Capitolo 6

2.4K 143 16
                                    

"Tu eri la mia piccola ragazzina

E conoscevo ogni tua paura

Quale gioia era tenerti tra le braccia

e baciarti via le lacrime ma adesso

te ne sei andata c'è solo dolore e niente

che possa fare e non voglio vivere

questa vita se non posso viverla con te."

- Sid Vicious


Claire

Avete presente quella sensazione di alienamento, quando si prende distanza da qualcuno o da qualcosa? Beh, io la stavo provando dall'esatto momento in cui mi ero svegliata. Quella mattina mi ero alzata in modo automatico, mi ero lavata i denti, fatta la doccia, asciugato e lisciato i capelli come se fosse un giorno qualsiasi. Avevo fatto colazione sotto lo sguardo indagatore dei miei parenti e della mia migliore amica. Avevo osservato mia madre scoppiare in lacrime senza battere ciglio.

«Puoi chiudermi la cerniera?» chiesi a Lydia che nel mentre si stava allacciando gli stivali.

«Certo».

Si avvicinò, le diedi le spalle, e ascoltai il suono della zip che veniva tirata su. Lanciai un'occhiata allo specchio e mi lisciai pieghe invisibili dal tubino nero.

«Claire?», incrociai lo sguardo triste della mia migliore amica riflesso nello specchio.

Le sue iridi cioccolato erano velate di lacrime che cercava di ricacciare indietro.

«Stai bene?».

Annuii. Il bello dell'alienamento era anche quel senso di torpore che mi anestetizzava le emozioni. Non vedevo l'ora che tutto finisse, non vedevo l'ora di poter tornare a New York e di mettere uno Stato tra me e Logan. Dopo la conferma che avevo avuto ieri, sapevo con certezza che non avrei resistito un minuto di più nella sua stessa città, nella casa di fianco alla sua...

Il campanello suonò e lo usai come scusa per sottrarmi dallo sguardo preoccupato di Lydia. Mi infilai le scarpe e scesi le scale per andare ad aprire.

«Ehi», due occhioni azzurri mi scrutarono dolcemente prima che due braccia sode e magre mi avvolgessero in un abbraccio.

«Che ci fai qui?», chiesi mentre mi staccavo da Jennifer.

«Sei la mia migliore amica! Non dovrei essere da nessun'altra parte se non qui!».

Mi sforzai di sorriderle. Era sempre bellissima, anche quel giorno. I suo capelli lunghi erano legati in uno chignon sopra la nuca, le sue labbra erano tinte di un rosso scarlatto, mentre indossava un vestito di lana nero sotto una giacca grigia e delle decollete dello stesso colore.

«È voluto venire anche qualcun altro», fece un passo indietro e con un cenno del capo mi indicò la Maserati grigia parcheggiata nel vialetto.

«Che ci fa qui?».

«Ha insistito per venire. Mi ha tempestato di messaggi e chiamate fino a costringermi a dirgli quando si sarebbe tenuto il funerale. Non so cosa sia successo tra di voi ma sembra starci parecchio di merda».

Sentii una stretta allo stomaco. Non era mai stata mia intenzione fare del male ad Edward.

«Accodati, vado a parlargli».

2. Brokenheart - L'amore non conosce ostacoliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora