chapter twenty-six.

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Betty's p. o. v.

Sono corsa a casa. Disperandomi, piangendo e senza voltandomi indietro.

Non voglio crederci.
Si sta ripetendo tutto.

Mi ha voltato le spalle, nel momento in cui avevo più bisogno di lui. Di noi.

La sensazione straziante che provo, non la auguro a nessuno. Mentre salgo le scale divento sempre più debole.

È un dolore persino a livello fisico.

Non respiro perché piango. Piango troppo e singhiozzo come mai.

Mi siedo sul davanzale della mia finestra. Per prendere ossigeno dopo la corsa, dopo i pianti, le urla...

Guardò il mondo come cade a pezzi. Sotto i miei stessi occhi. E ogni pezzo mi ricorda lui. Ed è strano.

Strano perché da questo stesso posto ricordo di sentire una felicità assurda.

Ricordo di affacciarmi alla finestra, dopo un uscita o un appuntamento, per vederlo sfrecciare via con la sua moto, sapendo che lui sarebbe tornato. Se ne avessi avuto bisogno.

Menzogne.

Ora sono sola. Completamente.

・・・

Le giornate alla Riverdale High sembravano grigie. Non erano più le stesse. 

Le passavo a pensare invece di prestare attenzione.

Avvolte lo vedevo che mi guardava, con lo sguardo con cui mi guardava fino a qualche giorno prima.

E io tutt'ora mi ancoro alla speranza che quegli sguardi, di tale amore, possano avere lo stesso significato — che quello che ha detto non sia pesato così dolorosamente nel mio cuore. 

E questi sguardi sono l'unica cosa cui mi rende fiduciosa nel suo amore.

Al pensiero, al dolore che esso mi porta le lacrime scendono a valanghe,  costantemente.

In questo momento
mi trovo nella mensa della scuola, da sola: Archie e Veronica sono convinti che io voglia stare da sola, e nella loro convinzione mi rimane il dubbio che invece siano proprio loro a voler esserlo.

Mangio nella mia solitudine finché Kevin non si avvicina a me insieme a Cheryl, vedendomi piangere mi chiedono spontaneamente il perché preoccupati.

«Ragazzi tranquilli! L'allergia mi sta uccidendo» ridacchio falsamente.
«È da giorni che fai così, la tua allergia Jughead dovrebbe smetterla di tormentare te e i tuoi pensieri» dice Kevin indispettito.

Il nome, che lui ha sputato con così tanto disprezzo, risuona nella mia testa più volte portandomi all'ultima volta in cui l'ho pronunciato: nel momento dell'addio.

«Lui non c'entra» dico per farla finita con la conversazione,
«Vi siete lasciati Betty, è ora di andare avanti» dice Cheryl,
«Per te è facile Cheryl! Tu ami Toni e lei ama te. Io, al contrario vostro, sono stata presa in giro per tutto questo tempo. Mi è stato sputato in faccia quanto io non sia amabile da quello che credevo l'amore della mia vita. Ha affermato di non avermi mai amato Cheryl...» singhiozzo,
«E io, come la cogliona che sono, continuo ad amarlo, e maledico me stessa perché non sono in grado di smettere di provare queste sensazioni».

Another Bughead Story | sprousexloveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora