"Quando la porta della felicità si chiude,
spesso se ne apre un'altra,
ma tante volte
guardiamo così a lungo quella chiusa,
che non vediamo quell'altra
che si è appena aperta per noi."
- Paulo Coelho
Claire
5 anni prima
<<Questo era l'ultimo?>> mi chiese Jennifer mentre posavamo un grosso scatolone sul pavimento di quella che sarebbe diventata la mia camera da letto.
<<Si>> confermai sdraiandomi sul letto ad una piazza e mezzo.
Mi posai un braccio sulla fronte e cercai di regolarizzare il respiro.
<<Devo decidermi a tornare a correre a Central Park>> borbottai.
Sobbalzai sul materasso quando Jennifer ci si lasciò cadere sopra.
<<Non poteva rompersi in un altro momento l'ascensore?!>> mugolò.
<<Già>> concordai.
L'appartamento di Jennifer, che adesso avremmo diviso insieme, era al quarto piano di una palazzina non troppo lontana dall'agenzia per cui lavoravamo. Normalmente aveva un ascensore, che per nostra sfortuna aveva deciso di smettere di funzionare proprio il giorno del mio trasloco.
<<Ti va di uscire stasera? Per festeggiare la mia nuova coinquilina!>> squittì reggendosi sui gomiti.
Feci una smorfia. Non ero mai stata tipa da feste e tanto meno lo ero in quel periodo.
<<Preferisco rimanere a casa. Ho scatoloni da svuotare e valige da disfare. Ma tu puoi andare a festeggiare per entrambe>>, le sorrisi.
Jennifer mese su un broncio che quasi quasi riusciva a scalfire la mia decisione. Ma poi, guardando i suoi grandi occhi azzurri, la mia mente inevitabilmente pensava a lui. A poco o più di tre mesi prima...
<<Sul serio, ho molto da fare e vorrei anche portarmi avanti con il lavoro. Mi hanno assunta per un tirocinio, il lavoro non mi è ancora stato assicurato... esci e divertiti anche per me>>. Mi alzai dal letto e sollevai una valigia iniziando a disfarla.
<<Allora resterò a darti una mano, possiamo farci un bicchiere di vino e guardare qualche puntata di Una mamma per amica tra una pausa e l'altra>>.
<<No, sul serio esci>>, le tolsi di mano una mia maglietta che aveva iniziato a piegare, <<voglio vivere attraverso gli altri>>, le feci un occhiolino, <<esci, divertiti, e poi raccontami tutto domani mattina>>.
Se insistevo era perché volevo rimanere da sola. Negli ultimi tre mesi non avevo fatto altro e non mi sentivo ancora pronta a tornare alla vita di tutti i giorni.
Il bicchiere, anzi una bottiglia, di vino però non sarebbe stata una cattiva idea...
<<Sicura?>>.
<<Al cento per cento>> le feci un sorriso a trentadue denti.
Quella sera quando lei uscì mi buttai prima sul lavoro e poi decisi di mettere a posto gli scatoloni e sistemare i vestiti nell'armadio. Quando tra le mani mi ritrovai un abito estivo bianco gli occhi iniziarono a riempirmisi di lacrime.
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2. Brokenheart - L'amore non conosce ostacoli
RomanceSecondo volume di BROKENHEART "Paura di sbagliare, paura di sbagliare irreparabilmente. Paura di fare colossali cazzate. Paura di crescere. Paura di trovarmi bloccata in un lavoro che non mi piacesse, in una vita che non mi appartenesse. Avevo paur...