CAPITOLO 24

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Will e Brown tornarono al Comando di Polizia Centrale. Durante il tragitto discussero su cosa avesse ricavato De Rue da Athos. Trovarono l'ispettore francese seduto alla sua scrivania, intento a compilare dei documenti.

- Ha fatto in fretta, ispettore. Presumo che Athos sia stato più collaborativo del suo compagno. - commentò Will.

- Eh già. - rispose De Rue, la testa bassa sui fogli - Mi è bastato dirgli che se non mi avesse risposto subito ci avrebbe pensato lei a farlo parlare,  monsieur Pitwood, e che sarebbe finito come Porthos. Sembra che Athos tenga ai suoi connotati più del suo amico. - poggiò la penna e si mise in piedi - E voi invece? Cosa avete scoperto da Grémier? È stato lui a vendere quell'arma ai Tre moschettieri? -

- Ora come ora forse sarebbe più importante ascoltare la confessione di Athos, non crede? - obiettò Brown.

- Ha ragione ispettore. Seguitemi, s'il vous plait. - I tre ispettori si diressero nella stanza degli interrogatori. Una volta dentro De rue estrasse da una tasca della divisa un cilindro da registrazione e lo inserì nel vano del grammofono.

- Ho preferito interrogarlo in inglese, cosicché anche voi possiate capire. - disse accendendo la macchina. Da essa uscì la voce dell'ispettore, leggermente graffiata rispetto a quella originale: - Dunque, cominciamo dalla domanda più importante: sei stato tu ad attentare alla vita del Primo Ministro inglese Sir Richard Gascoyne il 17 novembre scorso? -

- Sì, e le dirò anche come ho fatto se la soddisfa. - rispose una seconda voce con una punta di altezzosità - Cinque giorni prima ho ricevuto dal mio capo l'ordine di uccidere il Primo Ministro inglese, insieme ad alcune informazioni che mi sarebbero tornate utili. -

- Che genere di informazioni? -

- Una breve biografia del bersaglio, routine, hobby, problemi di salute; insomma, nulla di speciale. Subito dopo mi sono diretto a Londra per pianificare il tutto. Essendo consapevole che le protesi meccaniche sono illegali in Gran Bretagna ho nascosto la mia tra i bagagli. Sapevo che Sir Gascoyne usciva ogni giorno da Westminster alle nove e venti di sera, quindi ho cercato in zona un edificio abbastanza alto per potermi posizionare, dopodiché mi sono assicurato che nessuno controllasse il tetto dalle nove e venti in poi. Una volta fatto ciò dovevo solo attendere la giornata giusta per agire. Neanche a farlo apposta, quella sera le condizioni climatiche erano perfette, ho scalato l'edificio con un rampino meccanico, mi sono posizionato e ho aspettato che il Primo Ministro si facesse vivo. Dopo quaranta minuti sono riuscito a vederlo, proprio dove volevo che fosse. -

- Dove volevi colpirlo? -

- Alla testa, ovviamente. -

- Eppure lo hai mancato. -

- Che posso dire, succede. Probabilmente devo aver calcolato male le distanze o la direzione del vento, se non erro dovrei averlo ferito alla spalla sinistra, poco sotto la vena...come si dice in inglese... ah sì, succlavia. Ad ogni modo, non avrei potuto tentare nuovamente di assassinarlo, sarebbe diventato estremamente più difficile. Ho dovuto ritirarmi il più in fretta possibile. -

- Perché lo dovevi uccidere? -

- Non lo so. Solo Treville sa chi vuole uccidere chi e perché; noi ci limitiamo a eseguire gli ordini e ad incassare il compenso, senza fare domande. -

- Sai, in tutta questa storia c'è solo un particolare che non mi convince: come mai tu, un cecchino professionista dotato di una protesi meccanica all'avanguardia, hai sbagliato un colpo che, da quel che mi dici, nessuno avrebbe potuto sbagliare? E poi, perché ti sei arreso alla prima difficoltà, nonostante tu sia uno degli assassini professionisti più famosi d'Europa? -

HOMO EX MACHINADove le storie prendono vita. Scoprilo ora