"If you told me to cry for you, I could
If you told me to die for you, I would
Take a look at my face
There's no price I won't pay
To say these words to you"
- BON JOVI (Always)
Logan
Le tende la sera precedente non erano state tirare, il sole che filtrava attraverso il vetro si rifletteva sui mie occhi serrati. Mi schermii il viso con un braccio e mi girai dall'altra parte, nel farlo scontrai un corpo tonico e nudo. Quando aprii gli occhi ci misi solo pochi istanti a capire dove mi trovassi, con chi fossi e cosa fosse successo la notte precedente.
Le labbra mi si piegarono in un sorriso mentre con la mano percorrevo la spina dorsale della bellissima e nuda bionda che dormiva nel letto con me. Flash della notte appena trascorsa crearono immagini erotiche nella mia mente che me lo fecero venire duro all'istante. Claire spostò una spalla e borbottò qualcosa nel sonno.
Sentendo l'impellente bisogno di usare il bagno mi alzai e silenziosamente indossai i pantaloni prima di lasciare la stanza. Una volta essermi richiuso la porta della camera alle spalle mi guardai intorno nel corridoio per cercare di individuare il bagno. Era la prima volta che mettevo piede nell'appartamento a New York di Claire e quel pensiero mi fece sentire strano.
Ero a New York. Nell'appartamento di Claire...
Perché suonava così sbagliato?
Esclusa quella della camera di Claire, nel corridoio due porte erano aperte e due erano chiuse. Guadai prima nelle stanze aperte. La prima era un salotto, cupcake e una bottiglia di vetro erano sparsi per il salotto. Quando mi sporsi nella seconda porta vidi una cucina e ciò che ci trovai all'interno mi fece irrigidire.
«Buongiorno», mi posai allo stipite della porta incrociando le braccia al petto.
L'uomo con indosso solo un paio di pantaloni della tuta si girò nella mia direzione con una tazza di caffè in mano. Edward puntò le sue iridi scure nelle mie ed iniziammo una sfida di sguardi che nessuno dei due aveva intenzione di perdere.
«Buongiorno».
«Cosa ci fai qui?».
Un sopracciglio scuro si inarcò. «Potrei farti la stessa domanda».
«Io e Claire...», stavamo insieme? La notte precedente l'avevo definita la mia ragazza, ma potevo appellarla così? «Non sono affari tuoi».
Quell'affermazione gli strappò un sorrisetto. «Potrei rispondere allo stesso modo, ma in realtà ti darò una risposta», puntò il suo sguardo nel mio, «Claire mi ha chiamato ad un orario assurdo della notte ed io sono venuto a vedere cosa stessero combinando».
Le sue parole furono come un pugno nello stomaco. Claire lo aveva chiamato? Lo aveva fatto prima o dopo avermi scritto che le mancavo e che avrebbe voluto che fossi li?
Abbassai le braccia lungo i fianchi e strinsi a pugno le mani. Avrei voluto volentieri spaccare qualcosa. La cucina sembrava già un campo di battaglia tra farina sparsa un po' ovunque e teglie riempite di dolci che ricoprivano ogni superficie libera.
La sua bocca si piegò in un ghigno divertito. «La sua chiamata è stata allarmante ed interessante nello stesso istante», si accertò che lo stessi ascoltando, «Mi rimproverava di non fare lo stronzo con Jennifer e affermava che sarebbe stata la scopata migliore della mia vita», la sua bocca si distese in un sorriso.
STAI LEGGENDO
2. Brokenheart - L'amore non conosce ostacoli
RomanceSecondo volume di BROKENHEART "Paura di sbagliare, paura di sbagliare irreparabilmente. Paura di fare colossali cazzate. Paura di crescere. Paura di trovarmi bloccata in un lavoro che non mi piacesse, in una vita che non mi appartenesse. Avevo paur...