c'era una volta (pt 2)

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"C'era una volta un re molto potente innamorato perdutamente di sua moglie e con una figlia di solo due anni che entrambi amavano più di loro stessi...
Un giorno questo re, spinto da una tremenda carestia che stava uccidendo piano piano tutti gli abitanti del suo regno si trovò costretto a stringere un patto con la più volubile delle divinità: Poisedone, dio del mare e degli abissi, dio dei terremoti e dei marinai. Dio capace di salvare interi equipaggi come di affondare intere flotte di navi a seconda del suo umore.
Ma ora ritorniamo alla nostra storia.
Questo re strinse un patto che a prima vista potrebbe sembrare estremamente semplice da rispettare: egli avrebbe dovuto sacrificare tutte le creature che sarebbero uscite dall'oceano per un mese.
Le prime settimane andò tutto bene, i sacrifici erano frequenti anche se l'idea di bruciare tutto quel cibo mentre il suo popolo stava morendo per la mancanza di esso divorava il fegato del re.
Ma poi arrivò l'inevitabile.
L'ultimo giorno però accadde qualcosa di inaudito. Uno splendido toro dal manto lucente uscì dalle acque del mare. Mancavano pochi minuti a mezzanotte, quando fu trovato però era già mattino.
Il re pensò che si trattasse di un dono fatto da Poisedone per annunciare che la carestia era terminata, la regina, invece, temeva fosse un sotterfugio della divinità e cercò di convincere anche il marito.
Forse furono gli dei a renderlo ceco, o  forse l'avarizia, fatto sta che mise lo splendido toro tra le sue mandrie e al banchetto in onore del dio ne immolò uno differente.
Ad un osservatore poco attento sarebbe sembrato che tutto andasse per il meglio, che la carestia fosse finalmente finita, anzi, una straordinaria abbondanza era arrivata nel regno; ma le persone più attente avrebbero notato la sparizione misteriosa della regina e l'inspiegabile frenesia degli operai intorno al castello controllati a vista da un ansioso re sempre più trasandato e da un nervosismo Dedalo, sempre intento a torcersi le mani.
Io avevo soltanto pochi anni all'epoca dei fatti.
Mi ricordo solamente il volto di mia madre, debole, dopo essere stata tenuta al chiuso per tentare di nascondere una gravidanza indesiderata, mentre mi dava un bacio sulla fronte e mi chiedeva di essere sempre forte.
Mi ricordo anche di mio padre, che teneva un fagotto in braccio e guardava mia madre con un misto di disprezzo e compatimento.
Quella fu l'ultima volta che vidi mio fratello e mia madre.
Era la notte del 12 dicembre.
Le mie lacrime si mischiavano con la neve che cadeva a fiocchi dal cielο, congelando quel momento nel mio cuore.
Quattro anni dopo, in un assolato pomeriggio di maggio, assistei all'arrivo di una nave dalle vele color della pece.
Su di essa vi erano 7 ragazzi e 7 ragazze che vennero fatti sfilare su un carro mentre tutta la città era in festa, come se fossero parte di una curiosa sfilata.
La gente era gioiosa, non avevo mai visto il nostro popolo così contento. Una cosa però stonava con la felicità generale.
I visi dei ragazzi, in contrasto con quelli della gente, mostravano sorrisi sforzati e occhi rossi dalle lacrime. Alcuni avevano sui polsi i segni incisi di  corda, altri mostravano di essere stati pesantemente percossi, quasi tutte le ragazze tremavano come pulcini spaventati.
I ragazzi ostentavano il mento sollevato cercando di essere forti davanti alle compagne.
Persa tra la folla chiesi informazioni a una donna sui motivi del festeggiamento, lei mi rispose con queste esatte parole: "Durante questi 4 anni il re ci ha obbligato a portare una ragazza e un ragazzo ogni anno all'entrata di un enorme labirinto di pietra. Questi ragazzi erano destinati a diventare il pasto di un mostro spaventoso che abitava il labirinto. Essi erano l'unica cosa che gli impediva di uscire dal labirinto e sterminare tutta la città. Ma oggi sono arrivati 14 figli dei tebani che per sette anni ci permetteranno di non dover fornire altri pasti al mostro."
Ero sconvolta dalla notizia e quando chiesi maggiori informazioni a mio padre lui mi raccontò la storia che aveva portato una regina a portare in grembo il figlio di un toro e di come il re non fosse riuscito ad uccidere quel mostro e l'infedele regina, rinchiudendoli un gigantesco labirinto.

È da sette anni che cerco di dimenticarmi di questa storia, convincendomi che il mostro che risiede nel labirinto sotto al palazzo non c'entri nulla con mia madre e con mio padre.
Eppure sono passati i 7 anni che i ragazzi tebani ci anno concesso. Stasera arriverà una nave, e su di essa vi è anche il figlio del re tebano. Di questa nave sono riuscita a scoprire solo una cosa: le sue vele sono nere come la notte."

AriannaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora