V- Primo tuffo tra i ricordi...

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Piton prese un profondo respiro e si apprestò a vedere i ricordi del collega, i due si guardarono negli occhi, come forse non accadeva da anni. L'ex preside vide nel collega uno sguardo fiero e determinato, quegli occhi, di un blu abbagliante, lo fecero rabbrividire un attimo, ma mantenne la sua maschera di annoiata indifferenza. Vide che il giovane era teso, ma non volle dare a nessuno la soddisfazione di sapere quanto lui fosse terrorizzato dalla cosa. Così con un pigro movimento del bracciò sollevò la bacchetta verso Terry Steeval e disse:

«Concentrati sui fatti di stasera, io vedrò quello che vedi tu. Al mio tre. Pronto?»

«Sì.»

«Uno... Due... Tre... Legilimens.»

Terry provò a concentrarsi.

In un attimo i due vedevano i corridoi del Castello, Terry cercò di pensare agli eventi e Piton lo vide correre verso le voci, sentì gli insulti dei ragazzi e percepì la preoccupazione del giovane. I corridoi si alternavano, videro il gruppo che fronteggiava i bambini, la ragazza che lanciava la maledizione Cruciatus e Terry che la disarmava. Poi, come se un ricordo avesse portato ad un altro, si trovarono in sala Grande.

Era ora di cena, Steeval si alzò dal tavolo dei Corvonero e annunciò a voce alta che Harry Potter aveva violato la camera blindata dei Lestrange alla Gringott. Alecto Carrow gli disse che sarebbe stato in punizione per mancanza di disciplina e lo fece uscire, nonostante le proteste degli altri insegnanti. Piton non c'era e non aveva mai visto quella scena.

Di colpo la scena cambiò.

Non erano più in Sala Grande, ma nello studio della donna, che rideva e lo scherniva, gli diceva che ora non avrebbe più potuto insultare il Signore Oscuro parlando di quella nullità di Potter. Terry le rispose che non aveva paura di lei e che avrebbe continuato a dire quello che voleva. La donna non si curò di aggiungere altro sollevò la bacchetta e disse solo:

«Crucio...»

Il corpo del ragazzo si inarcava dal dolore.

Piton avrebbe voluto smettere di vedere e Terry di ricordare, ma entrambi erano come imbambolati uno davanti all'altro, con le immagini che, in pochi secondi, attraversavano dolorosamente le menti di entrambi.

Videro la donna lanciare la maledizione più volte e il corpo del ragazzo squassato dalla sofferenza, i suoi pensieri, ormai, alla deriva. In quel momento nella scena entrò Piton. L'uomo ricordava quel giorno come uno dei più difficili per la sua copertura, ma vederlo da quella prospettiva lo atterriva, avrebbe visto l'odio, lo sapeva.

Nell'immagine Terry vide il preside arrivare e la donna fermare le torture per parlare con lui, era troppo stanco per sentire le parole, voleva solo che il suo professore lo guardasse e che lo aiutasse.

Piton gli lanciò un'occhiata, nei suoi occhi, entrambi videro accendersi dolore, indignazione e rammarico, fu solo un attimo, tanto che Piton, che non credeva di aver mostrato i suoi sentimenti, si convinse di averli visti perché sapeva cosa avesse provato.

Subito dopo il professore del ricordo, riassunse il suo sguardo indifferente e si concentrò sulla donna, le parlò e la portò via senza voltarsi indietro, anche se il ragazzo sperava di incrociare ancora i suoi occhi, ma un secondo prima di svenire, esausto, pensò con un pizzico di gratitudine, che lo aveva salvato.

Prima che Piton, provato dalle immagini, potesse interrompere il contatto, la scena cambiò ancora.

Adesso era la stanza delle necessità, Terry si svegliò e Neville lo aiutò a sedersi, gli disse che gli elfi domestici lo avevano trovato e portato lì, gli chiese cosa fosse accaduto e lui raccontò della tortura. Neville gli chiese preoccupato:

«Amico, come hai fatto a uscirne vivo, eri messo male, un altro po' e sarebbe stato tardi, i miei genitori non ce l'hanno fatta...»

«Mi dispiace Neville, sono stato fortunato, il professor Piton mi ha salvato. Gli devo la vita...»

«Che stai dicendo? È un lurido Mangiamorte anche lui!»

Disse un altro ragazzo, che Piton riconobbe come Ernie Macmillan. Terry strinse le mani a pugno e rispose con la voce resa roca dal tanto urlare:

«Lui non ha mai torturato nessuno e mi era già capitato di vederlo allontanare i Carrow da qualcuno, oggi lo ha fatto con me, l'ha portata via, senza di lui sarei morto o peggio...»

Neville sorrise con mestizia, pensando ai suoi genitori, condotti alla follia e rinchiusi al San Mungo da tutta la vita.

«È vero, io non sono un suo fan, ma lui non ha torturato nessuno e anch'io l'ho visto allontanare quei due pazzi da qualcuno, ma resta un nostro nemico, anche se mi preoccupa meno dei Carrow e sono felice che sia passato in quel momento!»

Terry sorrise grato e pensò che nonostante sapesse, che non era dalla loro parte, non riusciva a odiarlo. In più, il fatto che gli avesse salvato la vita, glielo rendeva più caro, se solo non si fosse schierato con quella feccia, ma il suo cuore non voleva smettere di battere per lui...

Fu così che la scena cambiò ancora.

Terry era più piccolo, era al primo anno, aveva appena finito la sua prima pozione e Piton gli sorrise, fu solo un secondo, ma era innegabile, il bambino si sentì felice.

Le scene cambiavano veloci:

Terry cresceva, la sala di pozioni era una costante, tante volte gli occhi del ragazzo si posavano su l'insegnante e  quando capitava che i suoi sguardi venissero ricambiati, il suo cuore scoppiava.

Una scena strana seguì queste ultime, era un sogno.

Piton era sicuro che quello che vedeva non fosse mai accaduto, doveva smettere di guardare, ma non riusciva e Terry non chiudeva la mente. Il ragazzo, momentaneamente dimentico dello spettatore, stava lasciando che i ricordi, che riguardavano la maledizione, e poi per collegamento, il suo insegnante di pozioni, fluissero fra loro.

Il sogno era vivido, erano insieme in una stanza da letto. Piton, senza dire una parola circondò i fianchi di Terry, appena maggiorenne, attirandolo a sé. I due si guardarono negli occhi e poi il ragazzo baciò il suo insegnante, dapprima, fu un leggero sfiorarsi di labbra, poi il professore le schiuse e le loro bocche si fusero. Il bacio da prima dolce, divenne presto passionale, Terry mise le mani dietro la nuca di Piton e si strinse a lui, il bacio continuò per qualche altro secondo, poi il maggiore lo spinse sul letto e senza troppe cerimonie, gli salì sopra spogliandolo, con gesti rapidi ed efficienti.

Il ragazzo trattenne il respiro, ma non si ribellò, anzi, si liberò dei boxer esponendo la sua virilità. Il professore fece un ghigno e dopo averlo ammirato un secondo, si inginocchiò tra le sue gambe, sollevandole e prendendo tra le labbra la sua parte più sensibile. Il sogno si interruppe bruscamente, ma non il ricordo.

Terry aprì gli occhi, deluso trovandosi solo nel suo letto, nel dormitorio. Le tende erano chiuse e la sua erezione evidente, dopo aver lanciato velocemente un paio di incantesimi, per non essere disturbato e sentito, si occupò di soddisfare ciò che il sogno aveva svegliato. Si accarezzò con mano esperta, alternando la velocità e inarcando la schiena, con un paio di mosse raggiunse l'apice del piacere, urlando un nome:

«Severus!»

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