L'orologio a pendolo appeso nel salotto dell'appartamento segnava le sei e mezza di sera. Steve era seduto sulla stessa poltrona di quella mattina. Indossava un pesante grembiule in pelle marrone, qua e là macchiato di olio lubrificante, dei lunghi guanti dello stesso materiale e uno strano paio di occhiali, con una serie di lenti di ingrandimento mobili. Era sporto in avanti e stava armeggiando con un marchingegno appoggiato sul tavolino, nel silenzio più totale.
Improvvisamente la porta si spalancò e Will cadde in avanti, producendo non poco rumore. Cercò di rimettersi in piedi ridendo sommessamente.
- Non dovresti essere a lavoro? - domandò Steve senza battere ciglio.
- Ha parlato quello che se ne stava tutto il giorno spaparanzato sulla poltrona. - ribatté Will con voce alterata - Perché neanche tu sei a lavoro? Eh? -
- La bottega è temporaneamente chiusa a causa di un lutto del proprietario. Ti ripropongo la domanda, non dovresti essere a lavoro? -
- Ero stanco e ho deciso di prendermi un permesso... -
- Ho capito, sei ubriaco. -
- Io? Ubriaco? Pff, non dire scemenze, ho solo bevuto una... due... tre pinte di birra. Tutto normale, posso gestirle. - di colpo la faccia di Will sbiancò, le sue guance si ingrossarono e si portò una mano alla bocca. Corse in bagno e vomitò nel gabinetto tutto l'alcol assunto.
- Oh Cielo. - esclamò Steve levandosi gli occhiali e precipitandosi anche lui in bagno. Cercò di aiutare il suo coinquilino, ma questo lo allontanò con il braccio: - Lasciami, lasciami; me la cavo da solo. - si rialzò appoggiandosi al lavandino - Te l'avevo detto che potevo gestirle, altrimenti il salotto sarebbe stato imbrattato di vomito. -
- Forse è meglio che tu vada a dormire. Ti accompagno. - propose Steve prendendolo sottobraccio e trascinandolo in camera sua. Si fece strada tra le bottiglie vuote e lo fece stendere sul letto sfatto. Uscì dalla stanza e si chiuse la porta dietro.
- Tsk, che situazione ambigua. - disse fra sé e sé mentre tornava in salotto - Spero che nessuno lo venga mai a sapere. -
Il mattino seguente Will si svegliò molto presto, d'altronde aveva dormito per più di dodici ore. Era ancora vestito e i suoi abiti erano tutti gualciti. Si mise a sedere sul bordo del letto e guardò la sveglia cercando di capire che ore erano: le sette. Con gli occhi ancora semi chiusi osservò la stanza, quindi si mise in piedi e si stiracchiò. Dopo essersi cambiato uscì dalla sua camera portando i vestiti sporchi in mano. Andò nel salotto vuoto e tirò una corda che pendeva dal soffitto. Si sentì un campanello suonare in lontananza e subito dopo qualcuno bussò alla porta dell'appartamento. Will aprì e fece entrare un giovane inserviente smilzo e non molto alto.
- Buongiorno signore, desidera qualcosa? - domandò il ragazzo.
- Buongiorno anche a te Sebastian. Portami un'abbondante colazione a base di uova strapazzate e pancetta, e anche del caffè per favore. -
- Certo signore. -
- Inoltre porta in lavanderia questi vestiti. - porse all'inserviente la biancheria.
- Sarà fatto signore - rispose quello prendendola - serve altro? -
- No, puoi andare. -
Il ragazzo fece un cenno con la testa e si allontanò.
Una volta consumata la colazione Will si diresse a lavoro. Trovò sulla sua scrivania una pila di documenti ancora più alta, perciò cominciò a compilarli uno ad uno. Erano passate le dieci e Will aveva già compilato un quarto della pila, quando l'inter-gramma emise una striscia di carta, la quale recava scritto: "Furto magazzino 17 molo 4. Ispettore Brown sul posto."
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HOMO EX MACHINA
Science FictionIn una Londra del 1887 tecnologicamente avanzata, un ispettore di Scotland Yard si ritrova ad investigare su un furto compiuto da una persona "particolare". Ma quando verrà a conoscenza del movente dietro tale crimine la sua vita verrà stravolta tot...