11. Tutta colpa mia

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Scheletri. Luce. Sangue. Si susseguivano. 

Christian disse - loro sono gli ultimi maledetti destinati a diventare scheletri con la luna piena... L'unica persona in grado di ucciderli è la ragazza-pesce-mannara. Ma si da il caso che sia sotto il mio controllo. Le ho scagliato io la maledizione e io risponde solo a me- sorrise beffardo. Ma non sapeva una cosa. Io ritornavo una ragazza con il calare della luna, e per usare i suoi termini, si da il caso che fosse proprio in quel momento. Il mio dolore cessò di colpo. Le ferite iniziarono a richiudersi più velocemente del solito. Questo era l'effetto della luna piena. Mi sollevai a fatica dal ghiaccio. A terra, vicino a me c'era una spada. Christian non aveva specificato che dovevo essere trasformata per abbattere gli scheletri e da umana io rispondevo solo a ma stessa!

Tiè. Pensai. Arrancai verso il punto in cui i pochi marinai rimasti stavano lottando contro la ventina di ammassi di ossa. Iniziai a distruggerli uno alla volta. Vidi Alex che brandiva una lunga spada, i capelli lunghi e castani che le danzavano intorno al viso. Poco distante James che spaccava ossa. MI unii a loro, tutti e tre, insieme... sotto la paura c'era anche la speranza che James si innamorasse di mia sorella...

Continuai a sbriciolare scheletri, per un tempo abbondante o corto, non avrei saputo definirlo. Vidi mio padre che combatteva contro Christian Barbossa, che stava avendo la meglio. Mi sentii in dovere di aiutarlo così mi scagliai contro l'uomo. Finimmo entrambi a terra, Jack che ci guardava stranito. Io e lui ci scambiammo uno sguardo d'intesa.

- Ja... Padre! Il diamante!- gli urlai. Rimase qualche secondo a guardarmi, titubante. Poi corse in direzione di un Iceberg particolarmente alto.

Jack Sparrow altruista? Questo pensiero mi attraversò la mente. Probabilmente stava andando a prendere il Diamante per se. Mi riscossi quando capii che Christian mi stava puntando un coltello alla gola. Il tempo non mi bastò né per pensare né per agire: Alex si lanciò sull'uomo che ruzzolò a terra.

- salve. Nonno. - Disse.

- salve. Nipote. - Rispose lui.

Alex stava per infilargli il pugnale nel petto, ma intervenni

- Alex ferma! Non credo che la cosa migliore sia ucciderlo...-

- disse quella che stava per spaccargli la testa sul ghiaccio.- ribatté lei. 

- non era esattamente così, era autodifesa... - quella parola, "autodifesa" mi stava proprio antipatica. - comunque credo che se ne abbiamo la possibilità, dovremmo evitare di ucciderlo. -

- e... sentiamo, tu cosa proponi?-

- questo- dissi. Mi avvicinai al soggetto in questione e iniziai a togliergli tutte le armi che aveva addosso: Coltelli da lancio, pugnali, una spada, una boccetta di veleno. 

Mi tolsi da un fianco il brandello di corda, quella che aveva usato Luke per tirarmi a  bordo. Non avevo ancora capito perché l'avesse fatto, dato che poi avevamo iniziato a litigare...

Ammanettai l'uomo con la corda, era abbastanza solida, si sarebbe liberato non in poco tempo. Lo legai ad uno spuntone di roccia grigia, uno dei pochi presenti in quella distesa di ghiaccio.

Feci per girarmi ma fui spinta via da qualcosa... o qualcuno. E quel qualcuno era James.

James con una spada infilata nel petto. James. MI portai le mani alla bocca. Soffocai un urlo.

Mi accovacciai accanto al mio amico accasciato a terra, un fiotto di sangue che colava dalla ferita. James. Il mio migliore amico. Lui. Morto? No. No, No,No! Non poteva essere. Non riuscivo a collegare le due immagini. Poi un pensiero mi fulminò. Non doveva morire lui. Ma io. Si era sacrificato, per me... Era colpa mia. Lo sapevo. Dovevo morire io. Io, non lui. 

James girò la testa verso di me. Mi aspettavo degli occhi, pieni di lacrime, di tristezza, occhi accusatori, come quelli dell'uomo che avevo ucciso. Ma non aveva quegli occhi. Sì, pieni di lacrime, e emozioni. Ma non rancore, rabbia o accuse. Pieni di amore.

No. Non doveva morire. Non poteva morire. Ma stava morendo, ed era colpa mia. Dovevo morire io. 

- Joselyn...- mormorò.

- Si James? - bisbigliai tra le lacrime.

- Joselyn io ti amo. Ti amo e ti ho sempre amato.-

No. No! Non deve andare così! Non può amare me... Pensai. 

Ripensai a mia sorella... i sentimenti che provava per James... e quegli che James provava erano per me... Sì... era colpa mia... solo mia. 

Gli occhi del ragazzo si rovesciarono all'indietro, assenti, vuoti, spenti... morti.

-NO!- urlai. - no...- mormorai, il viso bagnato. Volsi ad Alex uno sguardo carico di disperazione, che ricambiò.

- scusa Alex, scusa... È tutta colpa mia... Mi dispiace... Dovevo morire io... Dovevo...- mi interruppe mettendomi un dito sulle labbra.

Sei ore dopo

Ci imbarcammo. Io e Alex continuammo a piangere sedute in un angolo. Mio padre aveva il diamante.

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ANGOLO SCRITTRICE

Salve cuccioli❤️
Ma quanto mi amo!
Ho pianto mentre scrivevo la scena della morte di James...😢
Si... Sono sensibile...
Diciamo che mi sono "impegnata" per rovinare la storia d'AMMOREH tra Alexandra e James...
Bene... Bacioni ❤️❤️❤️❤️😍😍😍😍
Vi adoro❤️
Aurora❤️😍

La Figlia di Sparrow e la Maledizione del Diamante del SudDove le storie prendono vita. Scoprilo ora