Verde gelosia.

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Tyler.


Sento le sue emozioni chiudersi dietro un portone spesso diversi centimetri, mentre tutto torna al suo posto: colori, luci, rumori, riprendono la giusta forma, facendomi tornare alla realtà.

“Dylan, per favore..”, la imploro appoggiando la fronte contro la sua.
“non fare cosi..”.

Il suo profumo, insieme al sapore della sua pelle e al suo respiro affannato..
Ne voglio ancora. Subito.

“così come?”.
Il suo tono gelido è come un ceffone in pieno viso.

Mi faccio indietro guardandola in quelle profondità tanto chiare. Da questa distanza riesco a vedere tutte le pagliuzze più scure nelle sue iridi.

“Tyler..”, dice con una risata falsa. “io non sono uno yo-yo. Non puoi comportarti così..”.

Non so cosa dire, perché ha ragione.
Devo chiederle scusa.
Quella stupida parola, una stupida parolina, che se accompagnata dal giusto carico emozionale, significa talmente tanto, da sembrarmi assurdo.

Scusa. Scusa. Scusa. Scusa.

Continuo a fissare quegli occhi, in cui sembra esploso un pezzettino di cielo, senza riuscire ad articolare quella parola.
Li guardi una volta e non puoi più farne a meno.
Ma non sembra neanche cielo, non saprei bene come definirlo. È come quel cazzo di azzurro che volevi sempre da bambino nel tuo astuccio per fare il figo, che però finiva subito.

“vabbè, ho capito”, brontola.
“capito, cosa?”, sbotto, prendendole un polso.
“non andare via. Dobbiamo parlare”.
“non abbiamo niente di cui parlare”, dice a denti stretti. “e poi, se per caso il tuo cervello è più fuso del solito, ti ricordo che siamo in mezzo alla gente”.

Mi guardo intorno nervosamente.
Ha ragione, il mio cervello è partito completamente.

“gente, per lo più femminile che ti guarda come se volesse mangiarti”.
Le mie labbra si piegano involontariamente in un sorrisetto insolente.
“come vuoi fare tu”.
“non dire cazzate, Tyler!”.
Batte anche un piede a terra, ma le sue guancie diventano gradualmente di un bel rosa acceso e io non riesco a smettere di sorridere.
Quello che ha appena detto lei, è una cazzata, e non il contrario.
Lo sappiamo entrambi.

“ah, capisco. Allora sei gelosa”, dico senriamente.
Adesso le sue guancie sono proprio rosse.
“che tu sia maledetto”, sibila. “io non sono gelosa di nessuno, chiaro?”.
“quello che hai appena detto dimostra il contrario, piccola”.

“piccola..”, mi scimmiotta. “non hai altro nel tuo repertorio?”.

Mi stringo nelle spalle, infilando le mani in tasca e il suo sguardo birichino cade sul mio torace.
Mi fa godere come uno stronzo il fatto che lei mi stia guardando come se fossi la sua qualità preferita di cioccolata.

“ma che cazzo”, sbotto vedendo il mio peggior nemico tornare verso di noi.
Lo sguardo di Dylan segue la direzione del mio, fino a soffermarsi su quello stronzo di Drew.

“che cazzo vuoi ancora? Non sono stato sufficientemente chiaro, poco fa?”, dico con una calma innaturale.
Prima lo tolleravo a malapena, adesso, ancora meno.

Alza le mani in segno di resa.
“sono solo venuto a salutare”, dice ammiccando verso Dylan.

In questo momento vorrei.. pestarlo. Ecco. Solo questo, perché non posso imperglielo. O si?

“ciao..”, borbotta Dylan guardandosi intorno. “ehm..”.
È nel più totale imbarazzo! È arrossita!
Ma che..?
Le piace?! Questo gorilla biondo del cazzo le piace?!

In amore tutto è lecito ..ma anche in guerra..Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora