1. Confessioni

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- Henry!- chiamai

- ehi!? - mi rispose lui

- hai visto Alex? -

- no-

- fantastico- dissi con un sospiro stanco. Mi allontanai dalla cucina dove Henry stava trafficando con un pollo mezzo morto. - Alexandra Turner fatti vedere!- esclamai. Da quando mia mamma mi affidò ai Turner vivo con loro. Henry, Carina e Alexandra Turner più Joselyn Sparrow. E dire che mio padre neanche lo sapeva! -Alex, guarda che se non ti fai vedere mi arrabbio!- andai avanti a chiamare mia sorella adottiva per diversi minuti finché, aprendo la porta del bagno, non la beccai davanti allo specchio a parlare con il suo riflesso.

- ancora le prove per la confessione?- chiesi con un sorriso misto sorpresa e ironia-

- stiamo per confessare ai miei genitori, che sono anche un po' tuoi, che vogliamo travestirci da ragazzi e costringere tuo padre ad arruolarci nella sua ciurma, andare al polo Sud e trovare un diamante per rompere la tua maledizione e mi chiedi pure se sto facendo le prove?- chiese tutto d'un fiato.

- ceeeeerto.- risposi. - e ti sei dimenticata di aggiungere che, quando lo trovo, voglio tirare un calcio negli stinchi a Sparrow.-

- perché ti ostini a non chiamarlo "padre" ?- mi disse

- i veri genitori sono quelli che ti crescono, non quelli che ti danno alla luce- risposi.

- sono DODICI anni che ripeti questa frase, Jo.-

- le parole di una bambina di cinque anni sono molto sagge.- dissi con un ghigno.

- comunque, guarda che non chiami "mamma e papà" neanche i miei, di genitori, e mi sembra che ti abbiano cresciuta loro.-

- punti di vista.-

-è pronto!- si udì la voce di Carina che ci chiama dalla cucina.

- arriviamo!- esclamammo all'unisono io e Alex.

Ci sedemmo a tavola. La solita tovaglia blu imbandita con un pollo fumante, il pane, e il formaggio, il vino e l'acqua. Come sempre afferrai per prima una mega coscia di pollo e me la ficcai in bocca. 

- mamma, papà, io e Jo dobbiamo farvi una confessione.- disse Alex

- e sentiamo Alexandra, cosa avete da dirci tu e Joselyn?- chiese Henry.

- vogliamo essere reclutate nella ciurma di suo padre e andare al polo a prendere il Diamante del Sud per rompere la sua maledizione.- disse Alex indicandomi. E pur considerando il fatto che ha omesso la parte in cui dovevamo travestirci da ragazzi decisi di stare zitta.

- oh, no care ragazze!- sbraitò Carina. - ho sempre visto che eravate spericolate ma non vi lascio partire per una missione SUICIDA!!!-

- ma mamma!- 

- muta! Alexandra Turner tu non andrai al Sud.-           " che cattiveria, frase da gelare il sangue, proprio"   pensai sarcastica. Ero  come mio padre. Strafottente. Me lo dicevano tutti. Tornando alla realtà vidi che tutti mi fissavano.

- bhè? Che c'è ?- chiesi. Feci per dire altro ma lo sguardo assassino di Carina mi zittì.

- dai, Carina, noi alla loro età abbiamo combattuto contro pirati mezzi morti, abbiamo distrutto un tridente nelle profondità marine e...-

- senza contare che eri accusata di stregoneria- aggiunse Alex.

- basta! Dobbiamo informarci, Henry.-

- già fatto!- sventolai sotto al naso di Henry e Carina un foglio.

- Jack Sparrow recluta una ciurma per andare al Sud. Ricompensa in denaro.- lesse Henry.

- bene, sarete pure pagate- disse Carina. Gli occhi di Alex scintillarono.

- ma accetta donne nella ciurma?- chiese Carina

- certo.- mia sorella sembrava più convinta di quanto non fosse realmente. - comunque ha accettato te,- aggiunse indicando sua madre - e la nonna Elizabeth!- 

- è stato un caso... Non aveva scelta.-

- da come mi avete parlato di mio padre- intervenni - non mi pare che sia tutta sta bravura a trovarsi una ciurma. Si dovrà accontentare...-

- ok, ora torniamo al discorso iniziale. Possiamo o non possiamo andare?- chiese Alex.

- NO!- disse secca Carina.

- UFFA!!!- sbottò mia sorella.

- dai, Carina...- aggiunse Henry - noi abbiamo rischiato di brutto alla loro età, che sarà mai un viaggetto al Sud?-

- un viaggetto eh?! Una missione suicida! Ecco cos'è! - Henry prese Carinaversionesclerata  per una spalla.

- rifletti- disse.                       
La donna fa alcuni respiri. - bene... Cosa sarà mai un viaggetto al Sud? NIENTE. SPERO... -

- appunto - disse Alex. E io sto morendo di ansia perché quel "appunto" poteva rovinare tutto. Ma per fortuna questa era una delle poche volte in cui mi sbagliavo.

- quanto durerà il viaggio?- chiese Carina con una smorfia di disappunto.

- hem....  Bho.- rispose Alexandra. Mi sbattei una mano in faccia. In realtà non avevo neanche io la più pallida idea quanto cavolo sarebbe dovuto durare quel viaggio. 

- controllo.- esclamai senza troppo entusiasmo. Non sapevo la durata del viaggio per il semplice motivo che non mi ero neanche presa la briga di controllare l'ammasso di volantini che tenevo accatastati sulla scrivania.
Entrando in camera mi sentii già scoraggiata.
Mi soffiai dalla faccia una ciocca di capelli, blu. Era un simbolo. Il simbolo della Maledizione che mi legava all'Oceano.
Mi " tuffai " nella pila di fogli spiegazzati sparpagliati in disordine sulla scrivania della mia camera.
Come non detto. Figuriamoci se mio padre si preoccupava di informare qualcuno...

Torno in cucina.

- tre o quattro mesi circa...- mentii. Ma in effetti, secondo i miei calcoli il viaggio sarebbe dovuto durare così...

- cooooosaaaaa????- urlò Carina. - è troppoooo!-

- dobbiamo arrivare al Polo mamma!- ribatté mia sorella Alex.
- eh no! Voi non...-
- Carina...- provò a dire Henry
- sì, è così che mi chiamo!-
Mi venne da ridere. Ma mi trattenni.
- oh, per l'amor del cielo! - poi ritornò serio. - senti Carina, lasciamole partire. Devono pur fare le loro esperienze!-
- Oh, e va bene! Quando si dovrete partire?- chiese.
- hem... Dopodomani...- dissi.
- cooooosaaaaa?! Dopodomani?! No, no, no!-
- dai, c'è tempo.-
Nei miei occhi si poteva leggere la mia folle felicità. Potevamo partire!

La Figlia di Sparrow e la Maledizione del Diamante del SudDove le storie prendono vita. Scoprilo ora