47-Il mio Universo.

1.4K 73 39
                                    

Tra prelievi di sangue, pasti vomitati e scleri vari, si accingeva ad arrivare la mia ultima notte in osservazione.
Entrai in bagno e mi guardai allo specchio dietro la porta: avevo una cicatrice rossa e verticale dall'ombelico in giù, avevo un'aria piuttosto provata e i capelli spettinati.
Mi rivestii, presi il carrello con la flebo e mi avvicinai alla finestra.
Asgard era tranquilla, il mare in lontananza riluceva e rifletteva il colore e le sfumature del cielo serale, provai pace tirando un sospiro di sollievo: eravamo sopravvissuti a Malekit; certo io e mio figlio avevamo rischiato grosso e ancora mi incolpo per quello che accadde.
Loki...era morto, ma dovevo passare oltre e pensare unicamente a nostro figlio, sua madre doveva essere forte e fargli anche da padre, poi magari gli avrei raccontato la nostra storia.
Bussarono alla porta e la magia filosofica del crepuscolo sparì.

-Avanti.

La mia ormai amica guaritrice entró a portarmi la cena su un vassoio bianco.
Già non mi sembrava il massimo come pasto.

-Puoi posarla pure sul comodino. Grazie mille.

Dissi aggrappandomi al davanzale interno della finestra.

-Be', a questo punto ci vediamo tra due settimane per la visita di controllo, mi raccomando eh.

Sorrisi vedendo la sua espressione. Lei in quei giorni fu la persona più simile ad una madre per me, strinsi con lei un patto affettivo.

-Domattina verró qui verso le 8:00, firmerai e potrai uscire.

-Perfetto, a domani.

La donna mi salutó ed uscì dalla stanza. Sentii lo stomaco brontolare dalla fame e mi avvicinai a quel vassoio: del riso in bianco con delle verdure e un pezzo di cioccolato fondente. Scartai completamente il riso e afferrai il cioccolato.
Come adoravo quell'aroma di amaro piacevole.
-
A notte tardi stavo leggendo una vecchia rivista che avevo trovato in un cassetto del comodino cercando di prendere sonno.
Si rievocavano le valchirie: donne potentissime dell'esercito di Odino su cavalli alati bianchi.
Sollevai lo sguardo per vedere l'ora ed improvvisamente Heimdall sbucó dal nulla, facendomi spaventare.

-Papà? Cos..

-Shh ho poco tempo. Sono un fuggitivo e mi dispiace per non esservi venuto a trovare prima. Come stanno le mie creature preferite?

Se spuntava di nuovo di punto in bianco rischiavamo di morire.

-Bene, per un soffio. Perchè ti stanno cercando?

Domandai contrariata.

-Ho tradito il Re su piano di Thor, dovevo distrarre Odino per farvi andare su Svartálfheim. Sapevo le conseguenze e ho accettato comunque, infondo ero stanco del Bifrost e quella spada pesa tantissimo.

Ridemmo, anche se Heimdall era un po' acido nella risata.

-Devo preoccuparmi?

Gli chiesi dopo un po', tornando seria.

-Noi abbiamo la vista, quindi posso anticipare le mosse e sfuggire a loro per sempre. Prima o poi troveró un posto in cui stabilirmi.

Non aveva tutti i torti infondo.

-Mi dispiace...insomma per Loki. Prima che accadesse gli hai detto di aspettare un figlio da lui?

Abbassai lo sguardo per l'imbarazzo.

-...No, non ho trovato né il modo e né il tempo.

-Capisco. Figlia mia, io saró più un padre che un nonno per tuo figlio. Wow, diventare nonno: nonno Heimdall, come suona?

Risi mentre dissi:

-Benissimo.

Mio padre si tiró su il cappuccio dell'abito che indossava per nascondersi.

Crush on Mr. Bad BoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora