CAPITOLO 7

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Will spiegò in breve il suo piano al collega: avrebbero dovuto recuperare sia Schwartz che le sue protesi, facendo sì che Eldersword non lo venisse a sapere, quindi sarebbero tornati a Rush Town e avrebbero verificato se la storia della clinica situata nei suoi sotterranei fosse vera o no.

- Perché non dovremmo avvisare l'ispettore capo? - domandò Brown.

- Si fidi, è meglio che Eldersword non venga a sapere che ci sono altri semi-automi in questa città. - rispose seccamente Will.

- Come mai? - insistette l'ispettore. Will sbuffò: - Lei è davvero un gran ficcanaso, lo sa questo Brown? Da quel che so pare che nutra un certo rancore nei confronti di queste persone, e con rancore intendo che il solo vedere un semi-automa lo fa diventare violento e spietato, quasi sadico. Mi hanno detto che agli inizi della cacciata dei semi-automi Eldersword era l'ispettore che ne catturava di più, tanto che i suoi colleghi lo chiamavano "il Cacciatore di macchine"; tuttavia per la sua bravura divenne anche il bersaglio di numerosi attentati alla sua vita. Una volta un gruppo di semi-automi ribelli rapì sua moglie e la torturò per attirare l'attenzione di Eldersword. Durante l'operazione di salvataggio capeggiata da egli stesso i rapitori vennero uccisi, ma anche sua moglie fu ferita gravemente. Morì in ospedale poco dopo. La sua scomparsa lo segnò profondamente, e lo portò ad odiare tutti coloro che utilizzavano delle protesi meccaniche. Cominciò ad uccidere i semi-automi che doveva catturare, e quelli che non uccideva li torturava sia fisicamente che psicologicamente durante gli interrogatori. -

- Ma è spaventoso! Non me lo sarei mai aspettato da lui. -

- Non si aspetti mai niente da nessuno, se non il peggio. Questa è la mia filosofia. Non perdiamoci in chiacchiere, dobbiamo ancora sviluppare il piano: lei si occuperà di prendere le protesi. Dovrà convincere il coroner che non ha potuto portare una richiesta ufficiale perché si trova in una situazione d'emergenza, e non c'era tempo di ottenerla. -

- Che tipo di emergenza? - chiese Brown

- E che ne so io. Se la inventi. - rispose Will - Io, invece, mi occuperò di recuperare Schwartz. Ci incontreremo alle otto di questa sera all'incrocio tra Whitehall e Horse Guard Ave, chiamerò un'auto-carrozza per farci trasportare fino a Rush Town. -

Il Sole stava tramontando sulla City, infiammandone il cielo grigio. Le nuvole di fumo che la coprivano avevano assunto delle suggestive sfumature arancioni tendenti al rosaceo. Era possibile udire in lontananza il Big Ben che pigramente scandiva l'ora: le otto e un quarto. Le arterie principali di Londra si erano riempite di impiegati intenti a tornare alle loro case dopo un'altra estenuante giornata di lavoro. Dai fiumi di uomini che avanzavano lentamente su entrambi i marciapiedi spiccavano i lampioni a gas; l'accensione e lo spegnimento di questi erano regolati da orologi posti al loro interno e sincronizzati affinché non ci fossero dissesti. Nonostante Horse Guard Ave intersecasse Whitehall, una delle strade più affollate durante il giorno, risultava stranamente vuota, quasi come se nessuno dei passanti si accorgesse della sua esistenza. Nella via silenziosa c'era un auto-carrozza, parcheggiata ad una trentina di metri dall'incrocio. Oltre al veicolo si trovavano lì sia Will che Schwartz, quest'ultimo seduto su di una sedia a rotelle pieghevole, i quali stavano attendendo l'arrivo di Brown con le sue protesi. Improvvisamente videro comparire la figura dell'ispettore da quella massa estremamente compatta di gente. Portava a spalla un grosso sacco marrone, con all'interno gli arti meccanici del semi-automa.

- È in ritardo. - disse Will.

- Lo sa quanto è stato difficile trasportare questi affari dal laboratorio della scientifica fino a qui? Non poteva scegliere un orario migliore per fare questa bravata? - domandò irritato Brown al collega, ansimando per il peso che portava.

- Questo è l'orario migliore - replicò Will - con tutte queste persone la nostra auto-carrozza passerà inosservata. -

- Come ha fatto a ottenere la custodia di Schwartz? -

- Nonostante non sia uno stinco di santo il carceriere è un brav'uomo, ma basta un bicchiere di liquore e ti racconta tutta la sua vita. A volte conviene conoscere il nome e l'indirizzo dell'amante di un sottoposto, non crede? -

- Almeno lei non ha avuto difficoltà. Per convincere il coroner ho dovuto dirgli che l'ispettore capo era rimasto impressionato dalla perizia con la quale aveva scritto il rapporto sulle protesi, e che voleva prenderle in prestito per svolgere una lezione a riguardo rivolta a tutti gli agenti di Scotland Yard, ma era troppo impegnato e pertanto aveva incaricato me di recuperarle. -

- Non vorrei interrompere la vostra discussione - intervenne Schwartz - Ma vi sarei grato e mi rideste i miei arti, ho bisogno di sgranchirmi un po'. -

- Non adesso, signor Schwartz. - ribatté Will.

- Cosa?! Perché? Avevamo un accordo. - protestò l'uomo.

- Potrà indossare di nuovo le sue protesi meccaniche quando saremo a Rush Town, dove non desteremo sospetti. Direi che possiamo andare. - I due ispettori issarono Schwartz a bordo dell'auto-carrozza, aiutati anche dal vetturino, quindi piegarono la sedia a rotelle e la posero nel bagagliaio posto sul retro, insieme al sacco con gli arti meccanici. Dopo essersi immesso nella trafficata Whitehall il veicolo percorse per un breve tratto le affollate vie principali; in prossimità della periferia cominciò a zigzagare tra stradine secondarie poco frequentate da pedoni e mezzi di trasporto. I tre viaggiavano in silenzio, guardandosi l'un l'altro; l'unico rumore udibile era quello delle ruote dell'auto-carrozza che battevano sui lastroni di pietra che costituivano il manto stradale. Giunti alle porte di Rush Town i due ispettori e il semi-automa scesero dal veicolo; pagarono profumatamente il vetturino per ottenere il suo silenzio e aspettarono che si allontanasse. Quando l'auto-carrozza fu abbastanza lontana Will e Brown condussero Schwartz nel primo vicolo che trovarono, quindi gli diedero le protesi. I due ispettori osservarono l'uomo estrarre con estrema cura il braccio meccanico dal sacco. Schwartz si sbottonò la camicia e l'aprì, mostrando il moncone. Al posto del braccio destro c'era un'ampia placca metallica con tre prese cilindriche sporgenti, i quali servivano a collegare l'arto al resto del corpo. Sul bordo della placca si trovavano quattro ganci metallici per fissare la protesi. Il semi-automa montò con estrema facilità l'arto: infilò le tre prese nelle apposite cavità situate sotto la base, lo fissò ai ganci e cominciò a muoverlo, quasi fosse stato un braccio normale. Dopo aver provato tutti i movimenti possibili Schwartz estrasse le protesi delle gambe, le montò allo stesso modo del braccio e si alzò in piedi. Il pistone della gamba sinistra era fasciato con un tessuto impermeabile che impediva la perdita di liquido, ma al contempo non permetteva particolari movimenti. Il semi-automa fece un paio di passi, quindi disse: - Perfetto, possiamo procedere. - piegò la sedia a rotelle, se la mise in spalla senza fatica e si avviò, seguito a ruota dai due ispettori.

Dal momento che la porta d'ingresso era ancora chiusa a chiave i tre dovettero entrare dal retro. Una volta nel magazzino Schwartz si diresse verso la parete di sinistra, la quale era coperta da due alti scaffali. Sotto lo sguardo inquisitorio di Will e Brown premette un pannello di legno situato tra i due ripiani, il quale si infossò nel muro. Ci fu un rumore di ingranaggi in funzione, poi una parte del pavimento si abbassò rispetto al resto e indietreggiò, mostrando una scalinata in pietra che conduceva verso il basso.

- Prego. - fece il semi-automa ai due ispettori indicando la scala.

- Dopo di lei. - replicò Brown. Schwartz iniziò a scendere, con Will e Brown dietro. I tre scesero abbastanza in profondità, quindi sbucarono in un immenso stanzone. Il soffitto, posto molto in alto, era costituito da molte volte a crociera, che si congiungevano in grossi pilastri. L'intera zona era illuminata da numerose lampade ad olio. Ma quello che lasciò i due ispettori senza parole fu la quantità di gente che si trovava lì; sembrava infatti che tutta Rush Town si fosse riversata in quel piccolo alimentari per accedere a quel posto. Tutte quelle persone andavano avanti e indietro per quello stanzone, ognuna di loro con un compito diverso e con una protesi meccanica che sostituiva una parte del corpo.

- Ispettore Pitwood, ispettore Brown - disse Schwartz - benvenuti alla clinica Saint Paul. -    

HOMO EX MACHINADove le storie prendono vita. Scoprilo ora