Buon lavoro.

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Tyler.

"non potevi scegliere un altro posto?", si lamenta Mason. "proprio quel cesso?".

"basta, cazzo! Mi sembri una femminuccia".

"vuoi andarci solo perché ci lavora la sorellina", mi sfotte con un sorrisetto.

Scendo dalla macchina sbattendo la portiera più del dovuto.

E va bene! Voglio andarci solo per quel motivo e allora? Voglio vedere che razza di lavoro le ha trovato mio padre, ma a giudicare dall'esterno del locale, fa schifo.

"cazzo, che schifo, T..", borbotta Mase.
"già..".

Ci avviciniamo all'entrata della pseudo discoteca accompagnati dal martellare dei bassi.
Una volta arrivato il nostro turno un buttafuori ci squadra per qualche istante, indeciso se farci entrare o meno.

"sul serio?", sbotto in una risata. "hai appena fatto entrare un tizio che non stava in piedi per quanto era ubriaco e non vuoi fare entrare noi?!".

L'uomo, seppur controvoglia, sposta il cordone e ci fa passare.

Le luci stroboscopiche, la puzza stantia, il sudore, l'alcol e la musica altissima, mi stordiscono come se fossi appena uscito da un anestesia totale.
Odio le discoteche, le odio con tutto me stesso.

"che posto di merda", mi urla Mase all'orecchio.
Sembra un magazzino dismesso e alcuni vetri alle finestre sono rotti.

Annuisco e gli faccio segno di spostarci verso il bar, ma la mia attenzione viene catturata da una ragazza mora su un cubo che dimena il culo come se fosse al carnevale di Rio.

'fa che non sia Dylan, ti prego..'.

Si volta e tiro un sospiro di sollievo, ma poco distante c'è un altro cubo, con sopra un'altra ragazza mora in perizoma.
Lascio perdere. Dovrei guardare sopra ad ogni cubo e lei ha detto di fare la cameriera, non la ballerina.
'e se avesse mentito?'.
Fanculo! Lo scoprirò presto e poi non dovrebbe interessarmi. Dylan è una stronza e basta. Ha ricattato mio padre, si è trasferita in casa mia come se fosse sempre stata sua, e per di più elemosina i soldi per il dannato college!

'continuo a ripetermi tutto ciò, magari prima o poi mi convicerò..'.

Mi schiaccio gli occhi con le dita e prendo fiato. Le luci bianche assomigliano a dei flash e se soffrissi di crisi epilettiche sarai già per terra.

Mi avvicino al bancone e individuo subito una ragazza bionda strizzata in un top bianco che lascia davvero poco all'immaginazione.
Sta servendo una birra e appena si volta nella mia direzione le sorrido facendole un cenno col capo.

"hei bellezza", dice ammiccando. "cosa posso portarti?".
Si china verso di me mettendo ancora più in mostra la sua generosa scollatura.
"vorrei chiederti un favore", esordisco con un sorriso sornione.
Si arriccia una ciocca di capelli biondo platino intorno a un dito.
"dimmi tutto, tesoro".
"sono qui per fare una sorpresa ad un' amica e vorrei che fosse lei a servirci, credi che sarebbe possibile?".
Inarca un sopracciglio perfettamente sagomato. "tutto è possibile", dice con voce suadente.
"si chiama Dylan".
Dalla sua espressione capisco che sa perfettamente di chi parlo.
"ma certo".
"hei", dico appoggiandole una mano sul braccio. "vorrei proprio che rimanga una sopresa".

Ci guardiamo negli occhi: sono di un marrone particolare che ti porta subito a pensare al cioccolato fondente.
È carina, molto carina, ma non è Dylan.
Ma che cazzo..? Merda.
Sorrido sperando di camuffare il panico crescente.
Perché non ho pensato a Danielle?
Danielle. Danielle. Danielle. La ragazza che ho davanti è carina, ma mai quanto Danielle: la mia ragazza che fa la modella, ed è una sventola e che io amo alla follia.

In amore tutto è lecito ..ma anche in guerra..Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora