Lei era come un rosa.
Nulla di raro, ma rimaneva bellissima nel suo essere tale.
Era fragile come poche, ma dava l'idea di essere forte, perché le sue spine pungevano tutti. Affascinante e spaventosa allo stesso tempo. Riusciva ad attrarre molti ma nessuno si avvicinava troppo. Nessuno restava.
E così, la rosa più bella di tutte rimaneva sola sotto la luce della luna, la sua unica amica. Nella sua solitudine riusciva stranamente a crescere ancora di più, a diventare ancora più bella.
Finché un giorno i suoi petali iniziarono piano piano a cadere. Uno al giorno, poi due, poi tre, finché ne rimase solo uno. Si chiedeva quando ci avrebbe messo a cadere anche quell'ultimo briciolo di bellezza che le era rimasto. Quando ci avrebbe messo a morire.
Un giorno cadde anche l'ultimo petalo rosso fuoco, e quello che è rimasto della rosa più bella di tutte è solamente lo stello.
Ma lei era felice ugualmente, sapeva che dopo qualche mese sarebbe cresciuta di nuovo, forse anche meglio di prima. Ma adesso era finalmente se stessa. Poteva vedere chi la voleva veramente, la vera "lei", non la bellezza dei petali.
Non rimase delusa quando tutto quello che le rimase era la luna e la sua luce. In fin dei conti lo sapeva.
Lei era la rosa che tutti volevano, ma nessuno coglieva. Lei era la rosa figlia della luna e della pioggia. Lei era la rosa più rara che ci fosse, e lo sapeva.
STAI LEGGENDO
Viaggio tra le parole
Ficción GeneralRiflessioni spontanee su qualche argomento casuale che mi passa per la testa ogni tanto. Ogni tanto sono polemiche. Ogni tanto sono molto ironiche. Ogni tanto sono molto tristi. Molto spesso sono poco serie. Questo è quello che troverete in questa s...