4. Primo giorno sulla perla Nera

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ANGOLO SCRITTRICE

CIAU cari muchacos

Non metto cuoricini perché il telefono è scarico.

volevo dirvi

zittaaaaa

Ma stai zitta tu, coscienza. E poi, chi cacchio ti ha chiamata?

Hahah, mi ha chiamata lo spoiler che stavi per fare. *dopo la risatina ritorna seria*.

Bene. Quindi... aspetta cosa? perché non so niente dello spoiler?

non fare la finta sce

Lalalalalalalalalalalalalalalalalalalalalala!!!!! Coscienza o te ne vai o ti trasformo in un grillo da dare in pasto ai gatti! *serafina, la mia gatta, mi guarda speranzosa*

ok ok ok va beneee. Che maniere però!

senti chi parla... VATTENE! COMPRENDI?

*se ne va, mi lancia occhiatacce*

BENE!!! Dopo questa "piacevole" chiacchierata con la mia coscienza, posso dirvi che non stavo facendo spoiler. Ok forse solo un pochino...

Premessa = la descrizione della Perla sarà poco dettagliata perciò ho messo la foto, in alto.

Vi GIURO che questo sarà l'ULTIMO capitolo noioso.

Ora vi lascio al capitolo noioso... mi impegnerò con le battute divertenti.

A presto muchacos!

Aury *immaginate tanti cuoricini*

*************************

Uscii dall'acqua mugolando di dolore. Ero completamente ricoperta di sangue. La mia pelle lacera pendeva dalle braccia in brandelli scomposti. Mi morsi un labbro. Non potevo urlare o averi svegliato tutta Tortuga. Io, come sempre, avevo passato la notte in acqua, mentre mia sorella su un albero. Non appena mi vide sgranò gli occhi e nel tentativo di mettersi a sedere sul ramo su cui era stesa ruzzolò giù dall'albero sbattendo di faccia sul terreno sabbioso.

- ahio- disse. - o cavoli... Joselyn... come ti ha ridotto così...-

- s..servon...no d...delle b...be...bende- biascicai.

- ma certo. Jo aspettami lì eh? NON TI MUOVERE, CAPITO?-

"anche se volessi non potrei" pensai. Non avevo neanche la forza di aprire la bocca. Ma mia sorella era sfrecciata via, in paese. Dovevo trovare qualcosa da fare. Qualunque cosa, anche stando ferma, che mi potesse distrarre dal dolore della pelle lacerata che bruciava a ogni minimo movimento dell'aria. Il sangue si era completamente rappreso a formare un ruvido strato rossiccio che mi ricopriva da capo a piedi e mi incrostava i capelli biondi.

Mia sorella se n'era andata da un pezzo quando trovai l'attività che avrebbe dovuto distrarmi.

Avrei detto che era "divertente" se fossi stata in vena di sarcasmo, ma era tutt'altro che divertente. Consisteva nel contare i sassi sulla spiaggia.

"sempre meglio di niente" pensai. E iniziai a contare.

Alex tornò mezz'ora dopo. Avevo contato i sassi cinque volte.

-alla buon'ora- dissi. Col sorgere del sole il dolore diminuiva un po' ma i raggi caldo mi scottavano comunque la carne esposta e la pelle lacera. Mia sorella mi si parò davanti e iniziò a bendarmi. Mi morsi un labbro. Era spaccato e la ferita si aprì ancora di più a causa dei miei denti. Un po' di sangue mi colò in bocca. Accolsi il sapore dolciastro e ferroso del mio sangue. Volevo sputare me ero troppo concentrata a non pensare al male che mi stava facendo mia sorella con quelle bende.

La Perla. Era bellissima. Color carbone. Era enorme. E forse un po'spaventosa.
Io, Alex e James, che ci aveva raggiunte da poco, ci issammo sulla nave grazie ad una scaletta di corda annodata.
Evidentemente la Perla Nera non veniva pulita da un sacco di tempo. Passai la mano su uno sgabello buttato in un angolo. Mi rimase una patina grigiastra incollata alle dita e al palmo.

- bene signori! Si parte!- gridò Jack. Pensavo che si rivolgesse a me, ai miei amici e a Gibbs, ma dietro di noi si aggiunsero altri cinque uomini e un ragazzo. Alto e biondo.
- tu e tu! Da quella parte!- urlò indicando con un dito James e Alex. Non mi piaceva l'idea di stare lontana da mia sorella, ma ero felice perché avrebbe passato un po'di tempo con James.

- forza, tu! Sì tu! Al timone!- disse. Ma stava parlando con me?
In men che non si dica ebbi la risposta: mi spinse con un braccio verso timone.

- SI PARTE!- urlò Jack.

- ehm, Capitano!? Abbiamo un problema!- dissi.

- mio caro ragazzo - mi diede una pacca sulla spalla - il problema non è il problema. Il problema è la tua attitudine verso il problema.- e sembrava pure convinto di quello che diceva.

- eh? Ah, sì, sì, certo... Bene. La nave è bloccata sulla sabbia. L'acqua è a 20 metri, Capitano.-

- e allora spingetela da terra! Su, su! Che state aspettando!??!!-

Scendemmo dalla nave e iniziammo a spingerla. Brutta faccenda perché la Perla Nera non si decideva a spostarsi.
Però avevamo un asso nella manica. O meglio, dato che si stava facendo pomeriggio inoltrato ( James era arrivato all'ora di pranzo e avevamo passato il resto del giorno a vagare sulla nave ) e la luna sarebbe sorta dopo tre o quattro ore, la mia maledizione iniziava a farsi sentire.
La forza da " pesce mannaro" mi stava già invadendo.
Iniziai a spingere la nave. Puntai i piedi. Più mi sforzavo più mi facevano male i muscoli.
Ma ben presto la nave scivolò sulla sabbia e arrivò in acqua con uno spruzzo. Come pegno da pagare per aver spinto la nave caddi di faccia nella sabbia, le mani e le braccia tese un avanti, sopra la testa.

- SI PARTE!!!- urlò Sparrow da sopra la nave.
Quella volta si partiva veramente. Tutti noi salimmo sulla Perla Nera. E guardammo l'orizzonte davanti a noi. Mi veniva voglia di gridare!
Abbracciai mia sorella.
Polo Sud, stavamo arrivando!

La Figlia di Sparrow e la Maledizione del Diamante del SudDove le storie prendono vita. Scoprilo ora