Cuore e cervello

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Spesso mi piacerebbe trovare il tasto per silenziare il cuore. Ogni tanto parla a voce troppo alta, fino a silenziare lo stesso cervello, i miei stessi pensieri. Quando ci mette impegno, riesce a farsi sentire da tutti. 
Il mio cuore è più testardo di me. Quando vuole qualcosa fa di tutto per ricordarmelo. Molto spesso se la prende con le persone, quelle che, chi sa come, riescono a fare amicizia con lui velocemente. E lui si lega ancora più velocemente. E non impara mai la sua lezione. 

Vorrei avere la perseveranza che ha il mio cuore nell'amare forte, sempre, dopo ogni delusione, dopo ogni colpo pesante, dopo ogni dolore. Lui non rinuncia mai, lui ci crede ancora nell'amore giusto, nell'amore delle favole, nell'amore eterno. 

Litiga molto spesso con il cervello, perché lui sa come andrà a finire ogni volta che il cuore prende sopravvento. Cerca di avvisarlo, a volte quasi riesce a farsi sentire, però non ha mai tante possibilità. Quando il cuore inizia a lavorare per conto suo siamo tutti spacciati. Ovviamente il cervello, quando il cuore si farà male per l'ennesima volta, dirà nuovamente "te l'avevo detto", come una mamma che sa già tutto ma non può intervenire direttamente nella vita del suo figlio.  
Il cervello l'aveva detto ma il cuore non ci ha creduto. Ha sperato che fosse diverso questa volta. Sembrava la persona giusta. Era gentile e intrigante, amorevole e carino, aveva la battuta pronta e quando ti prendeva per mano, in realtà teneva tutto il tuo mondo. Quando ti abbracciava era come se tutti i tuoi pezzi trovassero il loro posto. Con lui ti sentivi come quando sei in mezzo alla prima neve dell'anno, con le mani ghiacciate e il sorriso stampato sul volto. Guardi verso l'alto e sorridi e senti la felicità fino alle punta dei capelli. Il cuore era felice e il cervello era muto. 
Poi d'improvviso cambia tutto, il cuore sanguina, il cervello può parlare di nuovo e rimanere deluso per l'ennesima volta. 

Il cuore piange e il cervello lo guarda con occhi tristi, perché aveva previsto tutto. Ma si avvicina comunque e lo abbraccia, mette un cerotto e spinge forte, per fermare il sangue il prima possibile. L'ha fatto tante volte, sa come procedere. Il cuore piange e il cervello rimane in silenzio, vorrebbe dire tante cose ma farebbe solo del male in più, e il cuore non se lo merita. Povero, soffre nuovamente. Soffre tanto. Il cervello sa che passerà, ci metterà un po' ma passerà. Anche se per il cuore non è così, lui vive ancora nell'illusione del lieto fine. Si dice e ridice che questa è stata l'ultima volta, anche se sa che non è affatto così. Però lo dice e lo ripete, mentre il cervello lo ascolta e lo asseconda, sperando sia effettivamente così. Ma sa anche lui la verità. 

Vorrei silenziare il cuore e far parlare il cervello, vorrei proteggere il cuore come se fosse una pietra preziosa, unica, fragile. Vorrei avvolgerlo in strati infiniti di pluriball per evitare qualsiasi impatto con le emozioni, vorrei fare qualsiasi cosa per tenerlo al sicuro. Un giorno magari ci riuscirò, ma fino ad allora lui troverà sempre un modo per oltrepassare tutte le barriere e farsi sentire, urlare, parlare a voce alta, provare. 

Caro mio cuore testardo, un giorno imparerai a stare in silenzio anche tu, e mi dispiace per il modo in cui lo imparerai. Sarà indispensabile farlo, ma succederà nel momento giusto. Caro mio cuore, ti chiedo di provare a sentire un po' meno forte tutte le emozioni, tutto l'amore e tutto il dolore. Caro mio cuore, ti prego di non farti male, sii mio amico per una volta. 

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