CAPITOLO 20

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I due ispettori e l'ispettrice capo ispezionarono da cima a fondo il magazzino, controllarono tutte le casse e aprirono quelle provenienti dal Sudamerica. Sotto quei teli logori trovarono più di trecento scatole di munizioni, centocinquanta coltelli da lancio, ottanta granate suddivise in incendiarie, a frammentazione e fumogene, ed una trentina di proiettili in piombo rinforzato per armi da fuoco pesanti.

- Mi tolga una curiosità, mademoiselle - fece ad un certo punto Will alla Cabret - se posso chiederle, come mai si è opposta alla richiesta dell'ispettore De Rue di venire in avanscoperta con noi? -

- De Rue è un buon ispettore - rispose l'ispettrice capo - anche se è decisamente distratto ed inesperto, il che lo rende più d'intralcio che altro in un'indagine. -

- Quindi era di questo che parlava riferendosi "all'ultima volta". - Asserì Will - Spero non si tratti di... -

- Invece è proprio così, ispettore - rispose mestamente la Cabret - Immagino che De Rue vi abbia parlato di come io abbia perso le braccia, ma probabilmente non vi ha raccontato tutta la storia: avevo da poco preso De Rue come assistente. Era appena entrato in polizia, a malapena sapeva tenere in mano una pistola, tuttavia decisi di portarlo comunque con me sul campo, per fargli fare pratica. Dovevamo fare irruzione nell'abitazione di un criminale per arrestarlo. L'operazione andò come previsto, e nel giro di venti minuti il malvivente era in manette. Diedi a De Rue il compito di scortarlo all'auto-carrozza, ma mentre stavano attraversando la strada, l'uomo approfittò di un momento di distrazione per tirargli una testata e atterrarlo; lo privò della pistola d'ordinanza e fuggì. Il resto penso lo conosciate bene. Tuttavia non fraintendete, l'errore non fu di De Rue. L'errore fu mio, che decisi di portarlo con me, ignorando il fatto che fosse ancora alle prime armi; e come potete vedere ho avuto modo di pagarne il prezzo. -

- In effetti non sapevamo questa parte della storia... - ammise Brown, accarezzandosi il pizzetto.

- De Rue evita di raccontarla, poiché crede che sia colpa sua se ora porto delle protesi meccaniche, e se ne vergogna molto. Più volte gli ho spiegato che non era così ed ho sempre cercato di non farglielo pesare, ma allo stesso tempo non potevo permettermi di trattarlo diversamente dagli altri miei sottoposti, o non sarebbe mai diventato un buon ispettore. Perciò ho mantenuto una linea dura anche con lui, e l'ho sempre lasciato nelle ultime file, anche se a malincuore. Stamattina, quando ho toccato quel tasto dolente, me ne sono subito pentita; ma era necessario per evitare che si esponesse ad un pericolo troppo alto. Le vite dei miei sottoposti dipendono da me, non posso permettermi di metterle a rischio. -

- Lei deve tenere molto all'ispettore De Rue. - asserì Will.

- Cosa?! - esclamò la Cabret; la sua candida pelle arrossì di colpo - Io... io non tengo a lui. - farfugliò, sulla difensiva - Voglio evitare di averlo sulla coscienza, ecco tutto. -

In quel momento la porta scorrevole del magazzino si aprì con un fragore assordante. Sull'uscio ora stava in piedi un'enorme figura, coperta da un mantello nero con cappuccio. Il volto era coperto da una maschera di spesso cuoio, dotata di un lungo becco ricurvo. Era provvista di due spesse lenti di vetro per far sì che l'utilizzatore vedesse. Appena la figura notò i tre intrusi urlò qualcosa in un francese incomprensibile, quindi scostò il mantello, rivelando la sua natura di semi-automa. Indossava una camicia priva della manica destra, da cui fuoriusciva una grossa protesi in ottone, molto più grande del corrispettivo arto sinistro "normale" e ricoperta di tubicini che scomparivano dietro la sua schiena. Portava dei pantaloni corti ed aderenti, che coprivano in parte due protesi altrettanto robuste, dalle quali spuntavano numerosi tubi di scappamento. Era Porthos, il Moschettiere più forte dei tre assassini. Cominciò ad avanzare verso Will, Brown e Violette Cabret, sicuro che non sarebbero riusciti a fuggire da lui.

HOMO EX MACHINADove le storie prendono vita. Scoprilo ora