9. arrivati

890 53 2
                                    

 ANGOLO SCRITTRICE

Ciao muchacos mieiiiiiiii❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️

Spero il libro vi stia piacendo!

Mancano pochi capitoli alla fine... ma state pur certi che non finisco qui di disturbarvi!
❤️
Ora vi lascio al capito!!!! "immaginate tanti cuoricini"

Baci baciosi  ❤️ ❤️ ❤️                     Aury❤️

                    *********************

Una corda! Una lunga fune intrecciata mi galleggiava vicino ad un fianco. Da dove veniva? Dalla Perla Nera, ormai un grande punto nero a circa mezzo miglio dal punto in cui mi trovavo.

Ed ecco, quella sì che era la mia speranza di salvezza. Afferrai la corda e iniziai a trarmi verso la nave.  Il vento era quasi del tutto assente, spiegato perciò, il motivo della lentezza della Perla.

Mi tirai per qualche metro, tenendo la fune sempre in mano.

Ma ero felice? Forse... ora che ero emersa dall'acqua ed ero attaccata alla nave avevo una nuova ragione per vivere: trovare mia sorella e rompere la maledizione.

Ero stanca... stanca fisicamente e mentalmente. Mi legai la corda alla vita e mi misi distesa sull'acqua. Chiusi gli occhi.

Un tonfo. Qualcosa aveva sbattuto contro qualcos'altro... che doveva essere la mia testa. Nelle orecchie mi rimbombava ancora il rumore del mare. Aprii gli occhi e li strizzai automaticamente. Ma non ce ne fu bisogno. Un'enorme ombra incombeva su di me. L'OMBRA DELLA PERLA NERA! Cozzai di nuovo contro i pannelli di legno scuro. Ero ancora attaccata alla corda, solo che quest'ultima era accorciata.

Sguazzai per altri dieci secondi nell'acqua fresca poi mi arrampicai su per la nave, trovando appiglio tra le assi.

Trovai una finestra e mi ribaltai all'interno della Perla.

In acqua avevo perso il cappello e  la mia chioma di capelli lunghi e bagnati mi si appiccicava in volto e sulle spalle. 

Ero in una stanza abbastanza grande e angusta, in cui aleggiava un forte odore di rum. 

Ma non ero sola. 

Da dietro i barili sbucò un ragazzo, più o meno della mia età, alto, con dei capelli biondissimi ed un paio di occhi verdi.

- beccata! - esultò Luke. Si chiamava così, l'avevo sentito da mastro Gibbs

- e per cosa? per essere ritornata a bordo dopo un'ora di apnea?-

- ah ah! Vedi, nessuno può stare un'ora in apnea -

- ma dai?-

- lo so cosa sei -

- ehi, frena la lingua, non sono un'oggetto. -  

- no, però sei maledetta - disse lui sogghignando. - e non ci dovrebbero essere donne a bordo. -

- perspicace il ragazzino... - mormorai io sarcastica.

- non. mi. insultare. -

- ma io sono viva -

- e pure io...- sbottò lui con aria divertita.

- ancora per poco- dissi con un ghigno. E mi scaraventai su di lui. Ma Luke fu più veloce e si scanzò prima che potessi finirgli addosso, cadendo tra i barili.

Mi prese per i capelli e mi mise in piedi squadrandomi con quegli occhi penetranti.

-hai per caso intenzione di levarti dalle scatole?- gli chiesi.

-no.-

- ahahah-

- brutta ragaz...-  iniziò a dire ma si bloccò: un tonfo sordo rimbombò in tutta la Perla Nera.

Io e Luke abbandonammo l'ascia di guerra e corsimo sul ponte per vedere cosa fosse successo.
La nave si era scontrata con una vasta distesa di ghiaccio sulla quale spiccavano numerosi iceberg.
Il freddo arrivò fino a noi.
Vidi mio padre ( ormai avevo iniziato a chiamarlo così) che stava mettendo un piede sul freddo pavimento bianco che stava iniziando a circondare la nostra imbarcazione.
Però di mia sorella non c'era traccia. Guardai ovunque ma nessuna traccia di Alex, dove l'avevano portata?
Non attesi una risposta perché la vidi correre verso di me, il volto celato da una maschera di pura preoccupazione.
Mi abbracciò. Non disse niente.
Mi rimase incollata. Poi si aggiunse James che si trattenne nell'abbracciarci entrambe. Alex si staccò dal mio fianco. Solo ora notai che era un po' più bassa di me, mentre James ci superava in altezza.
Mia sorella mi fissò. Poi fissò il cielo sopra di noi. Infine guardò il nostro amico e di nuovo il cielo.
Il cielo. Cosa aveva il cielo?
Niente. L'unica cosa che aveva importanza era che eravamo rimasti soli sulla nave. Il resto della ciurma era a terra.
Così ci calammo con la corda.
Il ghiaccio era freddo. Ovviamente.
Lo sentivo anche da sotto gli stivali. Vidi Alex rabbrividire.
Anch'io mi strinsi di più nei miei vestiti fradici.
Non feci altro che bagnarmi ancora di più.
Ma ci pensò James. Si tolse la giacca e me la mise intorno alle spalle.
Questo servì a farmi sentire più entusiasta... Eravamo al Polo! Mancava poco tempo alla fine della mia tortura, avevo come le farfalle nello stomaco.
Però solo un gesto bastò ad uccidere tutte le farfalle.
Alex mi girò la testa verso la Luna.
Aspetta... La Luna!?
Poteva significare solo una cosa...
No. Non volevo una notte di tortura... No...
Ma non c'era tempo per entrare in acqua, la Maledizione aveva già iniziato a fare effetto.

La Figlia di Sparrow e la Maledizione del Diamante del SudDove le storie prendono vita. Scoprilo ora