XI- Prendere coscienza.

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Harry guardò il suo ex insegnante arrossire, non lo aveva mai visto così, era davvero strano, perciò si affrettò a giustificarsi e a cercare di capire cosa lo turbasse.

«Non volevo metterla in imbarazzo, era un complimento, so che non le piace parlarne, ma il suo amore per mia madre è così grande e puro, che non credo esista qualcuno che possa capirmi meglio!»

«Non scusarti Harry, hai ragione ho amato molto Lily, ho creduto che nessuno dopo di lei avrebbe occupato il mio cuore, anzi, nonostante ciò che sosteneva Silente, credevo proprio di non avercelo nemmeno più, e invece...»

«Si è innamorato di nuovo? È di questo che voleva parlarmi? È fantastico!»

«Tu trovi? Se dovessi innamorarmi di qualcuno vuol dire che l'amore per tua madre sta svanendo e io francamente non ci trovo nulla di entusiasmante, lei era speciale, mi manca e mi sento così in colpa...»

«Si sente in colpa perché prova di nuovo i sentimenti che la fanno sentire vivo?»

«Io, sì, credo di sì. Per Merlino, è assurdo, non sono innamorato, ho giusto un'infatuazione, passerà, deve passare! Oltretutto è inappropriata, e poi io amo Lily...»

La voce del più grande si era incrinata ed era piena di incertezze che il ragazzo colse benissimo.

«Mia madre probabilmente, farà sempre parte di lei, ma pensa che non avrebbe voluto vedere il suo cuore battere per qualcuno? So che è crudele da parte mia, ma anche se fosse via, e non lo è, lei aveva scelto mio padre. Perciò professore si senta libero. Poi non capisco perché dice che è inappropriato.»

«Non importa, torniamo a te...»

«No, no! Importa eccome, a me ci torniamo dopo. Chi è la fortunata? E c'è la possibilità che ricambi?»

Piton sospirò, chiuse gli occhi e si strofinò le tempie, ma non accennava a parlare, Harry dovette insistere numerose volte, alla fine esasperato l'uomo esclamò:

«Terry Steeval! Ricambiava, ma ora non lo so, più! Più inappropriato di così!»

Rimasero entrambi immobili a fissarsi, entrambi increduli. Piton non aveva mai ammesso ad alta voce, nemmeno con sé stesso, quei sentimenti e Harry era senza parole, non si aspettava un ragazzo, infondo aveva amato, e probabilmente del tutto non avrebbe smesso mai, sua madre! In più conosceva Terry benissimo, sapeva che amava le pozioni, ne aveva fatto un lavoro, ma non aveva mai sospettato potesse avere un interesse per il loro insegnante. Il fatto che il professore poi pensasse a quello che era stato un suo alunno in modo romantico lo sconvolgeva, Terry aveva la sua stessa età!

Lo stupore del ragazzo però non durò a lungo e presto si trovò a pensare che non sarebbero stati una brutta coppia e che in comune avevano tanto. Rimase a rimuginare qualche attimo, finché Piton non si riprese e disse:

«Hai visto, ti ho sconvolto, lo sapevo che era una pessima idea, lascia perdere...»

«No, affatto! E che non pensavo potessero piacerle i ragazzi... Sì, insomma, mia madre era una donna, quindi pensavo...»

«Ti stai chiedendo se sono omosessuale? Harry, capisco che tu sia cresciuto fra i babbani, l'ho fatto anch'io e conosco i loro pregiudizi, non mi stupirei di sapere quanti ne ha quella arpia di Petunia. Tua zia è il pregiudizio e l'invidia che camminano! Ma noi siamo maghi...»

«Sì, lo so, e ha ragione sulla zia. Ma non capisco perché, in questo caso, essere maghi debba essere importante.»

«Per i maghi l'omosessualità, sia maschile che femminile non è un problema, tanto che è comunemente accettata, i matrimoni tra persone dello stesso sesso nella comunità magica risalgono al 1538 e a Gylfred Gaylor, che inventò l'incantesimo, poi perfezionato, che tutt'ora si usa per infondere il DNA di un mago nel corpo dell'altro e favorire la riproduzione. La maga russa Ivana Ostreticava nel 1568 scoprì l'incantesimo che permetteva anche il parto maschile e da allora i due incantesimi combinati hanno fatto in modo che generazioni di maghi avessero per madre un uomo. Sia in coppie dello stesso sesso che diverso. Questo ha creato una forte tolleranza e poi una definitiva accettazione della sessualità più varia nella comunità magica. Noi ci innamoriamo più delle persone che del loro sesso.»

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