chapter twenty-one.

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capitolo 21:
He's back.

Betty's p. o. v.

il giorno dopo

Mi sono appena svegliata, mi preparo per uscire di casa.
Indosso una maglia rosa pesca e dei jeans strappati al ginocchio come trucco, invece, ho optato solo per un filo di mascara e un po' di correttore.

Sta volta non mi accompagna Jug a scuola, ma vado a piedi.

Sono a metà strada ma mi sento osservata, così iniziò a camminare molto più velocemente, anche se con difficoltà per colpa delle stampelle, fino a quando non mi sento prendere il polso da qualcuno.

Mi tira a se e fa girare il mio corpo in modo da poter vedere chi sia.

È lui, è Dylan in cerca della sua vendetta.

È tornato.

Inizio a gridare aiuto, mentre la sua presa di fa sempre più stretta.

«Ti è piaciuto questo cambiamento, senza il tuo errore più grande?»
«Non mi pento di ciò che ho detto e comunque si, ora lasciami in pace!»

Ero anche con le stampelle, non potevo correre.

«Chi ti ha ridotta così? Se è stato Jughe— passerà il resto della sua vita in tomba» sibila.

«Non potrebbe mai farlo mentre tu — tu vorresti persino ammazzarmi, non te lo ripeterò più lasciami!»

«Non sai come funziona con me vero? Tu sarai di nuovo mia, Jughead ti dimenticherà e tu starai con me»
Inizio a muovere fortemente il braccio per far sì che lasci la presa ma continua a stringere ancora di più, inizio a piangere e a gridare aiuto mentre lui cerca continuamente di baciarmi o di toccarmi.

Grido ancora e ancora, credo che non abbia più voce così mi limito a piangere e cercare dì spintonarlo via.

Niente.
Ogni mio tentativo era vano.
Mi arrendo.

Vedo che si sta avvicinando a me fin quando la sua presa si allenta e lo sento cadere ai miei piedi.

L'unica persona che mi ha aiutata è lui, Jughead.

Lo abbraccio e le lacrime continuano a scendere.

La gamba fa ancora più male di prima.

«Stai bene? Ti ha ferita?»

«No Jug, non sto bene. Il mondo mi sta crollando addosso e io non posso farci niente.
È tornato.
Ti ho buttato in questo casinò e io non voglio — lui ...io stessa potrei ferirti. Sono una cazzo di stupida!» i miei occhi continuano a lacrimare.

«Betts puoi stare tranquilla che ti proteggerò sempre anche se in ballo ci sia la mia vita, io ti amo. E non dire che sei una stupida perché non è così, ora ti riporto a casa ok?»

«Ok» annuisco.

Another Bughead Story | sprousexloveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora