Crush on Mr. Bad Boy

25-Jet.

Questo è l'unico capitolo senza il nostro Loki, vi prego perdonatemi😕😕
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-Buon...giorno?

Mi svegliai praticamente sopra a Steve, come se fosse il mio materasso. Comunque devo dire
che era comodo.
Mi alzai subito e rotolai dall'altra parte della stanza.

-Scusa Steve! Oh dèi, non volevo, solo che ieri notte avevo freddo e mi sono avvicinata a te, peró non ero..insomma distesa sopra di te!

Avvampai completamente andando in panico, non so perchè mi fece quell'effetto.

-Ehy tranquilla, non è successo niente. Scusa se hai avuto freddo, ma io ormai non faccio più caso alle basse temperature.

Chiusi gli occhi sfregandomi la mano destra sulla fronte.

-Dio Santo! Phil Coulson sarà qui a momenti! Presto vestiti.

Gridó Steve.
Si sfiló la maglia con cui aveva dormito, aprì il borsone da palestra e tiró fuori dei jeans neri, un giubbotto di pelle marrone e una camicia a scacchetti. Si vestì. Mentre io ero lì. Certo che il siero del super-soldato a veva fatto un ottimo lavoro, in tutti i sensi. Poi si giró e mi congeló con uno sguardo.

-Vestiti! Io vado in bagno.

Si diresse verso il bagno con passo pesante. Presi quel sacchetto di carta dell'altra sera, arraffai un paio di leggings neri e una maglia bianca con scritto "TacosNachos Bros"
(Era la migliore) e poi indossai anche la felpa che avevo rubato a Loki, la annusai e aveva ancora il suo dolce profumo. Steve uscì dal bagno, poi andai io e infine uscimmo tutti "felici e contenti", lui con il borsone a tracolla e io con il sacchetto in mano. Pochi minuti dopo l'agente Coulson arrivó a bordo di un suv nero con i vetri oscurati. Abbassó il finestrino e un ometto con il viso quadrangolare dall'aria innoqua ci sorrise.

-Mettete i bagagli dietro, un jet privato ci aspetta in aereoporto.

Caricammo il tutto poi salimmo entrambi dietro. Coulson ci guardó dallo specchietto e ci salutó con un cenno del capo a vicenda.

-Signorina Guardianson, Signor Rogers.

Poi partimmo. Il viaggio duró circa un'ora e tre qarti e Coulson si riveló il fan sfegatato numero 1 per eccellenza di Captain America, dato che per tutto il tempo ci raccontó di quando era piccolo e i genitori lo portarono al museo e venne colpito dalla sezione riguardante appunto Captain America. Finalmente arrivammo all'aereoporto e scesi dalla macchina con un grande mal di testa.

-I vostri bagagli verranno caricati poco prima della partenza, non vi preoccupate. Ora seguite me.

Eravamo in una landa desolata, con delle righe e frecce disegnate nel duro terreno, molto lontano da noi, sulla sinistra c'erano due...non sapevo cosa fossero ma sembravano due mastodontici uccelli di metallo, con le ali spiegate, invece molto più vicino e sulla destra c'era questo nostro jet.
Mi affiancai a Steve.

-Cosa sono quelle due cose laggiù?

Chiesi indicando gli uccelli di ferro.

-Sono aerei, servono per fare viaggi, proprio come il jet, ma più grandi.

-Ai tuoi tempi esistevano?

-Sì, ma erano ben diversi e venivano usati per scopi "costruttivi" come sganciare bombe o mitragliare dall'alto.

Decisi di lasciar cadere l'argomento. Coulson ci guidó sulle scalette di ferro del jet e in poco tempo sorvolavamo le città. L'interno del jet era piccolo, con solo due poltroncine nel lato destro, poi qualche metro più avanti un'altra postazione dove come due piccoli televisori a muro erano attaccati alla parete e trasmettevano soltanto un radar arancione e dei codici. In un'insenatura sulla destra del veivolo i due piloti sedevano con delle cuffie enormi sulle orecchie.Coulson si sedette di fronte agli schermi, io mi sistemai su una poltroncina e Steve vicino a me. Per tutto il volo rimasi aggrappata ai braccioli del mio sedile, invece l'espressione di Steve era difficile da esaminare, mentre tra le mani stringeva un piccolo schermo e non faceva altro che leggerlo, borbottare qualcosa, guardare video e passarci l'indice sopra. Quando iniziammo a volare sopra ad un limpido mare cristallino, uno dei piloti parló rivolgendosi a Coulson: