Dopo alcuni minuti un gruppetto di quattro ragazzi si avvicinò a me e Luke, e di Ryan, Helene e Patrick nessuna traccia.
Riconobbi, tra quei ragazzi, soltanto Alec. Due di loro avevano un volto conosciuto ed ero sicura fossero Jacob ed Evan, ma non sapevo ancora distinguerli."Ciao Meredith", vennero a salutarmi tutti e tre e ricambiai, poi mi voltai verso il quarto.
Guardava il cellulare che aveva in mano con un'espressione divertita e digitava qualcosa, ignorando completamente ciò che stava succedendo intorno a lui, finché Luke non lo chiamò.
"Caleb", disse andando verso di lui e salutandolo con un gesto fatto da entrambi con le mani che erano soliti fare e che tuttora non so spiegare. Solo dopo qualche secondo Caleb si accorse di me e mi guardò con un'aria quasi interrogativa.
"E tu chi... Oh!-" sembrò aver avuto un'illuminazione, "-tu devi essere... aspetta, com'è che ti chiamavi? Ellen, Elena? Sì, insomma, la ragazza di Ryan, io sono Caleb", e allungò il braccio verso di me, sorridendo. Credeva fossi la ragazza di Ryan, credeva fossi Helene.
I ragazzi intorno scoppiarono a ridere e, prima che lo correggessero, ci pensai io.
"Si chiama Helene, e non sono io. Io sono Meredith, una sua amica", dissi solamente e senza stringergli la mano. Lui sembrò notarlo e ritirò il suo braccio.
"E che ci fai qui allora?" disse, divertito.
"Potrei farti la stessa domanda, io sono venuta con Meredith e... e Patrick, Luke e Ryan."
Caleb rispose subito: "Ah! Quindi sei con Patrick, ecco perché ci ha messo così tanto per prepararsi", disse ridendo.Fui sicura di essere arrossita, mi stava mettendo in imbarazzo.
"Fino a prova contraria sei arrivato tu con tre quarti d'ora di ritardo", gli disse Luke.
Stavo esattamente per dirgli la stessa cosa, Luke mi aveva solamente preceduta.
"Oh ma io sono giustificato, sono passato a salutare Janette", disse Caleb, facendo l'occhiolino e sorridendo. Avevo capito che genere di persona fosse, ed era esattamente come me lo aveva descritto Patrick. Non mi stava simpatico, non mi stava simpatico neanche un po' e speravo solo la smettesse di parlare perché mi faceva soltanto venire voglia di tirargli un pugno dritto in faccia.Lo guardai e cercai in qualunque modo di trattenere una faccia disgustata e non so se ci riuscii. Ricordo però che rimasi a guardarlo per qualche secondo e lui, ricambiando il mio sguardo, si leccò il labbro superiore. Non credo se ne fosse reso conto, mi sembrò più un gesto istintivo e che era solito fare dato che già alcuni secondi prima lo avevo notato. Comunque, per fortuna, l'imbarazzo del momento in cui io e Caleb ci guardavamo senza proferire parola fu interrotto da Patrick, seguito da Helene e Ryan. Quest'ultimo, vedendo me e Caleb vicini, cominciò a parlare.
"Vedo che vi siete conosciuti", disse.
Io annuii. Sì, ci eravamo conosciuti, lo avevo avuto affianco per solamente venti secondi e già non lo sopportavo.
"Sì, e la avevo anche scambiata per lei-" disse, indicando Helene e poi avvicinandosi a lei. "Sono Caleb, piacere", continuò e allungò la mano verso la mia amica, la quale prontamente gliela strinse e si presentò."Almeno tu mi hai stretto la mano, la tua amica invece non mi ha neanche sfiorato, mica ho l'ebola", disse girandosi verso di me. Tutti, ovviamente, capirono a chi erano indirizzate le sue parole.
"Non l'ho fatto di proposito, e poi non dovresti scherzare sulle malattie, coglione", sbottai e tutti, tranne Luke che scoppiò a ridere e Caleb che mi guardò senza far trasparire alcuna emozione, spalancarono gli occhi. Non volevo far ridere e non volevo neanche dare spettacolo, solo che mi irritava quando le persone scherzavano sulle malattie, sulla morte e sulle cose che, in generale, fanno soffrire la gente.
Caleb, dopo avermi guardata per qualche secondo, sembrò essere infastidito dalle mie parole, e allora si rivolse a Patrick.
"Ne potevi scegliere una meno isterica, comunque". Prima che riuscissi ad elaborare una risposta, Caleb si allontanò lasciando tutti, o quasi, stupiti.Mi aveva dato dell'isterica senza conoscermi minimamente e soprattutto dopo che lui si era dimostrato di essere un lunatico. Mi augurai di non rivederlo mai più, mi sembrò una persona oltre che complicata, anche e soprattutto superficiale, stupida e irrispettosa.
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Dear Meredith
RomantizmNon mi è mai piaciuto parlare di me, descrivermi, raccontare a qualcuno le cose che mi succedevano, ma ora voglio farlo. Adesso voglio raccontare quello che mi è successo, da quando ho incontrato lui, a quando sono dovuta scappare da chiunque, perfi...