CAPITOLO 3

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Will tornò al suo appartamento con l'umore più nero del solito. Entrò sbattendo la porta e borbottando quello che sembrava un mantra indù.

- Bentornato Will. - lo salutò Steve, seduto come sempre sulla sua poltrona, questa volta con un libro tra le mani - Sai, ultimamente sto leggendo questo libro, è davvero interessante. Parla di un giovane ispettore molto promettente che deve risolvere un caso difficilissimo insieme ad un collega con molta più esperienza di lui, ma decisamente bizzarro. Si chiama "La scena del crimine". -

- Ma non mi dire. - rispose Will mentre appendeva l'impermeabile all'attaccapanni - Quello del novellino che deve collaborare con il veterano deve essere un cliché molto usato dai giallisti. Non vorrei sembrare indiscreto, ma non ti viene mai il didietro quadrato a furia di stare sempre seduto su quella poltrona? -

- Perché dovrebbe? È così comoda. E comunque, durante la giornata mi muovo anche io, sai? -

- Bah, contento tu. Devo bere. - Will si avvicinò al caminetto, posto al centro della parete di fronte all'entrata. Sulla mensola al di sopra di questo era appoggiata una bottiglia di vetro lavorato, contenente del brandy. Will la afferrò e la mise sul tavolino, poi si diresse verso la cristalliera affianco al caminetto e prese un bicchiere.

- Ne vuoi anche tu? - chiese al suo coinquilino, il quale fece cenno di no con la testa, immerso di nuovo nella lettura. Will si sedette sulla sua poltrona, riempì il bicchiere e lo portò alla bocca, svuotandolo in un sorso solo.

- Ti fa male assumere così tanto alcol in una volta sola. - disse Steve da dietro il libro.

- Da quanto mi risulta tu non sei un dottore - rispose Will riempiendo nuovamente il bicchiere - ed io non sono un investigatore privato. -

Il giorno dopo, quando Will entrò nell'ufficio dove lavorava, trovò l'ispettore Brown seduto alla sua scrivania mentre leggeva un fascicolo di documenti.

- Cosa accidenti ci fa seduto alla mia scrivania? - gli domandò irritato.

- La stavo aspettando; dove diavolo era finito? È in ritardo di mezz'ora. - ribatté Brown.

- L'auto-carrozza che mi trasportava ha avuto un guasto... - rispose evasivamente Will per non ammettere che si era svegliato tardi a causa del brandy della sera prima.

- Sì, come no. Cambiando discorso, ieri ho fatto delle ricerche per conto mio sui semi-automi, ma le informazioni che ho trovato erano alquanto scarne. Persino alla mia stazione di polizia non avevano niente di più di ciò che ci ha detto ieri Eldersword. L'ideale sarebbe avere accesso all'archivio di Scotland Yard, ma dal momento che non ne faccio parte non ho avuto modo di accedervi, quindi... -

- Ho capito - lo interruppe Will - vuole che la porti giù. Va bene, andiamo. -

Will e Brown uscirono dall'ufficio, scesero le scale che davano sull'androne e lo attraversarono diagonalmente. Di fianco all'entrata c'era un ascensore, chiuso da una grata pieghevole. I due ispettori lo presero e cominciarono lentamente a scendere.

- Giusto per curiosità - fece Brown dopo una decina di secondi passati nel più assoluto silenzio - come ha fatto ieri a capire subito che si trattava di un semi-automa? -

Will lo fissò un attimo, quasi per decidere se dirglielo o meno: - Novembre 1871. All'epoca ero un semplice poliziotto. Un giorno mi chiamarono e mi dissero che serviva il mio aiuto in un'operazione. Quando entrai in sala riunioni trovai l'ispettore che gestiva le indagini, un certo Franz Evans, ora in pensione, e una decina di colleghi. Evans ci spiegò che lo scopo dell'operazione era quello di arrestare un pericoloso criminale dotato di protesi meccaniche che gli conferivano delle capacità fisiche straordinarie, pertanto ci raccomandò la massima prudenza. Ci disse inoltre che avremmo dovuto fare irruzione in casa sua, così da prenderlo alla sprovvista. Alle undici di quella stessa sera ci eravamo tutti appostati intorno alla catapecchia in cui viveva. Eravamo pronti a sfondare la porta ed entrare, ma qualcosa andò storto: il nostro uomo era stato avvisato della nostra visita, ed era pronto a vendere cara la pelle. Appena sfondammo la porta ci venne addosso con tutta la sua forza e ci scaraventò all'esterno. Cominciammo a sparargli tentando di ferirlo, ma sembrava che ogni parte del suo corpo fosse fatta di metallo. L'ultima cosa che ricordo fu la sagoma di quel mostro avvicinarsi rapidamente a me, poi il nulla. Mi risvegliai in ospedale, dopo quattro giorni di coma. I medici mi dissero che avevo subito un grosso trauma al torace, che metà delle mie costole erano incrinate e un polmone era stato perforato. Ero vivo per miracolo, ma non avrei più potuto partecipare ad un'operazione e sarei stato relegato ad un impiego prevalentemente d'ufficio. -

- E quel semi-automa? Che fine ha fatto? - domandò Brown.

- Mi dissero che l'ispettore Evans, con molta fortuna, riuscì a colpirlo in piena fronte, uccidendolo. Siamo arrivati. - l'ascensore aveva rallentato fino a fermarsi. Davanti ai due ispettori ora si estendeva un lungo corridoio dalla volta a botte illuminato con delle lampade a olio. Su entrambe le pareti di questo si affacciavano numerose porte di legno massiccio. Al suo inizio, sulla destra, in quella che sembrava una nicchia, una guardia dal volto scarno ed olivastro stava leggendo il giornale. Appena sentì l'ascensore aprirsi ripiegò il giornale e sporse il collo in avanti per vedere chi fosse.

- Ispettore William Pitwood. - disse Will prevedendo la domanda della guardia - Lui è l'ispettore Amadeus Brown, sta con me. - L'uomo aprì un enorme registro posto sul banchetto all'interno della sua nicchia, fece scivolare il dito su una pagina, poi disse: - Eccola qui, buongiorno ispettore. Per quanto riguarda il suo collega, la prego di indossare questo simbolo di riconoscimento per i visitatori esterni. - gli porse una spilla d'ottone con su scritto "VISITATORE". Brown l'attaccò alla giacca e i due si incamminarono per il corridoio. Sull'architrave di ognuna delle porte dell'archivio era fissata una lettera dell'alfabeto fatta in ferro. Will procedette dritto fino alla porta con la lettera S, quindi si arrestò e la aprì. I due ispettori si ritrovarono in un enorme stanzone contenente una decina di file di scaffali in legno scuro stracolmi di fascicoli e documenti di sorta. L'odore dell'olio bruciato dalle lampade si mescolava alla puzza di umidità e legno marcio, generando un aroma non proprio gradevole. Al centro dello stanzone c'erano quattro grandi tavoli coperti da un sottile strato di polvere e circondati da due sedie per lato.

- Questo posto non dev'essere molto frequentato. - notò Brown.

- Ottima deduzione - replicò Will con una punta di sarcasmo - immagino che una mente acuta come la sua avrà già capito perché ho scelto questa stanza. -

- Le lettere fissate sopra le porte indicano le iniziali dei nomi in codice dati ai casi e le operazioni raccolti al loro interno. - rispose Brown stizzito.

- Esatto! Ma non perdiamoci in chiacchiere e cerchiamo qualcosa di inerente al caso "semi-automa". - Will e Brown si separarono e cominciarono a cercare tra quegli alti muri di legno e carta. Ad un certo punto la voce di Brown rimbombò con forza nell'archivio: - Forse ho trovato qualcosa. - I due si ritrovarono al centro dello stanzone, ma stavolta l'ispettore teneva tra le mani una pila di fascicoli, che appoggiò su uno dei tavolo sollevando una nuvola di polvere.

- Bene - disse Will - cominciamo a cercare. -

I due ispettori iniziarono a leggere quella catasta di fogli che costituiva il resoconto generale del caso semi-automa. Passarono un paio d'ore consultando i vari rapporti, il tutto nel più assoluto silenzio, sporadicamente interrotto dal voltare delle pagine o da una breve discussione su qualche aneddoto che poteva tornare utile. Improvvisamente Will emise un leggero grido di esultanza.

- Cos'è? - domandò Brown sporgendosi in avanti con il collo per riuscire a leggere.

- Un indizio particolarmente importante. Osservi... - girò il foglio che stava leggendo, una vecchia pagina di giornale, e la porse al collega.

- Olio lubrificante per protesi meccaniche Mc. Gregor, il meglio per i semi-automi. - scandì Brown - E in che modo dovrebbe aiutarci? -

- Secondo questo rapporto i semi-automi utilizzano questo speciale olio lubrificante per le loro protesi, in quanto meno aggressivo sulla pelle rispetto a quello per le macchine. La differenza sta nella presenza di una percentuale di olio d'oliva, che conferisce un risultato simile senza il rischio di irritazioni cutanee. -

- Come facciamo ad essere sicuri che il nostro semi-automa usi questo specifico olio lubrificante? -

- Mi pare di averlo appena detto, è l'unico utilizzabile da chi porta delle protesi meccaniche. Oradobbiamo solo controllare i registri delle importazioni avvenuti in questiultimi mesi. Dal momento che ormai la domanda si è quasi azzerata ci saràfacile rintracciare chi ha ordinato una scorta di "Olio lubrificante Mc.Gregor" o qualunque sia la marca. -    

HOMO EX MACHINADove le storie prendono vita. Scoprilo ora