Nuovi amici.

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Dylan.

Ora, siate sinceri, quanti di voi sanno usare veramente un navigatore? Non guardatemi così! Non è colpa mia se quando distribuivano il senso dell'orientamento e della topografia io ero a bere un caffè. Non mi avevano avvertito! Se l'avessero fatto, a quest'ora non sarei qui a chiedermi cos'è il senso della topografia!
"cazzo!", sbotto dando una manata al volante della mia Mustang con il triplo dei miei anni.
Non so dove cavolo mi trovo e la macchina procede a singhiozzi.
Prendo un respiro profondo e lunghissimo, ma invece di calmarmi mi gira solo la testa.
"ok, stai calma Dylan.. a tutto c'è una soluzione".
Come se il karma mi avesse sentita, fa borbottare la macchina ancor più di prima.
"no! No! Ti prego! Non lasciarmi a piedi! Non di nuovo!", mi lamento come una bambina capricciosa. "prometto che ti farò aggiustare! Metterò i soldi da parte! Farò un finanziamento!".
In questo istante mi sembra di sentire la voce petulante del meccanico che mi ripete per l'ennesima volta di non usare l'auto prima di averla fatta sistemare per bene. E poi rivedo la mia espressione virare al disperato.
È ovvio che non l'ho fatta sistemare! Non ho i dannati soldi! Mia madre ha pensato bene di ricattarmi togliendomi la carta di credito!
"no!", urlo dando un altro paio di manate al volante. Invano, perché la maledetta si ferma.
"cazzo! Cazzo!".
Sbuffo pesantemente e mi accascio sul sedile. Maledette macchine! Costano una fortuna e sono sempre rotte!
'guarda il bicchiere mezzo pieno, Dylan, appena lì avanti c'è un' area di sosta'.
Ma quale bicchiere mezzo pieno!
Acchiappo il telefono che molto gentilmente mi informa che mi rimane solo il 3 per cento di batteria.
"ma certo! Perfetto!", borbotto.
Si mette a suonare. Mia madre. Sono in ritardissimo per la cena. Dovrei essere a tavola a sorseggiare vino e intrattenere un'amabile conversazione con il suo nuovo marito in questo momento e invece.. foschia e alberi mi circondano. Fantastico.
Avrei preferito la compagnia del maritino nuovo? No.
Avrei preferito non essere in mezzo al nulla e con un bicchiere di vino in mano, invece di dover immaginarne uno d'acqua mezzo vuoto? Si.
"dammi la forza, per favore", dico guardando il cielo dell'auto.
'con chi sto parlando esattamente?'.
'tranquilla, Dylan, non è niente, è solo la pazzia che incombe inesorabile'.
"mamma, ho il telefono scarico e so perfettamente di essere in ritardo, ma mi sono persa", dico tutto d'un fiato.
"che diamine Dylan! Ti dico sempre di portare con te la power bank!".
"ma io ce l'ho, la dannata power bank, mamma!", dico come se fosse ovvio.
"e allora usala!".
Alzo gli occhi al cielo. "lo farei se non fosse scarica!".
"Dylan!", mi rimprovera. "hai sempre la testa tra le nuvole!".
Per la cronaca non è vero, ma mi fa molto comodo che la pensi in questo modo.
"si, come dici tu".
Sospira. "tra quanto sarai qui?".
"ecco.. visto che hai toccato l'argomento ci terrei tanto a dirti che la bastarda di macchina che mi hai molto gentilmente regalato è di nuovo rotta e sono in mezzo al nulla completamente sola, ciò detto, ti sarei estremamente grata se mi mandassi un carro attrezzi e lo pagassi tu".
Aspetto la sfuriata, la ramanzina, qualche insulto misto a minacce, ma tutto tace. Guardo lo schermo del telefono: nero.
Scoppio a ridere.
"dai, sul serio?".
Apro il cruscotto illuminata da un'idea, ma presto sfuma. Ho la power bank, ma non il cavo.
"mi sembra giusto..".
Forse mia madre non ha tutti i torti quando mi dice che ho la testa tra le nuvole.
"ok, Dylan, pensa..".
Innanzitutto devo spostarmi da qui. Dunque.. indosso un abito da sera lungo fino ai piedi e un paio di tacchi vertiginosi, ho i capelli perfettamente sistemati in uno chignon e devo spingere la macchina fino all'area di sosta. Facile. Come bere un bicchier d'acqua, quello mezzo pieno di poco fa..
Scendo dall'auto e tenendo la portiera aperta comincio a spingerla. Non ho percorso neanche dieci metri che non ne posso già più. Sento i capelli afflosciarsi, il trucco colare insieme al sudore e il vestito che si appiccica addosso.
Passa un camion a clacson spiegato che mi fa sobbalzare.
"ma vai a cagare stronzo pervertito!", sbraito contro il molestatore.
"cazzo, scusa, pensavo che un po' d'aiuto avrebbe potuto farti comodo".
Spalanco gli occhi e mi volto verso la voce.
Un ragazzo più o meno della mia età, mi guarda divertito dal finestrino aperto.
"ascoltami bene", sibilo minacciosa. "se sei un molestatore, uno strupratore o roba del genere, ti avverto che sono cintura nera di karate, faccio kick boxing e ho una sciabola nel portabagagli".
Lo sconosciuto scoppia in una risata fragorosa.
"vorrei proprio vederti fare karate con quei tacchi".
Uhm.. quando avevo circa 6-7 anni ho frequentato per un paio di mesi il corso di judo. Conta?
Lo guardo malissimo. "scendi dalla macchina e ti faccio vedere".
"calma, tigre", ridacchia. "voglio solo aiutarti".
E se fosse davvero un molestatore?
"no, guarda, lascia stare, me la cavo da sola".
Mi fissa serio. "lo dici per la mia incolumità, immagino".
Mi sta prendendo per il culo.
"è ovvio", dico stizzita.
Annuisce con convinzione. "ma certo".
"buona serata", gli auguro allegramente.
Ricomincio a spingere la macchina.
"si sta facendo buio e tra poco scenderà anche un bel po' di pioggia.. dubito che quel bel vestito ti riparerà a lungo".
Guardo il cielo coperto di nuvoloni farsi scuro. Siamo ormai a fine agosto, ma le serate sono state calde e piacevoli.. si, fino a questa.
"buona serata anche a te, piccola karateka".
Valuto tutte le ipotesi velocemente e arrivo ad una sola conclusione. Non sembra un molestatore e non voglio beccarmi una polmonite; ho bisogno di aiuto. Subito.
"no, aspetta!".
"proprio come pensavo", dice con un sorrisetto compiaciuto. "parcheggio e ti raggiungo".
"tanto perché tu lo sappia, mio padre è un marine, se mi farai del male ti troverà anche nel culo del mondo".
Fa un cenno affermativo col capo. "ricevuto".
Bene. Mi sfrego le mani un tantino nervosa e prendo la mazza da baseball di alluminio che tengo sempre ne portabagli e la nascondo sotto il sedile del passeggero. Non si sa mai..
Lo sconosciuto torna verso di me con una camminata sicura e rilassata e non posso fare a meno di notare che è davvero molto figo. I lineamenti mascolini e ben definiti, i capelli neri come il petrolio sono tagliati alla moda; è alto e sembra muscoloso. Ecco, appunto, un figo. Se questo ragazzo non si rivelerà un molestatore, posso tranquillamente definirlo un gran bel bicchiere mezzo pieno.
"posso presentarmi o mi taglierai la mano?", chiede con un sorriso caustico.
Uhm.. sexy..
"vedremo, per adesso no".
Gli stringo la mano. "piacere, Dylan".
"il piacere è mio, Dylan, sono Tyler".
Mi guarda dritto negli occhi e anche se la luce restante non è molta, noto che i suoi sono di un verde smeraldo stupendo. Gli occhi più verdi che abbia mai visto.
Gli lascio andare la mano di scatto.
"bene..", dice un po' in imbarazzo. "qual è il problema?".
"nessuno", sbrodolo.
A parte i tuoi occhi bellissimi che potrei stare a guardare per tutto il santissimo giorno.
Mi guarda perplesso. "come nessuno?".
"oh!", sbotto sgranando gli occhi. "ti riferivi alla macchina!".
Sta cercando di non ridere. "già..".
Mi sfrego la fronte con due dita, sentendo le guancie scaladarsi. "si, scusa.. ma.. sono stanca e..".
Mi sorride rassicurante. "tranquilla, non preoccuparti".
Se lo dice lui..
Veniamo interrotti dalla suoneria del suo telefono.
Quando si dice il tempismo..
"scusa un secondo".
Gli faccio un cenno con la mano.
"lo so, sono in ritardo", sbotta rispondendo. "come sarebbe?". Fa una pausa. I suoi occhi prendono a fiammeggiare. "se non si presenterà molto meglio così, anzi, spero che non si presenterà mai". I suoi lineamenti tornano piano piano ad ammorbidirsi. "credo che non ce la farò a venire, iniziate pure senza di me". Altra pausa. "ok". Riattacca senza neanche salutare.
"mi sembra di aver capito che avevi da fare e..".
M'interrompe. "non preoccuparti".
"no, davvero, Tyler, ti ringrazio per l'aiuto, ma se devi andare, non c'è problema".
Mi sorride. "una cena da mio padre è l'ultima cosa che vorrei in questo momento".
Gli faccio un sorriso tirato. "sempre meglio che stare fuori al freddo con una pazza che ti ha minacciato con una finta sciabola..".
Fa una risata nasale. "voglio essere esattamente dove sono".
È un ragazzo davvero gentile..
Le mie labbra si piegano in un sorriso sincero. "grazie..".
Mi fa l'occhiolino. "forza, spostiamola lì più avanti".
Dopo aver spostato la macchina dietro la sua apre il cofano e ci guarda dentro.
"una gran bella macchina", commenta.
"disse colui che non guida una Challenger..".
Inarca le sopracciglia sorpreso. "una Challenger? No, quella è una Camaro".
Faccio una risatina. "nah.. secondo me è una gran torino".
Ridacchia. "e così ti piacciono le auto, eh..".
Annuisco. "parecchio, per questo guido una Mustang", dico orgogliosa.
"sei una ragazza..", borbotta come se fosse un reato.
"e quindi? Anche tu guidi una macchina.. diciamo fuori dall'ordinario..".
Sorride sornione. "si, ma io sono un uomo. Una donna non dovrebbe guidare una belva del genere".
Ignoro l'ennesima frecciatina.
"adoro questa macchina, ma da un mese a questa parte le salta fuori un problema dietro l'altro.. non capisco..", gli racconto guardandola con tristezza.
"immagino che tu l'abbia già portata da un meccanico..", dice guardando dentro il cofano e toccando alcune cose.
"si, ma costa una fortuna farla mettere a posto e in questo momento non ho la possibilità di spendere, così ci ho rinunciato.. le hanno fatto una riparazione temporanea molto più economica, ma..".
"ok..", mormora concentrato.
Va verso la sua auto e poco dopo torna con delle chiavi e dei tubetti di gomma.
Ti prego, fa' che sappia cosa sta facendo..
Osservo attentamente le sue mani grandi muoversi rapide e in modo esperto, ma non ricorderò mai come replicare.
"ok, prova a fare avviamento".
Faccio come mi chiede e magicamente la macchina si mette in moto. Scoppio in una risata felice.
Torno da Tyler quasi saltellando. "grazie mille", dico con un sorriso enorme.
Mi sorride di rimando mettendo in mostra i suoi bei denti bianchi. "ma figurati".
"non so proprio cosa dire..", borbotto in imbarazzo. Dovrei offrirgli dei soldi?
"ricordati di farla sistemare, non durerà a lungo".
Annuisco. "assolutamente si".
Chiude il cofano e mi fa scivolare lo sguardo lungo il corpo.
Faceva freddo, per caso?
"mi sa che anche il tuo appuntamento è saltato. Cosa ne dici se andiamo a mangiare qualcosa?".
Non sarebbe una cattiva idea.. ho parecchia fame, ma non so se il mio ragazzo sarebbe contento..
Accetto o no?
È solo uno stupido invito a mangiare qualcosa perché si è fatto tardi, mica una proposta di matrimonio!
"non vorrei farti perdere altro tempo..".
"non è così, Dylan, te l'assicuro. Ormai è tardi, sono le nove passate, dobbiamo pur mangiare qualcosa, no?". Si stringe nelle spalle con fare disinvolto.
Come se avesse scelto il tempo per me, una goccia mi cade dritta sulla fronte.
"va bene".
Annuisce soddisfatto. "perfetto. Ti piace il sushi?".
"lo adoro".
Fa una smorfia. "la mia ragazza lo odia".
Uhm.. ha la ragazza. Perché mi sento più tranquilla adesso che lo so?
"anche il mio ragazzo non ne va matto, diciamo che mi accompagna solo per farmi contenta..".
Sulle sue labbra spunta un sorrisetto malizioso. "chissà perché..".
Lo guardo interdetta. "cosa?".
Mi ignora palesemente. "andiamo?".
"ti seguo", dico aprendo la portiera.

In amore tutto è lecito ..ma anche in guerra..Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora