Bakugou's POV
Intorno a me, il buio, il freddo e l'umidità. Un brivido mi percorre la schiena.
Provo a muovermi, ma ho polsi e caviglie legati, ed un sacco sulla testa.
Silenzio tombale.
Che è successo?
Ah...ora ricordo...stavo tornando a casa quando...un uomo, sì, un uomo mi è saltato addosso e mi ha tappato la bocca con qualcosa...
Mi hanno...rapito?
Provo a spostarmi a tentoni dal muro, ma cado di faccia sul pavimento gelido della stanza.
Sento un rumore di passi provenire dal corridoio e mi blocco all'istante.
Il rumore di una porta che si apre e due braccia mi sollevano da terra, trascinandomi da qualche parte.
Non sono tranquillo, per nulla, ma devo rimanere in silenzio, nel caso dicessero qualcosa in più.
"Vestite e preparate anche questo, stiamo per cominciare." Ordina una voce maschile e subito dopo vengo lasciato cadere per terra.
Emetto una smorfia.
Il dolore non è insopportabile, ma la sorpresa per poco non m'induce a mandarlo a fanculo.
Una porta si chiude ed altre braccia, più gentili, mi sollevano e mi adagiano su di una sedia.
"È pesante..." Afferma una voce di donna, smorzata dallo sforzo.
Dopo poco, qualcuno mi toglie il cappuccio e per un secondo rimango accecato dalla luce di una lampada.
Due dita mi sollevano il mento, riesco a mettere a fuoco una ragazza con i capelli neri, tagliati corti e le ciglia lunghe, intenta a guardare il mio collo.
"Quegl'idioti non sanno proprio come trattare le persone." Sospira la ragazza, spostandosi.
Nel riflesso dello specchio vedo un grosso livido dove prima lei stava guardando.
Strano...non ricordo di essere stato picchiato.
Aspetta...più importante:
"Che cazzo ci faccio qui?!" Chiedo con voce roca.
"Non ci è consentito darti quest'informazione...scusa ma, rischiamo la pelle quasi quanto te." Mi risponde risoluta una ragazza dai capelli marroni lunghi, la pelle chiara e gli occhi marroni.
"Piacere," inizia lei, "Io sono Hagakure Tooru e lei è Jirou Kyouka." Conclude, indicando la ragazza dai capelli neri corti.
"Bakugou Katsuki." Borbotto spazientito.
"Dove mi trovo?"
"Non posso dirti nemmeno questo, mi spiace."
Questa ragazzina inizia a farmi incazzare.
Prendo a guardarmi attorno: sembrerebbe uno spogliatoio, con tanto di specchio per truccarsi ed armadi vari, probabilmente contenenti abiti di scena.
"Dai muoviti, dobbiamo vestirlo prima di tutto." Dice Jirou, rivolgendosi all'altra.
Le due mi saltano addosso ed io mi sollevo dallo schienale, scrollandomele di dosso.
"Ehi ehi, ferme...avete preso la persona sbagliata." Affermo.
Con i polsi ancora legati afferro la mano di Jirou, piu vicina a me, "Quello là fuori sarà un teatro no? Non sono né un attore né un ballerino, mi spiegate che cazzo ci faccio qui?!"
Lei mi guarda con occhi infuriati e si libera dalla mia presa con uno strattone.
"Ti abbiamo già detto che non possiamo parlare," Dice, "perciò vedi di piantarla con le domande!"
Si allontana un attimo e torna con un coltellino svizzero.
Serro i pugni e m'irrigidisco non appena lo vedo.
Che diavolo vorrà fare?
"Allora, adesso ti slego, se fai casini o provi a scappare le guardie qui fuori ti pianteranno una pallottola nel cranio. Tutto chiaro?" Mi dice schiettamente.
Annuisco e tiro un certo sospiro di sollievo non appena inizia a slegarmi i nodi alle caviglie.
Una volta libero anche da quelli alle mani mi alzo in piedi ed inizio a massaggiarmi i polsi.
C'è un attimo di silenzio, mentre seguo con lo sguardo i loro spostamenti attorno a me.
Preparano vestiti, portano prodotti di tutti i tipi, accessori e altri oggetti, necessari a trucco e parrucco.
Ma che diavolo...?
"Spogliati." Ordina di colpo Jirou.
"Che?!"
"Basta che rimani in mutande, muoviti."
Riluttante, inizio col togliermi la felpa e la maglia, per poi restare mezzo nudo di fronte ad Hagakure.
La ragazza, più bassa di me, mi guarda da capo a piedi con aria sognante e mormora:
"Ma è un figo..."
Probabilmente voleva solo pensarlo, ma il suo cervello gliel'ha fatto anche dire.
Mi strappa un sorriso vedere che anche Jirou si è girata a guardarmi per qualche secondo, perdendosi nei suoi pensieri.
Incrociando i miei occhi, la mora si scuote ed arrossendo, dice a Tooru di svegliarsi.
Ancora in palla, la castana ritorna e corre via, tornando pochi attimi dopo con dei pantaloni neri.
Li indosso subito per poi vedere che hanno delle bretelle, ma prima di tirarle su, aspetto che mi venga portata una camicia.
"Che fai?" Chiede Hagakure, la quale non si è mossa da quando mi sono messo i pantaloni.
Pensando le sia passato di mente, domando:
"Ehm...non dovrei avere anche una camicia?"
"Ah...non che io ricordi..." Si porta una mano al mento e ci pensa un po' su.
"Niente camicia!" Urla Kyouka dall'altra stanza.
Che?!
"Ma scherziamo?!" Urlo di rimando.
Jirou torna dall'altra stanza con un cappello nero ed una bottiglia, guardandomi di sottecchi.
"Tooru muoviti."
Hagakure annuisce decisa ed afferra le bretelle appese ai pantaloni che ho indosso, portandomele sulle spalle.
"Ma che..?!"
"Zitto." Ordina Kyouka, "E metti questo senza fare storie." Mi dice, allungandomi il cappello.
"Ma chi cazzo ti credi di essere?!" Ringhio facendo per prenderla per i capelli.
Hagakure si aggrappa al mio braccio, fermandomi a metà.
"Ti prego, fa come dice!" Una breve pausa, "Così ti farai solo ammazzare!"
Sbuffo, ma indosso il cappello come ordinato, seppur con riluttanza.
Il tempo scorre, ma solo quando una guardia inizia a bussare con insistenza ed a dare un ultimatum, le due affrettano i tempi
"Puzzi un po'." Afferma Hagakure ad un tratto.
"Ero appena uscito dalla palestra quando quegli stronzi mi hanno preso, dev'essere per questo." Rispondo.
Nessuna delle due vuole parlare e ciò mi rende nervoso.
È mezz'ora che Jirou mi gira attorno, coprendo i miei lividi con del fondotinta, truccandomi e sistemandomi i capelli con quintali e quintali di lacca.
"Ah! Ecco perché ti hanno puntato! Beh..c'è da dire che hai un gran bel fisico..." osserva Tooru sognante.
"Piantala di fissarlo." La rimprovera Jirou, "Ed anche se puzza, quegli stronzi sugli spalti non se ne accorgeranno mai."
La ragazza dalle ciglia lunghe prende la stessa bottiglia che aveva portato prima e comincia a spalmarmi addosso tutto il suo conenuto.
È olio.
Lo passa sul petto, sul busto, sulle spalle e sulle braccia.
Me lo spalma addosso in grandi quantità, senza tralasciare nessun punto.
Dalla vita in sù, collo e viso a parte, non ho nulla di asciutto.
"Sembri essere calmo." Afferma dopo un po'.
"Non lo sono." No infatti, sono incazzato come una bestia.
"Spero proprio non ti capiti uno stronzo..." mormora Hagakure, "Col carattere che ti ritrovi, potrebbe diventare un bel problema..."
Non sto neanche a chiederle di che diavolo parla, tanto non me lo dice.
Mi fanno indossare dei mocassini neri, lucidati alla perfezione e mi accompagnano alla porta dalla quale fino ad un secondo fa proveniva il gran casino provocato dalle guardie.
Mi aprono la porta, invitandomi ad attraversarla.
"Ti auguro buona fortuna." Dice Jirou, incrociando le braccia sul petto ed appoggiandosi all'uscio.
"Buona fortuna, Bakugou." Mi dice Hagakure, agitando le mani dinanzi a sé in segno di saluto, mentre le guardie mi portano via.
Me ne vado senza rispondere.
Non cambierà nulla, che io le saluti o meno.
Vengo portato in una stanza molto grande e poco illuminata.
All'entrata mi viene appuntato un numero alla bretella sinistra, il numero sei.
Una volta dentro, noto che assieme a me ci sono una ventina di altre persone, ragazzi e ragazze.
I ragazzi sono tutti diversi tra loro e tutti vestiti più o meno come me, mentre le ragazze indossano leggermente abiti più provocanti.
Molte delle loro espressioni sono impassibili, ma dentro, tutti quanti hanno una paura fottuta.
Si vede dai loro sguardi da mezzeseghe.
Ma che cazzo ci faccio io qui?
"Buonasera, Signori e Signore! Sono lieto di darvi il benvenuto! I pezzi presenti questa sera sono gioielli assai rari, sono certo che vi soddiferanno! Direi quindi di cominciare, senza ulteriore indugio..." Annuncia una voce.
Pezzi?
Ma cosa...?
Due uomini in smoking prendono il ragazzo con indosso il numero uno e lo costringono a raggiungere la tendina da oltre la quale proviene la flebile luce che illumina la stanza.
Il ragazzo viene quindi costretto da questi ad attraversare la tenda e ad avanzare da solo sul palco.
Una volta uscito, la voce del banditore inizia a fornire le principali informazioni: razza, origine, età e qualità varie per poi dare un prezzo iniziale.
Sgrano gli occhi non appena sento fare delle offerte.
Un'asta.
Sono ad una fottutissima asta.
Sono la merce di una fottutissima asta.
Mi sforzo di stare calmo.
Potrei uccidere qualcuno a momenti.
Respiro e mi tranquillizzo.
Con che diritto si può vendere qualcuno come merce ad un'asta?!
Il tempo passa...il numero due ed il tre escono entrambi.
Ancora poco e poi toccherà a me.
Mi avvicino ad un ragazzo dai capelli neri scuri, il naso leggermente aquilino ed un fisico identico al mio, con indosso il numero cinque.
Una ragazza dai capelli castano chiari ed un'espressione terrorizzata, con addosso il numero quattro, è in procinto di uscire.
"Ehi numero cinque," dico, richiamando l'attenzione del ragazzo, "qual è il tuo nome?"
"Tokoyami Fumikage." Risponde lui. La voce apparentemente ferma, tradisce una parvenza di ansia.
"Nervoso?" Lo canzono.
"Mi pare ovvio..." Risponde, "Tu no?" Chiede.
"Ma figurati." Rido. "Tutto ciò che ho fatto è stato rimanerci di merda dopo aver scoperto che era una cazzo di asta." Spiego ridendo.
"Beato te che sei così tranquillo, io non..."
"Numero cinque." Annuncia uno dei due buttafuori, interrompendolo.
Tokoyami fa un cenno di saluto a me, si gira e si dirige verso la tenda a testa alta.
È discretamente bravo a mascherare la paura.
Una volta fuori, dopo la spiegazione, partono molte offerte da parte della folla.
Dopo numerosi ed insistenti rilanci, il banditore annuncia:
"Aggiudicato al numero sessantaquattro, la Signorina Tsuyu Asui!"
Noto che é una ragazza avvenente, ben vestita, curata e sembra avere un'aria abbastanza gentile.
Penso sia stato fortunato.
"Numero sei."
Con la stessa dignità mostrata da Fumikage, esco a grandi passi dalla stanza, senza farmi aiutare o accompagnare da nessuno.
Non so chi sarà la testa di cazzo disposta a comprarmi, ma che non osi pensare neanche per un istante di possedermi veramente.
Io non appartengo a nessuno.
Mi trovo davanti un grande palco circolare illuminato da ogni lato e mi ci metto al centro a braccia incrociate.
Non appena il pubblico sugli spalti mi vede, si lascia scappare un brusio.
Ho troppa luce puntata addosso per vedere il volto di coloro che stanno attorno a me.
Digrigno i denti.
Mi fate innervosire bastardi, che avete da borbottare?!
"Bene gente! Questo giovane è il più fresco dato che questa è la sua prima asta in assoluto, perciò siate gentili. Partiamo da un prezzo base di venti mila euro! Qualcuno offre ventimila e cinquecento?"
Una paletta si alza.
"Ecco! Qui abbiamo un ventimila e cinque, qualcuno offre ventunomila?"
Altre due offerte di seguito:
"Ventunomila! No! Aspettate...ventuno e cinque per il numero ventotto! Qualcuno offre di più?"
"Venticinque!" Rilancia la voce di un uomo, sollevando la paletta con il numero novantanove.
Un leggero boato si alza.
"Ventisei." Rilancia il numero ventotto.
"Ventisette!" Numero novantanove.
"Ventisettemila finora per il numero novantanove, qualcuno offre di più? Qualcuno rilancia?"
"Trenta." Risponde con voce annoiata il numero ventotto.
"Trentuno!" Il novantanove non demorde.
"Trentacinque." Sentenzia il numero ventotto, sollevando la paletta per l'ultima volta.
Sgrano gli occhi.
Non valgo un centesimo di tutti quei soldi...
Penso di sfuggita.
"Cazzo!" Urla il ragazzo con la paletta numero novantanove.
La lancia a terra e si siede sulla sua poltrona a braccia conserte.
Il mio sgomento iniziale viene subito sostituito dalla curiosità per colui che ha speso ben trentacinque mila euro per me.
Alzo gli occhi verso il punto in cui ho visto il numero ventotto, tuttavia, non riesco a scrutarlo.
Un colpo sul legno ed un annuncio:
"Aggiudicato al numero ventotto, il Signor Kirishima Eijirou!"Angolo autrice
Sono tornata, finalmente!
Mi ero ripromessa che se "You hate me, don't you?" fosse arrivata a più di 10k visual l'avrei postata, perciò eccola qui: la mia nuovissima KiriBaku/BakuShima, come promesso.
Bene! Spero che questo "capitolo pilota" vi sia piaciuto, ci vediamo domani alla stessa ora, con il prossimo❤
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Sold to you (KiriBaku/BakuShima)
FanfictionIn una piovosa giornata d'inizio autunno Bakugou Katsuki viene rapito. Finisce inaspettatamente in un giro d'aste di persone, a causa del quale, si ritrova ad essere venduto ad un'affascinante gentiluomo dai capelli rosso cremisi che risponde al nom...