che dovesse andare in bagno e ─purtroppo per le loro povere orecchia, stanche di sentire Io sono Groot in continuazione─ non c'era un vero e proprio bagno in quella navicella. Era stata pensata per brevi viaggi o giri di escursione, ma non per viaggi più lunghi come arrivare a Nidavellir.

L'adolescente si mosse sul sedile. «Io sono Groot»

«Fallo in un bicchiere di plastica» Rocket gli rispose senza muovere un dito nella sua direzione.

Groot rilasciò un grugnito che fece capire al Guardiano che non era propriamente d'accordo con la soluzione che gli era stata esposta.

«Chi ti guarda? Cosa c'è da vedere?» Rocket continuò a mantenere le sguardo sullo Spazio. «Un rametto? Tutti abbiamo visto un rametto prima d'ora»

L'altro si sporse verso di lui incredulo. «Io sono Groot»

Thor, che dava le spalle ad entrambi, guardando fuori dalla vetrata che gli permetteva vedere le stelle e i meteoriti che volteggiavano come in una danza a causa dell'assenza di gravità. «Albero, versa quello che c'è nel bicchiere nello Spazio e poi la fai lì»

Rocket si girò verso di Thor, alzando un sopracciglio. «Tu parli Groot?»

«Sì, lo insegnavano ad Asgard, era facoltativo»

«Io sono Groot» rispose a sua volta il diretto interessato.

Thor si girò verso di lui, distogliendo lo sguardo dallo Spazio. «Lo saprai quando saremo vicini, la fucina di Nidavellir sfrutta la potenza infuocata di una stella di neutroni» il Dio si sedette su una panca e guardò per terra con sguardo pensieroso. «È lì che è nato il mio martello, era davvero fantastico»

Era da un po' che Thor era entrato in fase di rassegnazione per ciò che era successo al suo popolo, mantenendo il silenzio che interrompeva di tanto in tanto per dare indicazioni a Rocket per raggiungere Nidavellir.

La sensazione di colpevolezza non si era allentata nel suo petto, al contrario, si era rafforzata; Thor sapeva che fin quando non avesse ucciso Thanos non sarebbe mai scomparsa. Doveva vendicare tutti quelli che erano morti per colpa del Titano e tutti quelli che non aveva potuto proteggere quando avrebbe dovuto.

Rocket si rigirò verso i comandi, prima di sospirare leggermente e sussurrare: «Va bene, ora di fare il Capitano»

Con un leggero salto scese dalla sedia del Capitano, dove c'erano i comandi della nave, e si diresse poco lontano dove era seduto il Dio, picchiettando con il dito su uno schermo circolare.

«Dunque, il fratello morto» Rocket colpì il vetro un paio di volte. «Eh, può essere seccante»

Thor alzò lo sguardo verso di lui. «No, era già morto in passato. Ma questa volta credo che sia morto davvero»

Rocket si girò verso di lui. «E hai detto che tua sorella e tuo padre...»

«Sono morti»

«Però la mamma c'è ancora?»

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