6. L'assassino

1.1K 64 6
                                    

        ANGOLO SCRITTRICE
❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️
Beneee.... Mi si stava impallando il telefono....
Allourah....  Come promesso ho aggiunto tutti i ❤️ che ho saltato....
Asp...
❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️,..., Precauzioni u.u.
Vi lascio al capitolo❤️
Love you muchacos❤️ Aury❤️

                      **********
-shhssssshss!- bisbigliai ad Alex che continuava a borbottare che era una pessima idea. Secondo me, spiare il tizio che l'aveva minacciata era un'ottima idea!
Strisciavamo contro le pareti della cabina come due ombre handicappate che non sanno spiare senza dare nell'occhio.
Mi fermai vicino alla porta. Alex mi cadde di sopra.
- ohiiiiiiiii!!!! Ma stai attenta!- bisbigliai. Poi sentii un rumore di passi.
Avrei dovuto nascondermi... Ma mi misi a correre come un'ossessa, il più lontano possibile trascinandomi dietro mia sorella.
Mi appiattii assieme ad Alex dietro ad un barile. Sbirciai.
Un uomo alto e grassottello aprì di botto la porta. Si guardò intorno e uscì dalla cabina. Veniva verso di noi.
A meno di un metro dal nostro nascondiglio si girò e tornò indietro. Poi sparì dietro un angolo della nave, verso il timone. Era mattina e io e Alex ci intrufolammo nella cabina dell'uomo.
C'era puzza di Rum, pesce marcio e sudore.
La stanza aveva uno scarso arredamento. Una credenza, una sedia, un paio di quadri e una scrivania.
Su quest'ultima era inchiodata con dei punteruoli una cartina della Perla Nera.
La stanza del Capitano era cerchiata di rosso e nel punto in cui doveva esserci la libreria c'era un numero segnato in nero: 63. Guardai Alex, che annuì.
Uscimmo in fretta dalla cabina e ci recammo in quella di Jack.
Mentre camminavamo l'aria era tesa e un senso di eccitazione legava me e Alex.
Socchiusi la porta della cabina di Jack e vi guardai dentro. Deserta.
In effetti Jack era sul ponte a dare ordini barcollando sul posto.
Alex mi spinse dentro la stanza. Lì, la puzza di Rum era ancora più intensa.
Mi avvicinai alla libreria, era un alto scaffale di legno scuro con quattro libri in croce.
Molti di questi contenevano mappe di navigazione. Sotto ogni libro c'era un cartellino con un numero. Feci scorrere il dito.
60, 61, 62, ... Eccolo. 63.
Ma era vuoto. Non c'era un libro. Solo un buco. Però un buco più profondo di un comune libro.
Schiacciato sul fondo dello scaffale c'era un foglio ingiallito e spiegazzato piegato in quattro.
Lo estrassi dal suo buco e lo aprii.
- è la stessa mappa che teneva in mano il tizio che mi ha minacciata...- mormorò Alex.
Controllai un ulteriore volta il buco della libreria: il foglio era l'unica cosa presente. Nient'altro.
Misi il foglio nella tasca della giacca di pelle nera e uscimmo dalla cabina.

Ci ritirammo in un angolo  appartato, ossia nel dormitorio puzzolente pieno di anche inzuppate del sudore del resto della ciurma.
Mi tolsi il cappello. Non ne potevo più di tenere i capelli aggrovigliati sotto quella roba scomoda solo per sembrare un ragazzo. Mia sorella fece lo stesso.
Ci acquattammo sotto le nostre amache con il foglio aperto davanti.
Intanto il mio cervello di diciassettenne si arrovellava in cerca di una soluzione.
Il foglio si rivelò essere una mappa, composta dalla cartina della nave. Quest'ultima era al centro del foglio. Prua, poppa, babordo e tribordo erano segnati con un punto di inchiostro nero.
Pensa, pensa, pensa, dai Jo! Pensa!
Passai un quarto d'ora dicendomi che dovevo pensare ad una soluzione. Intanto una parte del mio cervello si chiedeva perché mai ci fossimo messe ad indagare sull'uomo che aveva minacciato Alex... Ma la risposta arrivò spontanea: era mia sorella e dovevo aiutarla, o non mi chiamavo più Joselyn.
Spremi le meningi pirata!  Mi dicevo. spremi quel cervelletto!
- forse ho capito...- sentii mormorare da Alex.

La vidi tirare delle linee per congiungere i quattro punti. Al centro della Perla, dove si incontravano le linee, mia sorella mise un segnetto in inchiostro rosso.

Sta volta fu lei a trascinarmi fuori dalla stanza, La mappa ripiegata sotto la giacca. Alex arrivò davanti James, che stava osservando la schiuma del mare, che scorreva lenta ai bordi della Nave.

-James!- chiamò Alex. Ma il ragazzo non rispose. - James!!! - Riprovò. Ma niente. Il nostro amico sembrava essere diventato sordo. Infatti invece di girasi a guardarci, si allontanò da noi e si avvicinò ad un'altra cabina. 

- ohuuuuuuu!?- chiamai, ma niente. Ma a mali estremi, estremi rimedi. Presi un pugnale da lancio da sotto la mia giacca e lo scagliai contro il pannello di legno alle spalle del ragazzo.

- ehi! Ma sei scema o cosa!?- mi disse James girandosi di scatto. O almeno ci provò, dato che aveva il colletto della camicia incollato alla parete dal mio pugnale.

- tu non ti giravi, quando ti abbiamo chiamato!- provai a dire in mia difesa.

- ma POTEVI UCCIDERMI! DEFICIENTE che non sei altro!- urlò lui.

Per fortuna di James mia sorella mi strinse per la vita, così non riuscii a lanciarmi sul ragazzo come una belva.

- deficiente e chi!? Brutto pezzo di...- iniziai a gridare menando pugni all'aria. Poi però presi un bel respiro, il problema del momento era trovare il punto segnato sulla mappa e capire le intenzioni dell'uomo. James era pur sempre mio amico... ma se necessario l'avrei ammazzato più tardi. 

Alex mi mise giù e iniziò a spiegare la faccenda al ragazzo, sempre più sbalordito.

- e.... quindi... dov'è questo punto che avete trovato?-

- siamo venute a cercarti per scoprire dov'è il punto.- spiegò mia sorella a James.

- ah- fece lui.

- ora però andiamo!- dissi.

Presi la mappa da Alex e con James che ci seguiva iniziammo a perlustrare quello che doveva essere il centro della Perla Nera. Ben presto vidi James cadere di faccia sul ponte della nave con un mugolio sommesso. Soffocai una risata. Poco male. Aveva almeno trovato il punto che ci interessava: un'asse rialzata nel piatto pavimento di legno scuro. Tirando insieme ad Alex riuscii a staccarla del tutto. Sotto di essa vi era una cassetta con dentro un involto. Tolsi il fagotto dal suo posto e lo aprii. Conteneva un pugnale con l'elsa di cuoio rossiccio con un intarsio a forma di Kraken. La lama corta e luccicante rifletteva i miei occhi azzurri e quelli color nocciola di Alex. 

Insieme all'arma c'era anche un bigliettino. Diceva: uccidere Sparrow. Sotto c'era una firma scarabocchiata, una cosa tipo... "Christian Could".

    

La Figlia di Sparrow e la Maledizione del Diamante del SudDove le storie prendono vita. Scoprilo ora