Lei e l'amore

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Parlava di amore e sorrideva perché un'emozione così forte non l'aveva mai provata e tantomeno capita, una come lei. Per lei l'amore era quando, da bambina, sua madre le accarezzava la testa e le baciava la fronte, chiamandola principessa, prima di prendere un libro che entrambe sapevano a memoria e rileggerlo insieme. 

Per lei l'amore era il bacio di buona notte di papà, perché non succedeva spesso ed era come la mattina di Natale. Le veniva accanto, le accarezzava i capelli scuri e corti, le pizzicava una guancia per farla sorridere e le baciava la fronte, sospirando alla fine. 

Per lei l'amore era tenersi per mano da bambini e correre fino allo sfinimento, per poi buttarsi per terra e ridere guardando le nuvole e immaginando forme strane. Sospirare, soddisfatti, e poi ricominciare la corsa. 

Per lei l'amore era volersi bene, senza secondi fini. Era l'unica certezza in un mondo costruito su incertezze. L'unica cosa bella in un mondo brutto, la cosa he avrebbe potuto rendere un po' più bello tutto. 

Lei l'amore l'ha vissuto attraverso gli altri. Attraverso i loro sorrisi, le loro parole, i loro gesti.
Era un fantasma che viveva grazie agli altri. Provava sulla sua pelle quello che gli altri provavano, mai una cosa unica e speciale, mai una cosa provata davvero solo da lei. 

Sorrideva, felice per tutti gli altri, era felice per la loro felicità, perché almeno loro sapevano il significato di quella grande parola, facile da pronunciare e difficile da provare. Oppure, in realtà, solamente credevano di saperne il significato?

Era lei a non sapere cos'è l'amore, oppure erano gli altri accecati da questo improvviso e insuperabile sapere?

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