39-Inferno.

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Stavo tranquillamente passeggiando per i quieti giardini reali. Era una splendida giornata, il sole era alto nel cielo e nell'aria s'insinuava quella sensazione magica e pacata di Asgard. Soffi leggeri di vento facevano volteggiare candidamente le mie lunghe vesti, che mi coprivano le braccia per la frescura che era iniziata a scendere sul Regno.
Jane si era ripresa dalla scorsa notte ed era a fare una passeggiata con Thor, che le mostrava le bellezze di Asgard. Ricordo che mi ero fermata ad ammirare le meravigliose fontane popolate: grandi vasche decorate in mosaico nero, ogni tassello bordato di oro, e in queste vasche nuotavano tanti pesci e pesciolini di colori stupendi e variegati. Il mio preferito era piccolo, sfumato di verde e azzurro e con una lunga coda nera, che sembrava stoffa sciolta nell'acqua mentre nuotava beato insieme agli altri pesci. Era una creatura meravigliosa e perfetta, le sue scaglie brillavano riflettendo la luce e un attimo sembrava bianco, l'attimo dopo azzurro e quello dopo verde. Poi qualcosa improvvisamente cambió e le creature iniziavano ad essere agitate e spaventate, nuotando velocemente, scontrandosi tra di loro e correndo a nascondersi sotto la tenera sabbia o dietro le alghe. L'acquario sembrava desolato. Solo dopo mi accorsi che dei cerchi concentrici si stavano generando sulla superficie dell'acqua e un lungo suono di un corno mi fece sollevare il capo per accorgermi di non far parte del mondo acquatico. Veloce come la luce, Thor passó volando e impugnando il suo Mjolnir a parecchi metri d'altezza, le guardie stavano correndo ovunque, abbaiando ordini e gridando alla gente di scappare e mettersi al riparo.
Il freddo spirito della paura mi attraversó il petto e scattai in piedi.
Tra la folla che se la dava a gambe levate vidi la regina Frigga prendere per mano Jane e correre all'interno del palazzo. Doveva essere qualcosa di brutalmente pericoloso, infatti tra un grido e un altro sentii che si trattava delle prigioni.
Rifiutai di credere alle mie orecchie e ignorai il sussulto del mio cuore, ma  tutti i miei organi sussurravano il nome di Loki.
Tornai in me e corsi nel palazzo addocchiando la Regina e l'asgardiana.

-Regina cosa è successo?

Gridai per farmi sentire.

-Oh Andromeda, grazie al cielo...seguici.

La donna era provata e molto preoccupata. Le seguii, schivando uomini e donne che correvano alla rinfusa. Fummo condotte in una stanza nel piano superiore del palazzo, un luogo magnifico per riposarsi ed ammirare il panorama asgardiano.

-Regina cosa è successo?

Le domandai cercando di capire qualcosa.

-Non so, ma è una situazione terribile. Ora statemi a sentire e fate tutto quello che vi dico, senza discutere e giurate di fare tutto quello che vi dirò e di non contestare mai gli ordini che vi darò.

No no, non mi piaceva affatto, quando qualcuno dice così è sempre un bruttissimo presagio, ma cosa dovevo fare se non ubbidire?
Jane ed io ci guardammo inarcando le sopracciglia.

-Loro vogliono te Jane, quindi io creeró un tuo ologramma e quando arriveranno qui, noi attaccheremo e li uccideremo, senza pietà alcuna.

Sapete quando volete dire tante cose, ma il vostro cervello non riesce a starvi dietro e quindi finite con il dire
"occhei"?
Ecco, fu quello che successe esattamente a me.
Non capivo niente, nè il chi, il quando, il dove nè il perchè di tutto ció. Jane era forse messa peggio di me.
La Regina si avvicinó ad una delle pietre della stanza, le diede due colpetti ed essa si staccó completamente dal muro, rivelando due magnifiche spade nella fessura del mattone. Frigga mi lanció una spada, creó l'ologramma di Jane e poi afferró la sua arma. La Non-Jane rimase al centro della stanza con Frigga, io e la vera Midgardiana ci nascondemmo cucendo la bocca.
Stavo impugnando un'arma, con il cuore che faceva su e giù per la trachea e non sapendo cosa o chi sarebbe sbucato fuori da un momento all'altro.
Quel silenzio era la cosa più straziante che avessi mai sopportato, anche perchè in lontananza sentivamo tremende esplosioni, crolli, schianti e terrificanti grida di dolore.
Poi le fondamenta iniziarono a tremare, come un potente terremoto.
Stavo sudando, l'elsa della spada mi scivolava dalle mani e Jane stava diventado sempre più bianca.
D'improvviso tutto si ammutolì, niente più esplosioni, tutto sembrava sospeso, come la quiete prima della tempesta.
Tutte e tre ci guardammo, ma la Regina non sembrava affatto sollevata, anzi era ancora più pronta a sferrare un fendente con la sua lama.
Il portone si aprì e il mio cuore sussultó. La Non-Jane scappó in un altro nascondiglio e la Regina non sembró voler attaccare subito.

Crush on Mr. Bad BoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora