Capitolo XIV

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Naruto

Il viaggio fino a Suna fu tranquillo e piacevole, a parte qualche strana ed imbarazzante scena. Sembravamo a tutti gli effetti un trio: Sakura era molto più compatibile con me e Sasuke di quanto si fosse mai sforzato di esserlo Sai.

Ma il trio compatto che formavamo sembrava in bilico, sul punto di scivolare in un triangolo amoroso.

Non volevo di certo riaccendere l'ira di Sasuke nei miei confronti, ma certi atteggiamenti, certe attenzioni che riversavo su Sakura, mi venivano spontanei come respirare.

Dopo qualche ora di marcia nella foresta, accadde un evento alquanto insolito e inspiegabile. Dall'alto di un ramo, nell'esatto momento in cui Sakura vi passò sotto, si calò un ragno di modeste dimensioni. Il poveretto atterrò giusto sulla spalla dell'ignaro medico, che sentendo quelle pelose zampette strisciare sulla sua pelle, iniziò ad urlare e saltellare come una pazza.

Sasuke era accanto a lei, a circa cinque centimetri di distanza, postazione che non aveva abbandonato nemmeno per un secondo durante la marcia. Ma non fu Sasuke a cui Sakura chiese aiuto. Era la cosa più logica e istintiva da fare, eppure lei si discostò dal furibondo Uchiha per venire a chiedere aiuto a me.

"Naruto! Toglimi questa bestia di dosso!". Eh sì, più che chiedermi aiuto, mi impartì quell'ordine con lo stesso tono che avrebbe usato il teme.

Ero troppo preso dall'ironia della situazione per badare più di tanto alle occhiate malevole di Sasuke, così, quando sentii lo stridore del suo chidori, commisi il grave errore di distogliere l'attenzione da Sakura per riversarla sul pericolo imminente.

Ecco che ci risiamo, pensai.

Forse, davanti al mio sguardo basito e rassegnato al tempo stesso, Sasuke riprese coscienza della situazione in cui ci trovavamo, perché l'inquietante suono del chidori svanì.

Stavo per sospirare di sollievo, quando una Sakura imbizzarrita mi investì in pieno facendomi crollare per terra con il suo corpo addosso al mio. Improvvisamente iniziai a sentire caldo, tremendamente caldo. Potevo sentire le curve di Sakura aderire perfettamente alle mie.

"Toglimi questo coso di dosso!", mi urlò in faccia, ignara delle sensazioni che mi stava procurando.

"Calmati bellissima", le dissi nel tentativo di calmarla.

"Calmati tu", mi rispose.

"Ci sto provando, credimi", mi giustificai.

"Tsz", sbuffò Sasuke.

"Perché non mi aiuti piuttosto che sbuffare come un cavallo?", lo riguardii.

"Ha chiesto a te di aiutarla, non a me. È compito tuo Naruto", mi disse con tono annoiato che lasciava trasparire l'amarezza che lo avvolgeva.

"Dove stai andando?", gli chiesi notando che si allontanava.

"Narutoo!", esclamò Sakura battendomi il petto con una sfilza di pugni.

Riuscivo a vedere quel ragno furbetto tentare di intrufolarsi dentro la sua maglietta.

"Intelligente", lo lodai, ricevendo un pugno ben assestato.

"Ora lo uccido", tentai di rassicurarla, ma i suoi enormi occhi, fino a pochi secondi fa serrati dalla paura, erano spalancati per lo sdegno.

"No! Non è necessario che lo uccidi, basta che me lo togli di dosso".

La guardai meravigliato.

"Sbrigati", mi sollecitò.

Avvicinai il mio volto al suo e, mentre prendevo il ragno e lo lanciavo lontano, la baciai. Fu un bacio timido e gentile, come se entrambi volessimo sondare le reciproche intenzioni.

運命の赤い糸 Unmei no akai ito: il filo rosso del destinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora