Arianna

oceano

4 anni dopo

Tengo gli occhi chiusi mentre il freddo penetra nella mia pelle come milioni di piccoli aggi di ghiaccio
Sento il sapore salato dell'oceano che brucia a contatto con le mie labbra screpolate.
Peecepisco l'acqua che scivola rapida e impalpabile sulla mia pelle così simile ai miei fruscianti abiti di seta.
Mi sembra quasi di volare, libera, leggera, trasparente e sfuggente come il blu profondo che mi circondava.
Nessun obbligo, nessuna costrizione, nessun rumore osava disturbare la calma profonda ma momentanea di Poisedone.
Solamente io, io e l'acqua.
E milioni di piccoli esseri viventi; non ho bisogno di aprire gli occhi per saperlo.
Sento i polmoni bruciare, faccio un paio di gambate a delfino e sbuco dallla superficie dell'oceano infinito.
Guardo la mia casa, il mio palazzo, sembra così piccola, piccola come la casa delle bambole che mi avevano regalato tanti anni fa. I tetti dorati delle torri e delle costruzioni principali e poi, sulla destra, proprio sotto le montagne, l'enorme labirinto dove, secondo le leggende, è stato rinchiuso un mostro divoratore di uomini.
Guardo la spiaggia bianca, in contrasto con le scure montagne.
Intravedo un gruppo di ragazze che gioca con una palla sulla riva mentre una donna impaziente scruta attentamente la vasta distesa d'acqua.
Sorrido decidendo di rientrare prima di fare arrabbiare la mia nutrice, sa essere terribile quando si arrabbia.
Nuoto rapida verso riva, dove Clio mi aspetta con un soffice telo per asciugarmi, olii per ungermi corpo e capelli e una pila di abiti freschi di bucato oltre ovviamente a una brocca d'acqua gelida.
Sospiro mentre l'acqua gelida purifica il mio corpo lasciandomi avvolgere dalla sensazione rigenerante che provoca il suo passaggio. Mi lascio ungere il corpo e intrecciare i capelli color sabbia in una treccia morbida.
Sorrido con riconoscenza alle mie ancelle e in compagnia di Clio mi avvio verso il castello di mio padre con uno strano magone.